Il Milan si gioca tutto a Belgrado prima la Champions, poi Ronaldo
22 Agosto 2006 - letto 1251 volte Lo stadio si chiama Marakana con la kappa, piove e il cielo è autunnale. Ma pare di essere a Rio: pure i serbi chiedono di Ronaldo. "Nessuno sa se arriverà", prova il dribbling Ancelotti, mentre Kakà per una volta non dribbla: "Se arrivasse, mi farebbe piacere". Per tentare di trasformarlo nel sostituto di Shevchenko, Galliani ha appuntanento con i dirigenti del Real, domani sera a Madrid: salterebbe in caso di eliminazione. Non vedere Shevchenko, alla prima e già decisiva trasferta europea della nuova stagione rossonera, è certo più strano che non vedere Meani, ex dirigente addetto agli arbitri e origine degli attuali guai milanisti, a cominciare da questo scomodo preliminare agostano di Champions. Ma nel rapporto causa-effetto il peso superiore dell'assenza meno illustre si misura attraverso le parole dell'irritato Ancelotti: "La qualificazione è un atto di giustizia e può permettere di attenuare nel tempo il torto che abbiamo subito. Mezza Italia pensa che siamo qui per un favore e questo aumenta il disappunto: è la conferma che la realtà dei fatti non è ancora venuta fuori. Che il Milan, negli ultimi due anni, sia stato penalizzato, lo sanno tutti. E che l'Uefa, censurandoci pubblicamente, abbia sprecato fiato e tempo, è altrettanto chiaro: dopo la finale di Istanbul, ci inviò una lettera di complimenti per il nostro fair-play, nonostante l'atroce sconfitta. Quello fa testo, il resto è un'ingiustizia". Sono frecce avvelenate per Juventus, giustizia sportiva e Uefa. Ne resta una per Capello e per il suo Real, attivo sul mercato solo un po' meno dell'Inter di Moratti: "Non so se lo incontreremo in Champions. In finale? E' più facile che ci arrivi il Milan del Real". Il lungo percorso inizia stasera. Se sia soltanto metropolitana, la leggenda del temuto Marakana - la bolgia con annesso tunnel in cui gli avversari della Stella Rossa verrebbero impauriti con mezzi leciti e non - i giocatori del Milan lo appureranno davanti a 55mila tifosi serbi urlanti: mille poliziotti e 750 steward vigileranno sulla sicurezza e sugli 80 tifosi rossoneri che hanno affrontato la trasferta. Qui la società si gioca la Champions, cioè l'immagine europea, una ventina di milioni di euro di sicuri introiti e l'acquisto di Ronaldo (l'alternativa meno esotica è il campione del mondo Iaquinta). Sul tema, Ancelotti ridiventa sdrammatizzatore professionista. Da testimone in campo della celebre doppia sfida dell'88 dalla quale nacque l'epopea berlusconiana (primo atto sospeso per nebbia, secondo vinto ai rigori), fa dunque presente che le leggende possono spaventare fino a un certo punto chi è abituato a girare per gli stadi di tutto il mondo e a vincere e può fare leva oltretutto sul gol di Inzaghi all'andata. Negli anni '80 il Marakana teneva 92mila spettatori e la Stella Rossa aveva Savicevic e Stojkovic. "Una ventina di anni fa l'ambiente di Belgrado era molto particolare, nel frattempo sono successe tante cose. Farà caldo anche stavolta, ma sarà stimolante. Quella fu la partita del destino e può esserlo anche questa. Dipende tutto da noi. Io mi aspetto di giocare la Champions e se lo aspettano i giocatori: è troppo importante per loro e per la loro classe. Non possono fare un'altra competizione". Che poi sarebbe la decaduta Coppa Uefa, torneo di consolazione per i club caduti nei preliminari di Champions. L'insidia tecnica principale è la scarsa preparazione atletica dei rossoneri, problema insito nella data precoce della partita: "Ma rispetto all'andata, quando il nostro rendimento era un'incognita, abbiamo due settimane di allenamenti in più. Non difenderemo l'1-0 di San Siro, cercheremo di chiudere il discordo il più in fretta possibile". In assenza dei tre difensori centrali titolari - Nesta, Maldini e Kaladze - il quartetto arretrato sarà lo stesso dell'andata - Cafu, Simic, Costacurta, Serginho - così come il resto della formazione, con la coppia di punta Inzaghi-Gilardino e Kakà trequartista alle loro spalle. "Non ho il rammarico delle occasioni sbagliate due settimane fa, perché sono convinto che il turno lo passeremo noi, anche se è chiaro che la Stella Rossa sarà più coraggiosa di quella, timorosissima, di Milano", dice ancora Ancelotti. I serbi promettono la metamorfosi: per prepararla, non hanno giocato in campionato e Kovacevic, il capitano, dà l'idea del clima: "Siamo in grande forma e abbiamo capito quali sono i punti deboli del Milan. Possiamo aspettarci trucchetti e provocazioni, ma noi sappiamo come comportarci con chi ci provoca". Sacchi, allenatore dell'88, ha mandato un sms a Galliani, che lo ha trasmesso alla squadra: "Belgrado è un grande ricordo, speriamo di averne un altro". Tra i telespettatori interessati c'è Ronaldo. Costa in teoria 30 milioni, cui vanno aggiunti quelli degli sponsor personali che il brasiliano perderebbe, lasciando la Spagna. Ma tutto passa per il Marakana. Fonte: repubblica - repubblica.it Notizie correlate Milan
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