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Milan-Atalanta vista da Lele
04 Marzo 2003 - letto 2707 volte
Giornata grigia, quasi autunnale, ed arrivo a S.Siro in ritardo sui tempi previsti: la mia strada per un tratto è la stessa degli Atalantini e c’è un po’ di traffico (Pedro scusa ancora per il disguido!).
Quando arrivo allo stadio sono circa le 13.00: appena il tempo di prendere i biglietti e di notare, un po’ preoccupato un perplesso, come tutti i Caschi Blu portino già appesa al collo la maschera antigas, che mi allontano di nuovo per incrociare il corteo dei Bergamaschi.
Già da qualche anno (se si eccettua la carovana di motorini nel 2001 contro l’Inter) hanno preso l’abitudine di arrivare a Milano con mezzi propri, per poi radunarsi e fare il corteo dal parcheggio di Lampugnano allo stadio. Percorro a ritroso il collaudato tragitto ma per un buon tratto vedo solo gruppetti di milanisti e atalantini che, nella più totale scioltezza ed indifferenza reciproca, si dirigono verso lo stadio. In quei 500 metri di strada stretta e seminascosta non c’è l’anima di un poliziotto, volendo potrebbe succedere di tutto.
Ad un tratto noto in lontananza che il corteo sta arrivando ma viene obbligato a fare un giro più largo, per cui dietrofront per la stradina (dove altri gruppetti continuano a passare e nel frattempo si è fermato l’equipaggio un cellulare), per incrociarlo quando è già a poca distanza dall’ingresso settore ospiti. E’ un corteo lungo ma disordinato, o forse più che altro spensierato: la polizia è a distanza, non c’è tensione ma piuttosto si ride e scherza e si beve tra amici. E’ un miscuglio di gente diversa, pur riconducibile sotto la comune appartenenza ultrà: dai quindicenni ai quarantenni, dal fighetto griffato Bellstaff o Prada al classico sballone con jeans e clarks sformate, abbastanza numerosa la presenza femminile.
Tutto tranquillo, quindi si entra subito, si prende posto come sempre dove non si potrebbe e si aspetta l’inizio. Il punto di osservazione stavolta è il rettilineo arancio del secondo anello, leggermente spostato verso la curva Nord.
Il settore ospite si riempie gradualmente, alla fine i tifosi occuperanno buona parte della curvetta e metà rettilineo, un buon numero anche se inferiore ad altre stagioni. Fissa ormai la disposizione dei gruppi: vicini (ma non troppo…) Brigate e Supporters, entrambi con maxi bandiere in azione, mentre restano defilati ed un po’ sparuti i WKA.
Prepartita tranquillo, soliti sfottò ma senza esagerare. Nel settore ospite compare lo striscione “A VOI I SOLDI, A NOI LA REPRESSIONE”, prima alzato in zona Brigate e poi appeso in curvetta. Anche in curva Sud spunta lo stesso striscione, prima sul lato BRN e poi trascinato a cavallo tra i due gruppi maggiori. In entrambi i casi rimarrà esposto tutta la partita, chissà se qualche volonteroso giornalista l’avrà notato e si sarà chiesto che ragionamento c’è dietro quello slogan…
Le squadre entrano in campo accolte da due belle curve colorate: torce a volontà per gli ospiti, mix fumogeni e torce per i Milanisti. Nemmeno il tempo di accomodarsi a sedere che l’Atalanta va in vantaggio: il goal non lo vedo e forse faticano a vederlo (o piuttosto a crederci) gli stessi Bergamaschi, dato che l’esultanza è vivace ma in qualche modo contenuta.
Parte dunque anche la disfida vocale, che prosegue con buona intensità per diversi minuti: la Sud tiene bene botta e cerca di spingere la squadra rossonera al pronto riscatto, gli ospiti con il trascorrere del tempo assaporano meglio il momento felice, senza risparmio di voce e con bellissimi battimani. Rivedo dunque del buon tifo dopo la delusione (con inizio di depressione) di Como-Juve lo scorso sabato (Comaschi da 6, Juventini per certi versi non giudicabili: uno sparuto gruppo di ultras in mezzo ad una marea di gente che fatica persino ad esultare quando segna la propria squadra...).
Addirittura nel volgere di poco tempo l’Atalanta ne infila altri due ed in entrambi i casi esplode la gioia dei Bergamaschi, impazziti più che altro per le dimensioni che sta prendendo il risultato. Alla bellissima bolgia umana fa da contraltare l’idiota lancio di una torcia verso la tribuna, assolutamente inutile e pericoloso.
Per una decina di minuti i cori di neroazzurri dominano nettamente la scena, ma già col primo goal a fine tempo la Sud ritorna sui buoni livelli di inizio partita.
La ripresa è caratterizzata dall’assalto del Milan, l’Atalanta si fa schiacciare nella propria area anche se tutto sommato non perde la testa e si difende con un certo ordine. A crederci non è solo l’undici in campo ma anche la Sud, che continua a darci dentro anche se non brilla certo di fantasia nei cori. A fasi alterne, invece, il tifo degli ospiti, che solo a tratti ripetono le belle cose fatte nel primo tempo.
Le percussioni rossonere alla fine risultano efficaci e portano al pareggio, tuttosommato giusto oltre che divertente. L’epilogo è dunque tranquillo per entrambe le tifoserie, che forse preferiscono vedere il bicchiere mezzo pieno rispetto a quello mezzo vuoto.
Al fischio finale la Sud si svuota all’istante (e a sbattersi per recuperare striscioni, tamburi ecc. sarannoo, ahimè ma soprattutto ahiloro, sempre gli stessi…) mentre i Bergamaschi, obbligati come di prassi dalla P.S. a non uscire, ne approfittano per tributare un grande applauso alla squadra.
Uscita rapida, questa volta non aspetto il corteo di ritorno.
Vamos Stefano, si ritorna al paesello!

P.S. Per chi è interessato alle foto: gvlele@libero.it.

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