Inter, ricatto dei tifosi: pagate o sarà violenza
13 Maggio 2005 - letto 3372 volte Gli ultrà neroazzurri hanno chiesto «benefici economici» alla società dopo l'euroderby col Milan sospeso per il lancio di bengala MILANO - Gli ultrà nerazzurri ricattano e minacciano lInter. Soldi in cambio di una «pax» controllata in Curva Nord. Alcuni tra i più agguerriti esponenti del tifo interista avrebbero chiesto «benefici economici» a dirigenti della società di via Durini, facendo capire, neppure troppo velatamente, che in caso contrario ogni partita giocata a San Siro si sarebbe trasformata nelloccasione buona per organizzare la rivolta dellintera Curva Nord e danneggiare pesantemente la squadra. Da poche ore, dunque, lipotesi dindagine conoscitiva aperta allindomani degli incidenti verificatisi durante leuroderby tra Inter e Milan, è diventata uninchiesta giudiziaria vera e propria, con tanto di notizia di reato individuata e già passata al vaglio dellufficio dei gip: associazione per delinquere finalizzata alla turbativa delle competizioni sportive. Titolare del fascicolo il pubblico ministero Fabio Roia, lo stesso magistrato che ha rappresentato laccusa nei due processi celebrati a Milano con rito direttissimo contro gli ultrà nerazzurri arrestati dalla polizia per il lancio dei bengala durante il derby di Coppa Campioni. Quella sera lerba di San Siro si incendiò sotto una vera pioggia di fuoco partita dalle gradinate della Curva Nord. Nella circostanza rimase ferito alla spalla destra il portiere rossonero Dida, episodio che è costato allInter la sconfitta a tavolino per tre a zero, la squalifica del campo per quattro giornate (più due opzionali) nelle partite internazionali, oltre a una salatissima multa da versare nelle casse dellUefa. Per ora nellinchiesta non ci sono indagati, solo sospettati. Ma da almeno un paio di giorni per ordine della Procura di Milano gli uomini della Digos, sezione tifoserie, interrogano come persone informate sui fatti diversi personaggi ritenuti al vertice delle tifoserie organizzate dellInter. «Stiamo facendo un monitoraggio accurato della situazione, stiamo studiando la Curva Nord, quali sono i suoi meccanismi di controllo, quali i veri padroni...», ha ammesso ieri un investigatore. Proprio questa mattina, intanto, toccherà a due dirigenti della società nerazzurra rispondere alle domande della polizia. Si tratta di persone incaricate dallInter per intrattenere i rapporti con le tifoserie. La nuova indagine nasce in parte da alcune testimonianze raccolte dalla Digos in casa nerazzurra, in parte dagli accertamenti compiuti sempre dalla polizia su quanto è accaduto nel derby di coppa tra Inter e Milan, il 12 aprile scorso. Gli inquirenti restano convinti che linferno di quella sera, scatenato da una rete regolare ingiustamente annullata a Cordoba dallarbitro Merk, non fu premeditato. Mentre potrebbe essere stato «strategico» latteggiamento tenuto da alcuni capi ultrà interisti che se lavessero davvero voluto, così come scrive la Procura negli atti trasmessi al gip, avrebbero potuto placare con un semplice cenno delle mani il fitto lancio di razzi sul terreno di gioco. Perché questo non avvenne? Le braccia rigorosamente conserte di chi poteva bloccare quella pioggia di bengala sono forse un esplicito segnale spedito in mondovisione alla società di Moratti? E anche a queste domande che la magistratura di Milano sta cercando di dare una risposta. Nel mirino del pm una quindicina di nomi, tutti appartenenti a diversi raggruppamenti degli ultrà nerazzurri. Il ricatto non si sarebbe consumato con una esplicita richiesta di denaro fatta a un dirigente, ma sarebbe arrivato tramite una serie di precisi input trasversali, di frasi più o meno allusive che hanno convinto il pm prima, e adesso anche un giudice per le indagini preliminari, a ritenere fondata lipotesi dellassociazione per delinquere finalizzata alla turbativa delle competizioni sportive. Non è un mistero, dora in poi, che ogni partita casalinga dellInter verrà guardata e «spiata» con molta attenzione. Fonte: corriere.it Notizie correlate Inter
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