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INTER, LA FESTA DEL CENTENARIO
10 Marzo 2008 - letto 2417 volte
Tra il nero della notte e l'azzurro dei fasci di luce, San Siro ha rivissuto i 100 anni di storia. Ospiti ex giocatori e Adriano Celentano che ha duettato con il presidente Moratti

“Amala, Pazza Inter, Amala. E’ una storia infinita che dura da una vita…”
Da 100 per la precisione. Era il 9 marzo 1908 quando i 36 soci fondatori della beneamata, si riunirono al ristorante “Orologio” in una riunione (dalle 20:00 alle 23.30) che diede vita al “Football Club Internazionale Milano”. La notizia della nascita apparve con 2 giorni di ritardo sul giornale milanese dell’epoca, “La Lombardia”. Colori societari: il nero e l’azzurro, gli unici ancora disponibili all’epoca e che ieri sera hanno caratterizzato la festa del centenario.
Nerazzurro era tutto San Siro, a partire dal pubblico, giocatori, ex giocatori, ospiti, ricordi, fasci di luce, la torta e la coreografia spettacolare. Un enorme maglia nerazzurra con il numero 100 sulle spalle, contornata da un gigantesco tricolore e da una croce rossa su sfondo bianco, simbolo di Milano invadeva la curva nord. Poi una croce rossa su sfondo bianco con scritto FC Inter e lungo tutta la tribuna arancio, l'immenso striscione "1908-2008 da 100 anni in serie A. Dalle bandiere alle sciarpe, dalle passioni ai cori di “C’è solo l’Inter” “Chi non salta rossonero è”. Il tutto veniva condotto dalla voce nerazzurra Roberto Scarpini.
Ad aprire la grandiosa festa un cognome simbolo di questi 100 anni: Facchetti.
Giacinto, il gigante buono, è stato calorosamente applaudito dai 60 mila tifosi presenti, ancora prima che i festeggiamenti cominciassero. “Facci un gol, dai Giacinto facci un gol, è la nord che te lo chiede, dai Giacinto facci un gol”. Tra i sempre presenti da lassù anche l’amatissimo avvocato Prisco, anch’egli sempre vivo nel cuore dei tifosi
Terminata la partita, mentre i 60 mila finivano di raccontarsi le ultime impressioni sulla gara, San Siro è diventato improvvisamente buio per poi riaccendersi con i fasci di luce azzurre. Una suggestione incredibile a cui è seguita l’entrata in campo di Gianfelice Facchetti, foglio dell'amato Giacinto, che nella notte nera veniva avvolto dalle luci azzurre, dal dolce sottofondo musicale, dagli applausi, e dai flash delle macchine fotografiche. “Sono passati 100 anni e li ringraziamo ancora per aver portato l’Internazionale Football Club. Era la sera del 9 marzo 1908, erano poco più di quaranta, oggi siamo milioni. Erano ribelli e avevano un sogno, dare la possibilità a tutti, italiani e stranieri di giocare a calcio per la stessa bandiera nerazzurra”. Il discorso di Gianfelice Facchetti si conclude con la frase che trova d’accordo all’unisono tutti i tifosi del mondo “Per sempre, solo Inter”.
Non trovano invece i consensi totali i videomessaggi proiettati nei 3 megaschermi e sul gigantesco telo a centrocampo. A porgere felicitazioni poco gradite per la maggior parte del pubblico sono stati: il presidente della Fifa Blatter e dell’Uefa Platinì. Ma anche il messaggio del Pibe de Oro Diego Armando Maradona non è stato applaudito all’unanimità. Probabilmente per via dei suoi colori politici (non in sintonia con la maggioranza della curva nerazzurra) e di quelli napoletani. Altro personaggio che ha diviso lo stadio in 2 tra fischi e applausi (come succede da 10 anni) è stato Alvaro Recoba.
Davvero tanti i videomessaggi da parte di chi non ha potuto partecipare alla festa; 200 invece gli auguri di chi alla cerimonia non è voluto mancare.
Uscita dal tunnel in ordine alfabetico, stretta di mano al presidente Moratti (perfetto padrone di casa per tutto il corso dei festeggiamenti) per poi raggiungere il centrocampo tra gli applausi di San Siro. Questo il cerimoniale che ha rivisto sul campo vecchie stelle nerazzurre
Tra i più celebrati: Corso, Angelillo, Suarez, Beccalossi Brehme, Matthaeus, Klinsmann, Zamorano, Sosa, Jair, Djorkaeff, Zenga, Pagliuca, Di Biagio, Oriali, Mihajlovic e soprattutto lui: Roberto Baggio, di cui nei giorni scorsi si era parlato in veste di un possibile futuro all’Inter.
A ricordare le stelle del presente e del passato anche la sfilata delle 35 ragazze che sventolando le bandiere simbolo delle nazioni di provenienza, hanno ricordato gli 825 giocatori che hanno sposato la maglia nerazzurra. A proposito di matrimonio, singolare la scelta di una coppia cinese arrivata a San Siro già con abiti da cerimonia. I futuri sposi sono arrivati in Italia scegliendo di sposarsi il 9 marzo proprio a Milano. Una scelta d’amore tra loro e l’Inter.
Dopo gli auguri è arrivata la festa vera e propria. Adriano Celentano, ha regalato all’Inter la sua presenza, cantando “Il ragazzo della via Gluck” dal vivo dopo 14 anni. Ma non è stato l’unico nell’esibizione canora. Massimo Moratti ha infatti duettato sulle note di “Ora sei rimasta sola” insieme a colui che egli stesso ha definito il Pelè della canzone: “Cantare con Celentano è come aver gocato con Pelè”. Il Molleggiato ha concluso la sua performance con un ulteriore dimostrazione d’affetto per la squadra: il bacio al terreno di San Siro.
Oltre al monologo di Giacinto Facchetti, altri momenti di forti emozioni sono stati i filmati sulle attività di Inter Campus e quelli che ripercorrevano la storia e i trionfi di questi 100 anni.
L’attività benefica, da sempre orgoglio del club nerazzurro, è stata ricordata attraverso un video realizzato da Toscani. Inter campus è uno strumento per aiutare i bambini che soffrono o vivono in aree e situazioni disagiate offrendo ai giovani la possibilità di partecipare a iniziative che cercano sempre di coniugare l’attività sportiva con quella scolastica ed educativa.
Infine tante immagini e musica per ripercorrere le gioie di un secolo di storia. Poi l’entrata in campo dei campioni di oggi, mentre intorno l’atmosfera era sempre la stessa: nera della notte, azzurra nei fasci di luce e tanti coriandoli colorati che hanno segnato la conclusione della festa a San Siro. Il pubblico dopo aver salutato i campioni si è trasferiti in piazza Duomo dove la torta era accompagnata dalla banda musicale, e dalle proiezioni di immagine storiche che scorrevano lungo i palazzi che circondavano il Duomo. Il presidente Moratti, ancora una volta perfetto padrone di casa, ha servito alcuni dei 3000 tifosi presenti, che hanno risposto al suo affetto dedicandogli più volte “Un presidente, c’è solo un presidente”. Il patron ha regalato sorrisi, strette di mano, oltre ad offrire champagne e una gigantesca torta lunga 10 metri e larga 2, ma che comunque non è bastata a sfamare la fame dei numerosissimi tifosi sopraggiunti.
In ogni caso si sa… La torta è solo un dolce, serve a chiudere e addolcire la fine di un pasto, ma non serve a sfamarsi. Per essere sazi ci vuole almeno un primo piatto. Per quello bisogna forse aspettare a martedì sera, quando il menù del giorno sarà Inter - Liverpool… Con la speranza di saziarsi completamente a Mosca.
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