*Commento non ufficiale*
La concomitanza della partita con lultima giornata di Cibus ci ha impedito davere a disposizione un numero sufficiente di pullman, in grado desaudire le numerosissime richieste pervenuteci. Infatti, poco dopo aver iniziato la prevendita, i posti in pullman erano già tutti prenotati. Nonostante ciò, chi in corriera, chi in auto, chi in treno, nessuno ha rinunciato allirrinunciabile: esserci a Milano, per Parma e per il Parma. Sì, ci siamo proprio tutti, qualche volto nuovo e qualche vecchio Ultrà, che non è riuscito a resistere al richiamo di questa meravigliosa squadra e dei BOYS.
Entriamo al Meazza ma sembra dessere ancora a Parma: colori Gialloblu Crociati tuttintorno a noi, una bella fetta di stadio è occupata dai Nostri. Iniziano i cori, autentici boati, prove canore nel pre-partita; è un frastuono: musica per le nostre orecchie. Ci guardiamo intorno, pelle doca ammirando quella parte di Parma presente, giunta a Milano per sostenere una compagine di leoni e gridare il proprio orgoglio parmigiano. Ci guardiamo lun laltro senza parlare, gesti solo accennati, perché cè un groppo alla gola, perché è inutile dire ciò che è ovvio, ciò che tutti stiamo pensando: siamo tanti, siamo forti, siamo carichi, cazzo quantè bello essere di Parma! Ma lo spettacolo deve ancora cominciare
Entrano le squadre in campo e dal nostro settore si solleva uno striscione blu recante, in giallo, la scritta: LULTIMA CROCIATA PER SOGNARE. Dietro ad esso sventolano le bandiere, mentre si spiega lenorme bandierone giallo Parma con lelmo del Crociato (storico simbolo del Gruppo).
Il tifo è incessante e non cè da stupirsi: stiamo vivendo la partita, attenti, eccitati, con i nervi a fior di pelle. Di tanto in tanto, di fronte a noi, ci capita di veder glinteristi battere le mani ma non riusciamo a sentirli, assordati dai nostri canti, dalla nostra passione, dalla nostra Fede.
Al 90° il risultato del campo ci è sfavorevole, perdiamo per uno a zero, grazie alla prodezza di un singolo e di qualche dubbia decisione arbitrale su episodi cruciali, parte di un atteggiamento generale che cè parso, sempre, a senso unico. Altri gruppi, in tale frangente, avrebbero ammainato le bandiere e ritirato gli striscioni, ammutoliti per loccasione persa. Noi, no! La nostra vittoria arriva dopo il 90°, non sul campo ma sugli spalti. Lo stadio si sta svuotando e noi continuiamo ad incitare i nostri colori. Gli interisti ritirano le loro insegne, ma le nostre continuano a garrire nel vento. Lo stadio è deserto. Noi? Tutti in piedi, ad urlare a squarciagola, a battere le mani, a sventolare le nostre bandiere, a mostrare cosa significa essere di Parma. Al Meazza solo noi, per festeggiare noi stessi e quella squadra che sè sempre battuta con coraggio e dignità. Via le TV, via i giornalisti, via gli avversari, via lopposizione. Solo noi e il Parma torna in campo, sotto di noi, richiamato dalla voce del Popolo Gialloblu Crociato.
Ci guardiamo e abbiamo una certezza: nessuno potrà dire che il tesoro di Calisto non cè. E qui, ora, a San Siro. Siamo noi. Siamo Parma. Siamo come siamo, sicuramente diversi. Permetteteci siamo orgogliosi dessere così.
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