Violenti interdetti a vita
05 Febbraio 2007 - letto 540 volte La stretta del Viminale per recidere il rapporto tra gli ultras e i club. Primo: i danneggiamenti provocati dalla violenza degli ultrà potrebbero tradursi addirittura in punti in meno in classifica per le squadre a cui fanno riferimento i violenti. Secondo: divieto di accesso agli stadi per cinque anni, contro gli attuali diciotto mesi, per i tifosi responsabili di atti di violenza.Ma è ipotizzabile anche linterdizione a vita, in casi di reati gravissimi. E ancora: divieto alle tifoserie organizzate di acquisto di pacchetti di biglietti per seguire la propria squadra in trasferta. Il Viminale vorrebbe anche che le norme del decreto Pisanu fossero estese a quegli stadi con una capienza inferiore ai diecimila spettatori. E che possano iscriversi ai campionati soltanto le squadre proprietarie degli impianti o con un contratto ultradecennale. Le proposte sono ormai definite. Si tratta solo di limarle e di trovare lintesa tra tutti i ministeri interessati, che si vedranno questo pomeriggio a palazzo Chigi. A questo proposito, ci sarà un prevertice stamani, prima di volare a Catania per partecipare ai funerali del poliziotto ucciso, tra i ministri Giuliano Amato, Interni, e Giovanna Melandri, Politiche giovanili e Sport. Dunque, il giro di vite ci sarà. Il decreto Pisanu dovrà essere applicato, le società avranno lobbligo di mettere in sicurezza gli impianti. Il segnale del governo è chiaro. Ma cosa succederà per quegli stadi che non sono in regola? Sul tappeto ci sono tre opzioni possibili: il divieto di disputare le partite; la possibilità di svolgerle a porte chiuse e, infine - è questa la proposta Melandri - consentire un flusso di spettatori non superiore ai diecimila. I tecnici del ministero dellInterno sono convinti della necessità di impedire le trasferte delle tifoserie violente. E propongono semplicemente che non vengano venduti i biglietti alle squadre ospiti. Insomma, verrebbe eliminata la quota di biglietti che vengono riservati ai club. Il che, nei fatti, dovrebbe inibire la presenza dei tifosi ospiti, che dovrebbero decidere di seguire la loro squadra del cuore, con il rischio di non trovare biglietti disponibili nel giorno della partita. Finora, come misura di prevenzione, la polizia poteva imporre il divieto ai tifosi violenti di entrare allo stadio (Daspo), per un periodo fino a diciotto mesi, scegliendo tra un provvedimento semplice e la prescrizione. Nel primo caso, il tifoso violento, pur rischiando il carcere, poteva sfidare la diffida andando comunque allo stadio. Adesso, se verrà accolta la proposta del Viminale, il provvedimento semplice sarà abolito. Tutti i diffidati dovranno firmare in commissariato durante la partita. E, soprattutto, il Daspo sarà esteso fino a cinque anni. Il ministero delle politiche giovanili e Sport ipotizza addirittura unaggravante, fino allinterdizione a vita, nel caso di reati gravi. La scure del governo si abbatterà anche per spezzare quegli intrecci inconfessabili tra club e tifoserie violente. Oggi, i danni provocati dagli ultrà si traducono in una ammenda pecuniaria per le squadre di riferimento. Non è più sufficiente, anche perché alla prova dei fatti si è rivelata una misura inefficace. Lipotesi allo studio del governo è che si introduca una penalità per squadre degli ultrà, insomma punti in meno in classifica. Ma in arrivo sono anche iniziative dirette a responsabilizzare il mondo dei media. Il ministro Paolo Gentiloni, domani, incontrerà i rappresentanti della emittenza radiotelevisiva privata (Frt e Airanti-Corallo) e della Fnsi, dei giornalisti, per discutere possibili provvedimenti da adottare. Radio e televisioni locali, spesso, si trasformano in arene di scontro e di incitamento alla violenza, ospitando gli impresentabili, i capi delle tifoserie ultrà. Il ministro per lInformazione vuole mandare un segnale preciso: tolleranza zero. Ovvero, non escludere la possibilità di chiudere quelle radio o televisioni che si prestano a fare da megafono degli ultrà, revocando loro le concessioni. Oltre che denunciando penalmente i responsabili. Fonte: LaStampa.it Notizie correlate Inter
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