Il capo dei "Guerrieri ultras" ad AsgMedia: "A due mesi di distanza riscontriamo nuovamente l'utilizzo di due pesi e due misure"

"Sono solidale con questa iniziativa prima di tutto come cittadino, perché è inammissibile che un agente di polizia, che dovrebbe tutelare l'ordine, spari in quel modo in mezzo a un autostrada. In secondo luogo sono solidale come tifoso, perché Gabriele era uno di noi". Lo dichiara ad AsgMedia Giancarlo Lombardi, detto Sandokan, capo dei "Guerrieri ultras" e responsabile della Curva sud del Milan, in merito alle manifestazioni di oggi in ricordo di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso due mesi fa in un autogrill nei pressi di Arezzo.

Lombardi accusa i mass media di "mala informazione" nella vicenda di Gabriele. "All'inizio - spiega - hanno cercato di insabbiare la cosa, senza spiegare come sono andati veramente i fatti". "Adesso, a due mesi di distanza - aggiunge - riscontriamo nuovamente l'utilizzo di due pesi e due misure. Infatti, nel caso della morte dell'ispettore Raciti, di cui ancora non si conosce il colpevole, sono subito state fatte numerose indagini e se ne è molto parlato, mentre da quando è stato ammazzato Gabriele l'attenzione è andata scemando". "Attualmente - aggiunge - non si sa neanche di preciso che fine ha fatto l'agente che ha sparato. Se fosse stato uno di noi a compiere un fatto del genere lo avrebbero massacrato".

Riguardo la "mala informazione", Lombardi ci racconta che, quando a giugno scorso, fu accusato di tentato omicidio, i media diedero molto risalto alla notizia, "ma ad oggi nessuno ha ancora detto che quell'accusa è stata archiviata" (fc).

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