juve-INTER 1-3 il campionato e' RIAPERTO
30 Novembre 2003 - letto 1496 volte
Cruz non ha paura della Juventus, non l'ha mai avuta. El Jardinero segna sempre alla Juventus, lo fa anche questa volta, nella notte dell'anticipo dell'undicesima giornata di campionato. E quella che doveva essere la più difficile per i nerazzurri, si trasforma nella notte più brutta per la Juventus che incassa tre gol (ne fa uno allo scadere che non serve a nulla) e la prima sconfitta della stagione. Grazie alla doppietta alla Juve a Rotterdam il 26 novembre del '97, in Champions League col Feyenoord, il calcio si accorse di Cruz, almeno così dice lui. Ora, con il gol su punizione ha cancellato anche le ultime ombre di un fantasma, Crespo, che lo ha perseguitato all'arrivo a Milano. Il tris è di Martins, e le capriole questa volta le fa Zaccheroni.
La gabbia del tecnico, con gli uomini contati e senza mezza difesa titolare (a Materazzi si è aggiunto Cannavaro), annulla Nedved (prima ci pensa Cordoba, poi quando Lippi inverte il ceco con Camoranesi, la palla passa a Gamarra e Pasquale): il ceco ha il fiato addosso e i centimetri contati, le gambe doloranti (per un fallo in avvio di Cordoba) e i nervi tesi perché quando non gli consentono di giocare s'innervosisce. La Juve perde estro, fantasia. I meriti però sono di tutta l'Inter. Ben messa in campo, compatta, attenta e motivata. Aveva ragione Moggi quando ha detto che Henry e gli schiaffi dell'Arsenal in Champions avrebbero solo dato filo da torcere alla Juventus che però non lo ha ascoltato affatto. L'Inter ha personalità e determinazione: vuole cancellare la sconfitta in Europa e recuperare punti in campionato. Ci mette pressing, aggressività, fa girare la palla, si difende bene e appena può lancia per "speedy" Martins che corre e si fa rincorrere da Montero. E ci riesce.
Funziona il nuovo modulo nerazzurro, con Javier Zanetti e Pasquale capaci di coprire e spingere, Van der Meyde e Cruz larghi, passando da un 5-3-2 a un 3-4-3 con un risultato importante: bloccare le fasce dove generalmente la Juve spadroneggia. In più non c'è Zambrotta, fermato da un problema muscolare (gioca Birindelli), e si sente. Mentre Camoranesi non è lucido, non salta l'uomo come sa fare e soprattutto sbaglia il gol del pareggio da pochi passi. Sulla carta è la Juve migliore, ha le gambe fresche per il rinvio della gara con il Galatasaray: parte bene, ma si infilare da Cruz su punizione, sul palo di Buffon, che quest'anno non aveva mai sbagliato, questa volta però vince Toldo. Così la Juve finisce per subire il passo avvelenato dell'Inter e una difesa rocciosa, nell'animo e nei piedi, anche se priva di Materazzi e Cannavaro. La Juventus dovrebbe inventarsi qualcosa, ma si limita a sbattere sul muro dell'Inter che chiude gli spazi e riparte. La Juve si arrabbia, raccontano di un parapiglia negli spogliatoi tra Montero e Toldo. Sarebbe meglio giocare.
Lippi si affida alla panchina, un anno di fa di questi tempi funzionava. Nella ripresa manda in campo Di Vaio (per Camoranesi), poi Conte per Appiah (che a centrocampo ha sofferto tantissimo e sbagliato altrettanto), poi Miccoli (per Nedved). Ma la partita non cambia. Ti aspetti il "famoso" crollo nerazzurro, ma trovi una Juve inconcludente che continua a sbattere la testa e finisce per perderla, mentre l'Inter riparte in contropiede e ne fa due altri (Cruz al 24' e Martins al 30'). Quello di Montero al 45' non merita neanche l'esultanza. E' una botta pesantissima per Lippi, cade proprio contro l'Inter, quella squadra che gli ha "macchiato" la carriera e che qui non vinceva da dieci anni. La Juventus torna con i piedi per terra, e domani può anche perdere la vetta