re anni ad Appiano Gentile non si dimenticano. Tra qualche rimpianto e molta nostalgia, don Hector, che aspetta con curiosità di rivedere all’opera la sua vecchia squadra nella partita che vale una stagione, racconta com'era la sua 'Beneamata'.

"Fra le mie ex, Inter e Valencia, scelgo la prima. È rimasta nel mio cuore, e domani sera tiferò per i nerazzurri". Tre anni ad Appiano Gentile non si dimenticano facilmente. E’ passato dai rimpianti alla nostalgia don Hector Raul Cuper, che aspetta con curiosità di rivedere all’opera la sua vecchia squadra nella partita che vale una stagione.

"Dico che se l’Inter esce indenne dal Mestalla, va diritta in finale. Fra le italiane è la migliore, la Roma e lo stesso Milan hanno un potenziale inferiore".

Mica facile, ci sarà un bell’ambientino a Valencia... "Il clima del Mestalla sarà infernale, è vero. Ma non può essere l’entusiasmo a fare la differenza quando resta evidente il divario tecnico fra le due squadre. L’Inter è favorita, dovrà solo cercare di mantenere la calma e tapparsi le orecchie".

Lei sa bene come si espugna il fortino spagnolo..."In effetti una delle più grandi gioie l’ho provata proprio al Mestalla, neii quarti di finale di coppa Uefa del 2002: vincemmo 1-0 su un campo imbattuto da dieci anni, dopo una gara sofferta finita in inferiorità numerica e con Farinos in porta al posto di Toldo. Però fu una bella soddisfazione".

Parla con piacere del passato interista..."E perché non dovrei? Sono arrivato vicinissimo al successo, ma anche il piazzamento d’onore fu un segnale positivo. Da quel cinque maggio 2002 la squadra è solo migliorata..."

Si prende un po’ di meriti?
"Se quel maledetto giorno il risultato fosse stato diverso, ora sarei ancora sulla panchina nerazzurra. Il 5 maggio è passato, però ogni tanto ci ripenso. E dopo quel che è successo negli mesi ancor di più".

Si riferisce a calciopoli... "Esatto. Continuo a chiedermi se quello fu un campionato regolare, soprattutto dopo quel rigore che non ci fu concesso contro il Chievo per un fallo su Ronaldo nella terz’ultima giornata di campionato. Sapete chi era l’arbitro? De Santis".

Sospetti gravi... "Le pressioni a favore dei grandi club sono sempre esistite, mai però in maniera così sfacciata: noi fummo derubati. Non potevo essere io a cambiare il sistema, almeno adesso è stata fatta giustizia".

Torniamo all’Inter di oggi. Cosa la colpisce di più? "E’ straordinario quello che sta facendo. Giusto chiamarla "invincibile", è la forza del gruppo. E poi è il giusto premio per una società che ha investito tanto, ma pure Mancini ha grandi meriti"

Ibrahimovic più decisivo di Adriano... "La differenza è che lo svedese è più spensierato mentre Adriano non deve perdere la serenità nei momenti bui".

A proposito di "rigenerati", è tornato Ronaldo... "I rapporti personali sono una cosa anche se mi è dispiaciuto il suo comportamento, ma per me resta un grande giocatore. Non sono sorpreso di rivederlo in Italia, il problema è che è finito dall’altra parte della barricata. Ci vuole coraggio ad affrontare i tifosi nerazzurri".

Lei non avrebbe tradito... "No. Spero di tornare in Italia, all’Inter verrei di corsa perché mi sento nerazzurro dentro".

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