Ucciso militante dei centrisociali a milano
17 Marzo 2003 - letto 5809 volte Scontri nella notte, muore un giovane di estrema sinistra Una rissa tra giovani appartenenti ai centri sociali e militanti di estrema destra forse appartenenti alla curva nord di Milano degenera in omicidio. La vittima è un ragazzo di 26 anni. Il delitto dà il via a una vera e propria guerriglia urbana. MILANO – Due persone, sospettate di aver preso parte alla rissa sfociata nell’omicidio di un giovane dei centri sociali, Davide Cesare, 26 anni, sono finite in questura. Saranno ascoltate nelle prossime ore. La Digos sta accertando poi se esista un nesso tra la rissa e l’incendio, avvenuto poco dopo le 4, di un furgone che conteneva materiale propagandistico di An. Gli interrogatori avvengono dopo una notte di tensione per le strade di Milano: la rissa scoppiata, secondo una prima ricostruzione, tra giovani appartenenti a diverse aree politiche e l’omicidio hanno portato la tensione alle stelle: per ore sono proseguiti gli scontri tra gli amici del giovane e le forze dell’ordine, intervenute per riportare la calma, ma coinvolte a più riprese, in una sorta di guerriglia urbana. Alla fine il bilancio è stato di un morto e di sedici feriti: otto sono agenti di polizia e carabinieri, gli altri sono giovani che apparterrebbero all’area antagonista. Teatro del delitto è la strada antistante a un locale frequentato dai giovani dei centri sociali, il Tipotà in via Brioschi, nella zona a sud della città. Ieri sera davanti al bar c’era anche Davide Cesare, la vittima. La rissa è scoppiata tra i giovani dei centri sociali e un gruppo di militanti dell’estrema destra e secondo indiscrezioni ultra' di destra della nord di san siro, secondo quanto riferiscono i testimoni interrogati in questura. Basta una parola di troppo e compaiono i coltelli: i giovani si affrontano senza esclusione di colpi. Cesare viene colpito (ma la dinamica dell’omicidio resta ancora da accertare) e si accascia a terra. Alcuni fuggono, altri si trovano di fronte polizia e carabinieri intervenuti per sedare la rissa. Intanto monta la rabbia tra gli amici del giovane ferito gravemente. Accerchiano il corpo e vietano a chiunque di avvicinarsi. Persino i lettighieri delle ambulanze vengono aggrediti tanto da essere costretti ad allontanarsi in tutta fretta, senza aver avuto la possibilità di suturare sul posto le ferite alla gola e al torace. Tra i feriti ce ne è uno particolarmente grave: Sandro A. è stato colpito da otto coltellate alla schiena. Ora è in sala operatoria. Un’ambulanza riesce a portare Davide Cesare all’ospedale San Paolo. Al nosocomio si dirigono anche gli amici del ferito. In poco tempo l’astanteria si riempie: feriti, giovani ancora su di giri. Troppo. Tanto che non appena giunge dalla sala operatoria la notizia della morte di Cesare la rabbia monta di nuovo: i ragazzi dei centri sociali vogliono portar via il corpo dell’amico. Alcuni giovani danneggiano l’ospedale, altri fuori si scontrano con polizia e carabinieri. Gli agenti fronteggiano una cinquantina di manifestanti. Alcune auto rimangono danneggiate, ma ci sono feriti anche tra polizia e carabinieri, almeno otto. Il più grave è un poliziotto che, a quanto si è saputo, avrebbe avuto la mandibola fratturata da un sasso. Alla fine i manifestanti vengono dispersi: di una notte di scontri rimane segno nell’ospedale. Sul pavimento ci sono resti di un vetro andato in frantumi e una larga macchia di sangue, in parte coperta da un foglio di giornale. Dai centri sociali fioccano anche le accuse contro le forze dell’ordine: “Polizia e carabinieri hanno messo in atto una vera e propria caccia all’uomo sullo stile di Genova, picchiando selvaggiamente e senza motivo”. Secondo la ricostruzione dei giovani implicati negli scontri, gli agenti avrebbero avuto anche mazze da baseball. I militanti rimandano però ogni accusa al mittente: non ci sarebbe stato alcun tentativo, dicono, di fermare le ambulanze. Il vicequestore Vincenzo Boncoraglio difende l’operato dei suoi: “Gli agenti sono rimasti feriti per riportare la calma tra giovani che sia pur in un momento di dolore hanno occupato il pronto soccorso. Non è nostro costume fare caccia all’uomo, escludo sia possibile”. Nei centri sociali oggi è giorno di lutto: “Le botte si danno o si prendono, fa parte del gioco. La cosa veramente grave è che hanno ucciso uno di noi, un compagno. Era un ragazzo coraggioso e buono”. CONDOGLIANZE AL GIOVANE UCCISO. Notizie correlate Milan
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