Inter, Adriano attacca dirigenti e allenatore: "Non mi difendono"

In una intervista a "UOL Esporte" il brasiliano sfoga il suo malumore. Interviene poi la società: "E' stato frainteso".

Il malessere che Adriano sta covando, e che già dopo il derby era sfociato in quel "Se i tifosi non mi vogliono più sono pronto ad andarmene", è espoloso in una telefonata del portale brasiliano "UOL Esporte", che lo ha intervistato, in cui il brasiliano attacca la società, rea di non tutelarlo dalle critiche e dalle invenzioni giornalistiche.

"C'è stata sicuramente una mancanza di protezione da parte dell'Inter, un giocatore va difeso sulla stampa - ha detto Adriano -. Non che io lo pretenda, ma quando la squadra non andava bene e io invece ero in forma mi hanno chiesto di parlare bene del gruppo coi giornalisti. E l'ho fatto. Ma adesso sto vedendo una cosa diversa, non c'è nessun dirigente che prende le mie difese. Io non ce l'ho con i miei compagni ma con il club. Ci dovrebbe essere una struttura migliore per sopportare questo tipo di critiche, perchè quando la squadra perde è facile dare la colpa a un giocatore. I giornalisti criticano solo chi va in campo ed è difficile giocare in queste condizioni. Non è che col Brasile le cose siano facili e all'Inter no. È che all'Inter tutto pesa su di me. Sfortunatamente la società non ha una struttura per cercare di cambiare le cose e devono trovare un capro espiatorio. Che divento io".

Sui compagni: "Ci diciamo buongiorno e buonasera. Non parlo con Veron, ma per il resto sto bene con tutti. La difficoltà, come ho detto, è che addossano tutte le responsabilità a me. Adesso si stanno anche inventando che non andrò ai Mondiali, ma Parreira non lo ha mai detto. Sono queste le cose su cui l'Inter dovrebbe intervenire e darmi appoggio, chiarendo con i giornalisti. Con Ronaldo abbiamo parlato di questa situazione che esiste all'Inter, in cui i grandi giocatori sono lasciata in balia delle pressioni esterne".

L'attenzione si sposta su Roberto Mancini: "Tutti hanno visto i miei sforzi. Nelle ultime due partite non stavo benissimo, sentivo ancora male, ma l'allenatore mi ha lasciato da solo a giocare in attacco. Se un giocatore non sta bene fisicamente, come fai a decidere una cosa del genere?".

Sul suo futuro in nerazzurro: "Ho detto chiaramente che se sono un problema per l'Inter non posso rimanere ancora. Se sono qua è per Moratti, una persona che mi ha sempre aiutato. E poi c'è un'altra ragione che è diventata una questione d'orgoglio, e cioè fare in modo che l'Inter vinca lo scudetto. È una cosa che mi dà la forza di rimanere e provare a vincere".

A due ore dalle dichiarazioni l'Inter è intervenuta per chiarire: "Adriano vuole immediatamente chiarire di non riconoscere il proprio pensiero nelle dichiarazioni che gli sono state attribuite e di aver evidenziato, recentemente, solo la delusione per il momento difficile attraversato dalla squadra. Così Adriano ribadisce di avere piena fiducia nella società e nella squadra, fiducia che ha voluto ribadire personalmente al dottor Massimo Moratti in un incontro privato avuto nei giorni scorsi".

Fonte: calcio.com