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Scontri storici 2: tra milanisti e fiorentini
22 Febbraio 2003 - letto 18446 volte
La data del 29 ottobre 1978 resteràper sempre bollata nella memoria come una domenica "maledetta". In programma c'è Milan-Fiorentina e gli ultras raggiungono il capoluogo lombardoin treno:una trentina in tutto , più qualche altro ragazzo racimolato dagli altri club della curva. C' è una certa tensione,tutti sono consapevoli della pericolosità di questo viaggio e delle insidie che si presentano lungo il tragitto e soprattutto una volta dentro San Siro,in quel secondo anello che di solito ospita le tifoserie avversarie e quindi anche quella fiorentina. Quella è una sorta di terra di nessuno,piena di rischi e di trappole,può essere percorsa da parte a parte liberamente,il più delle volte eludendo il controllo delle forze dell' ordine,che non semre sono presenti. é così anche stavolta: un primo contatto tra le tifoserie avviene già prima della partita,quando una trentina di rossoneri della Fossa dei Leonifa il consueto giro di perlustrazione, vede e incrocia i fiorentini e ben presto passa dagli insulti alle mani. Ma lo scontro dura poco perchè i milanisti hanno la peggio e se la danno a gambe. Galvanizzati dall'esito del primo round, gli Ultras osano il tutto per tutto e tirano fuori il loro striscione, tenuto nascosto fino ad allora per prudenza. Un gesto che non porterà fortuna alla Fiorentina e tantomeno ai suoi sostenitori:al gol del vantaggio del Milan,già al 5' del primo tempo, la Fossa dei Leoni e le neonate Brigate rossonere si alzano e la sciano i loro settori. Della partita non gliene importa nulla,hanno ben altro per la testa e l' obiettivo è quel gruppo viola che li ha appena battuti nel corpo a corpo e ha osato sfidarli esibendo quello striscione. Fanno il giro dell' anello e non sembrano avere intenzioni pacifiche , basta guardare le loro mani,brandiscono spranghe,catene e bottiglie rotte. Vederli e trovarseli addosso è un tutt'uno:i milanisti aggrediscono i viola dall' alto e basta un attimo per rendersi conto che è enorme il divario numerico e di forza. Gli Ultras si difendono con orgoglio ed il solito piglio battagliero acchiappando tutto quello che c'è a portata di mano , compreso il vendi bibite dello stadio,per cercare di parare i colpi e a loro volta colpire. Ma la situazione si fa di minuto in minuto sempre più critica. Il Pompa ,come al solito in prima fila, viene ripetutamente colpito alla testa con alcune spranghe,Gardenghi viene centrato sul viso con un coccio di bottiglia ed è una maschera di sangue ed anche Tanturli riporta ferite sul volto. Arriva la polizia e i tre vengono portati al vicino ospedale San Carlo. Tutto rientra , ma a quel punto il peggio è già avvenuto malgrado che il gruppo si sia ricompattato. La partita passa in secondo piano( finirà 4 a 1 per il Milan)l' unica cosa che preme a tutti è correre all' ospedale per avere notizie degli amici ,per far sentire loro che non sono soli. Tra i feriti c' è qualche leader delle Brigate: a stento la polizia riesce ad evitare che scoppi un ' altra rissa all' interno dell'ospedale. Al Pompa applicano quarantuno punti di sutura alla testa e Gardenghi ha una guancia ricucita alla meno peggio. Ma è inutile continuare a restare lì , tutti insieme i ragazzi cercano di lasciare il San Carloper trovare un modo per rientrare a Firenze. Mica facile,però, visto che nel frattempo l'ospedale è circondato da un bel pò di tifosi milanisti , appena usciti dallo stadio dopo la fine della partita. Le cose rischiano davvero di mettersi male,e dire che tutti nel gruppo pensavano che il peggio fosse già avvenuto. Comunque qualcuno conserva un briciolo di lucidità e trova uno stratagemma per sgattaiolare fuori dall' ospedale e raggiungono la stazione . Finalmente via Milano , da San Siro , da quel pomeriggio terribile anche se il viaggio di ritorno non cancella il dispiacere e l'amarezza per quanto successo al Pompa ed agli altri del gruppo. Anzi, la sofferenza cresce di pari passo all'amara consapevolezza che quel giorno gli Ultras sono stati sconfitti e anche perchè probabilmente quella difficile trasferta è stata affrontata con troppa leggerezza e in modo disorganizzato.
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