Il Prefetto Romano sulle frange estreme ultras: il bene della sicurezza oltrepassa gli interessi dei tifosi
21 Febbraio 2006 - letto 1636 volte GENOVA. 21 FEB. Proseguono le indagini per scoprire chi e come aveva organizzato il possibile agguato al pullman dei tifosi ascolani in occasione della partita Sampdoria-Ascoli. Nel frattempo è il Prefetto Giuseppe Romano, a distanza di due giorni dal ritrovamento del materiale "da guerriglia" che frange estreme ultras avevano nascosto nei pressi del casello autostradale di Genova Est, ad intervenire verbalmente sul fatto. Sono parole dure nei confronti di chi va oltre lo sport, dure per chi vuole usare la violenza, magari per reagire contro il malessere quotidiano, ma sono anche parole volte alla protezione dei tifosi che vanno pacificamente a seguire i loro beniamini e nei confronti delle società calcistiche che nulla hanno a che fare con le frange estremiste composte dai "tifosi-guerrieri", il tutto, naturalmente tenendo presente che: "Il bene della sicurezza - esordisce il Prefetto Romano - oltrepassa gli interessi particolari dei tifosi. La sicurezza è un bene che appartiene alla collettività e nella scala della priorità viene prima ad interessi nobili come il calcio". "Faccio una netta differenziazione tra la tifoseria sana, capace di entusiasmarsi allo stadio e magari di andare oltre le righe, ma non più di tanto da investire problematiche di ordine pubblico, da chi approfittando di un pretesto, la difficoltà della squadra o di una penalizzazione ritenuta ingiusta ne approfitta per esagerare. Esiste una differenza nettissima tra gli uni e gli altri e a Genova lo abbiamo provato la scorsa estate quando Genova ha vissuto momenti di grande criticità per i problemi di ordine pubblico " "Nel caso gli organi di polizia o il Questore mi dovessero far rilevare la preoccupazione per un evento ad elevatissimo rischio, non avrei problemi a non far disputare la partita o farla giocare da un'altra parte come è successo a Pavia" e prosegue: "Le società di calcio, nonostante siano collegate con i diversi club dei tifosi, non sono in condizione di essere interlocutori capaci di dare delle indicazioni comportamentali, infatti oggi i presidenti delle società o i dirigenti non possono dare ordini. Possono appellarsi mille volte al buon senso ma se i tifosi si vogliono scatenare, o peggio ancora, se ci sono frange estreme che nulla hanno a che fare con le tifoserie, ci troviamo di fronte a situazioni che dobbiamo controllare con le forze dell'ordine e la prevenzione". Fonte: ligurianotizie.it Notizie correlate Inter
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