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Febbre Inter, maxischermo per diecimila tifosi
23 Agosto 2005 - letto 1310 volte
Decine di agenti garantiranno l’ordine pubblico

Mercoledì alle 21 l’incontro di Champions a porte chiuse contro lo Shakhtar. «Staremo vicini ai nostri campioni»
Più vicino di così proprio non si poteva. A debita distanza dallo stadio, fuori dall’«area sportiva» secondo i precetti dell’Uefa, ma pur sempre a San Siro, nel parcheggio dei pullman riservato alle tifoserie ospiti. Gli interisti, mercoledì sera, saranno lì. Diecimila, forse di più, a duecento metri dallo stadio. Davanti al maxischermo di 30 metri quadrati installato dalla società di via Durini, grazie all’autorizzazione della questura, per non lasciare la squadra orfana della «sua» curva. Lo spettacolo «ridotto» andrà in onda alle 21, con la diretta della partita di ritorno tra Inter e Shakhtar Donetsk (2-0 con gol di Adriano e Martins il 10 agosto). Terzo turno dei preliminari di Champions League, gara a porte chiuse causa-fumogeni nell’ultimo euroderby (quattro turni di squalifica del campo). Il silenzio nel Meazza, trasformato in acquario. I cori e le bandiere, fuori.

Javier Zanetti, capitano nerazzurro, solleva la Supercoppa vinta sabato contro la Juventus (Reuters)
L’organizzazione di questo anomalo mercoledì di coppa sarà comunque all’altezza del grande evento. Decine di agenti di polizia e carabinieri a garantire l’ordine pubblico tra via Federico Tesio e il piazzale dello Sport. Vigili urbani a regolare il traffico. Alcuni bagni chimici e presidi medici per le emergenze a disposizione della curva esiliata dallo stadio. «Questo del maxischermo è solo un esperimento — dice Lorenzo Zanoni, direttore operativo interista della divisione Eventi Stadio —. Ma se la squadra dovesse passare il turno potrebbe anche essere replicato». In caso di vittoria contro lo Shakhtar, infatti, ci sarebbe da giocare a porte chiuse tutto il primo girone di Champions (tre partite). Ma «un’eventuale bis dipenderà dal comportamento dei tifosi». Una sola intrusione all’interno dello stadio farebbe saltare tutti i piani. La squalifica inflitta dall’Uefa all’Inter prevede infatti la formula del «4+2». Tradotto: le quattro giornate di squalifica diventano sei alla prima intemperanza del pubblico.
La febbre della vigilia, intanto sale. Il popolo nerazzurro, dopo aver festeggiato sabato la vittoria della Supercoppa italiana sulla Juventus, si preparano a un’altra festa. «Abbiamo chiamato a raccolta tutti i club di Milano e provincia sotto il maxischermo», annuncia Fausto Sala, direttore del Centro coordinamento Inter Club. Obiettivo: «Sostenere la squadra da vicino». Con un impegno, che vale anche per la stagione che inizia: «Ci prodigheremo perché il tifo sia il più civile possibile». La metà nerazzurra di Milano sorride. Lo dice, anche se solo a mezza bocca: «Questo potrebbe veramente essere l’anno buono». Il segnale che il vento è cambiato? «Se il Milan non ha vinto niente e noi già due trofei (Coppa Italia e Supercoppa, ndr), vorrà pur dire qualcosa», sorride al telefono Enrico Bertolino, che sta seguendo le magie dell’Inter d’agosto dal Brasile di Adriano (battuta: «Se Moratti mettesse un maxischermo anche a Pititinga riempirebbe la piazza di appassionati»).
Beppe Bergomi, terzino dell’ultimo scudetto targato Trapattoni, è sicuro: «L’Inter ha una rosa eccezionale. A livello di qualità superiore sia al Milan sia alla Juve. Può fare molta strada, è favorita sia in campionato sia in Europa». Più pacato, da tifoso che ai buoni auspici non crede più da un pezzo, il giudizio del senatore della Margherita, Nando Dalla Chiesa: «Le prospettive sono buone, sia in campionato che in Champions League». La nota più positiva di questo precampionato? «L’acquisto di Pizarro, il meno fragoroso ma il più utile». Non abbandona la scaramanzia, nemmeno quando a parlare sono le vittorie, l’onorevole di Alleanza nazionale, Daniela Santanchè: «La direzione è quella giusta, ma da brava interista conto solo sui miracoli. Quest’anno potrebbe succederne uno, ma non ci voglio nemmeno pensare».
L’entusiasmo sulla sponda nerazzurra pesa anche sugli abbonamenti per il campionato: lunedì sera, alla chiusura delle casse, le tessere avevano toccato quota 36.713. Quasi diecimila meno di quelle comprate dai cugini milanisti (45.314, con un incasso di 13 milioni e mezzo di euro). Ma, almeno in questa partita, i tifosi interisti possono ancora avvicinarsi. Hanno tempo fino alla prima settimana di settembre.


di Armando Stella
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