MILANO - Il derby d'inizio autunno, inusuale per una città abituata nei gelidi pomeriggi di novembre a far suonare il gong del primo round stagionale, è un miscuglio di intendimenti, buoni propositi e opposte velocità di marcia. L'Inter ha dei conti in sospeso e deve risolvere problemi di formazione per la perdita continua di un giocatore al giorno (out anche Lamouchi e Luciano, fuori anche Materazzi e Coco), il Milan se la prende con più calma convinta delle sue potenzialità, di una squadra al completo (Carletto può contare su tutti gli effettivi tranne Kaladze) e della sua identità tattica. L'aria di derby, che in città si mischia a quelle delle sfilate di moda e delle mostre alla Fiera, sta diventando soffocante per l'Inter che da ospitante non batte i cugini dal 21 gennaio '98 in Coppa Italia (rete di Branca). Da allora solo pareggi, tra cui quello in Champions League.
Cuper invoca un cambio di rotta, dice che per vincere lo scudetto «è ora di battere le grandi squadre» e non vuole che si parli di rivincite. Assicura solo che «finirà 2-0». Ancelotti, che invece non si sbilancia mai, desidera solo spazzare via il Milan agghiacciante visto a Vigo («No, una serata così non si ripeterà, il derby dà altre cariche anche se saremo meno stressati rispetto alle stracittadine di Champions»). Aggiunge: «Questa sarà una gara simile ai derby passati, ci sarà da soffrire. E noi siamo al massimo». La voglia nerazzurra di sfatare un tabù è dettata dalla presenza di Vieri dal primo minuto, l'attaccante che la mette dentro anche con una gamba sola come nella gara contro la Dinamo Kiev.
«Ora Bobo è in condizione quasi ottimale» assicura il tecnico argentino che non svela chi giocherà a fianco del bomber.
E' opinione comune che più che gli uomini conterà il gruppo ma le stracittadine sono spesso partite decise da un uomo solo. Ancelotti punta sulla coppia Inzaghi-Shevchenko e sulla «prima volta» del brasiliano Kakà preferito a Rui Costa (a completare il rombo Gattuso, Pirlo e Seedorf).
Cuper che non vince la partita delle partite dal marzo del 2002 punta invece sulla forza esplosiva di Kily Gonzalez («Se giocherà avrà una carica enorme. Lui è aggressivo di carattere»). L'Inter sarà capace per battere una grande squadra di controllare la sua euforia che spesso degenera in isteria collettiva (Cuper parla di nemici, Ancelotti di avversari), il Milan saprà risvegliarsi dopo la trasferta galiziana attirata dalla possibilità di lasciare a +5 i cugini? L'unica cosa che accomuna le squadre, alla vigilia del derby numero 257, è l'arbitro de Santis. Con il direttore di gara di Tivoli le due milanesi non hanno mai perso. Stasera, in un Meazza da tutto esaurito, qualcuno potrebbe perdere questa «imbattibilità».
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