PETRONILLA CARILLO
La violenza viaggia su internet: è il web a fornire tutte le indicazioni per fabbricare bombe. I gruppi eversivi degli ultrà lo sanno bene: così bastano meno di 50 euro, e un pizzico di dimestichezza nel maneggiare piccoli oggetti, per realizzare arnesi di morte. Anzi, tra le frange più estremiste delle tifoserie, secondo quanto rivelano fonti investigative, circola anche un libretto di poche pagine che vuole essere una sorta di vademecum per diventare «assassini» provetti. «Mille modi di sabotare il mondo, a ciascuno il suo», è il titolo. E, per introdurre questi oggetti di morte negli stadi, si sta anche cambiando metodologia nel tentativo di raggirare i controlli di polizia e carabinieri. Sempre secondo fonti investigative sarebbero le ultrà in gonnella a portare dentro bombe molotov e altri strumenti di guerriglia. Le leggi sono leggi e le donne non possono essere perquisite se non da donne. I controlli, dunque, nei loro confronti sono più ridotti: una volta passata a rassegna la borsa e il giubbotto non si può andare oltre, mentre il numero di agenti donna impiegati nei servizi di ordine pubblico allo stadio è sempre più esiguo rispetto a quello degli uomini. Ma non solo. Spesso ad agevolare l’introduzione di questo materiale, anche la scarsa vigilanza da parte degli addetti allo stadio. Un episodio su tutti la dice lunga su quanto accade in certo momenti, quando è la paura a farla da padrona. È stato registrato proprio in occasione del derby dello scorso 10 gennaio tra Salernitana e Cavese allo stadio Arechi. Il derby durante il quale fu spedito in ospedale un poliziotto e ne furono contusi altri quindici. Quando c’è stata la carica degli ultrà, prima della gara, per entrare in curva, secondo quanto riferiscono fonti investigative, ad aprire i cancelli, sarebbe stato un addetto alla vigilanza: spaventato dalla furia dei tifosi, avrebbe ceduto alle loro violenti insistenze. E in quella occasione sarebbero entrate le micidiali bombe. Secondo quanto appurato dagli investigatori, quello degli ultrà è un lavoro meticoloso portato avanti nel corso della settimana. Basta acquistare del semplice acetone o del fertilizzante, mettere qualche miccia, arricchire il tutto con biglie-bulloni del tipo di quelle utilizzato per i cuscinetti dei camion o con dei chiodi (al modico prezzo di meno di tre euro al chilo) per avere delle bombe funzionanti. Nel caso del derby Salernitana-Cavese, il lavoro è stato ancora più semplice: la classica bomba, acquistata sotto banco da qualche produttore di giochi pirotecnici, avvolta con bulloni legati con del nastro adesivo; oppure bottiglie di alcol con dentro dei chiodi e uno stantuffo. Il potere esplodente viene aumentato e la «bomba» esplode soltanto una volta che cade a terra. Ancora più agghiacciante è vedere come, su internet, si possano trovare «consigli» per tutte le occasioni. Basta inserire due parole «fabbricare» e «bombe» in un qualsiasi motore di ricerca per trovarsi dinanzi centinaia e centinaia di pagine con consigli, pareri e istruzioni. E non solo. Ci sono anche siti di «addestramento» per i più piccini con consigli su come confezionare «uova esplosive», costruire trappole e trabocchetti, conoscere le differenze tra polvere da sparo e napalm (uno dei composti incendiari più potenti).

Fonte: ILMATTINO