Perchè l'emittente è sparita?

Al ritorno delle ferie ci ritroviamo orfani di due importanti voci sportive : la testata “Dieci” e Radio MilanInter. La prima mi piaceva : non sempre mi trovavo d’accordo ma era interessante e ben fatta, molto spesso ne ho commentato dei brani nei miei articoli, forniva sempre spunti interessanti ed approfonditi.

Non ne conosco onestamente la tiratura, non posso quindi trarre conclusioni sulla sua chiusura, solo esprimere il mio rammarico. Sulla radio diretta da Giorgio Micheletti il discorso è un po’ diverso. La ascoltavo spesso, era interessante e divertentissima, si parlava di calcio sdrammatizzando, in maniera ironica e dando tanto spazio ai tifosi. C’erano le avvincenti radiocronache di Pellegatti e Scarpini, sapete bene, quelle dove anche per una rimessa in gioco ti facevano saltare il cuore in gola e scorrere l’adrenalina. C’erano interessanti programmi di approfondimento sul Basket e sull’ Hockey ghiaccio. C’era un pubblico salito in due soli anni da 35.000 a 100.000 persone, risultato quasi straordinario per una radio a trasmissione regionale. Tutto questo c’era. Perché dal 14 Agosto l’editore ha deciso di chiudere, cedendo le frequenze per una bella sommetta ad un altro editore di rilevanza nazionale.

Perché tutto questo ? Per il fatto che all’aumento notevolissimo di ascolti non si era (ancora) arrivati ad un corrispondente incremento degli introiti pubblicitari. Allora chiusura con buona pace dei 100.000. Pensare che al fenomeno di questa radio era stato dedicato un articolo su una importante rivista citando i nick degli ascoltatori più assidui nel telefonare. Era un’ autentica cassa di risonanza per i tifosi e vi assicuro che quello che ho sentito di intelligente, costruttivo e propositivo superava di gran lunga le inevitabili corbellerie. Ma oggi questa radio tace, il sito non esiste più, le voci azzittite. Un esperimento che stava diventando qualcosa di grande ed importante è stato sotterrato in nome dello stesso Dio denaro che è diventato l’unico golem del nostro calcio. Un progetto non si abbandona così, i risultati stavano per arrivare, tutto stava per giungere alle proporzioni, ad esempio, delle radio sportive romane, di ben più lunga tradizione.

Sono indignato, rabbioso per la nuova, ennesima, mortificazione della passione e della componente più importante del calcio. Forse tanti tifosi che cominciano a non poterne più del modo in cui viene gestito il mondo del pallone cominciavano a dare fastidio ? Io non credo, sono invece convinto che il discorso della valenza sociale, della passione che accompagna un progetto del genere non abbia nemmeno sfiorato la mente di lorsignori. Chi ha chiuso lo ha fatto perché guadagnava meno di quello che aveva previsto, punto e basta. Non è stato pensato nemmeno per un attimo che quella radio poteva rappresentare uno spazio di libertà, di ossigeno prima ancora che di informazione per tanta gente. Quando la greppia non si è riempita fino allo sperato, tutti a casa.

Io spero ci sia qualcuno, qualche imprenditore radiofonico o meno, che colga l’immenso potenziale di questa idea che è davvero miserevole vedere naufragare per un pugno di euro, che la faccia sua e la rilanci di nuovo. Ridate ai tifosi la possibilità di parlare, di ascoltare un calcio divertente e non urlato con livore e occhi fuori dalle orbite. O i tifosi non contano davvero più nulla, il loro peso specifico commisurato alla loro capacità di esborso e di produrre guadagno ? Che tristezza. Spero davvero che il mio appello venga accolto, che l’ amore per lo sport non sia diventato davvero solo merce da cui trarre guadagni elevati, che ci siano veri appassionati e non solo meretrici.

Fonte: Goal.com