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Basta con la caccia al Milan!!!
07 Novembre 2006 - letto 1000 volte
ARTICOLO DI FABIO MONTI(CORRIERE DELLA SERA,PAG. 53)

Domenica lo stesso direttore di gara ha fatto infuriare il Milan
Ancelotti testimone: 'Un arbitro inaffidabile'
ll tecnico del Milan il 16 maggio aveva esposto ai carabinieri i suoi sospetti facendone il nome, assieme a quelli di De Santis e Palanca

MILANO — L'errore vero è all'origine della storia. Non essendoci più il sorteggio, Tiziano Pieri non andava designato per dirigere Atalanta- Milan. Stefano Tedeschi, l'uomo chiamato a sostituire la coppia Bergamo- Pairetto, travolta da Calciopoli, ha voluto sfidare la regola numero 18 del gioco del calcio, quella del buonsenso, appena ricordata da Blatter. E ha perso la partita. Le ragioni per le quali Pieri andava tenuto lontano dal Milan e da Ancelotti sono infatti racchiuse nei verbali della deposizione di sei mesi fa del tecnico rossonero davanti ai Carabinieri di Roma e al vice-capo dell'Ufficio indagini della Figc, Gianluca Leonelli. Ma non solo in quelli. Non si manda un arbitro a dirigere la partita di un allenatore che, in piena coscienza, dopo avere spiegato che Meani non era un semplice ristoratore di passaggio al Milan senza alcuna responsabilità nei rapporti con fischietti e assistenti, ha avuto il coraggio di sostenere: «Non posso affermare nulla sull'esistenza di gruppi arbitrali, ma certamente ho avuto la netta sensazione che alcuni arbitri erano meno affidabili. Tra questi De Santis, Palanca e Pieri».

Oppure: «Individuo tre partite in cui ritengo che l'arbitro si sia adoperato per danneggiare volontariamente il Milan e favorire, direttamente o indirettamente, la Juventus. Mi riferisco in particolare alla gara Lecce-Milan in cui l'arbitro Pieri in modo veramente singolare comminò un'ammonizione a centrocampo a Maldini che era già diffidato e ciò alla vigilia del derby milanese». Il riferimento è al 15 febbraio 2004, Lecce-Milan 1-1, quando Pieri venne definito da Galliani «arbitro tecnicamente inadeguato». Pur essendo diventato internazionale secondo criteri non del tutto comprensibili, Pieri non è migliorato: anzi, le sue direzioni sono state accompagnate dal sospetto di un legame particolarmente stretto con Moggi. Era lui l'arbitro di Bologna- Juve 0-1 del 12 dicembre 2004 (il caso-Cipriani, la punizione di Nedved) e di questo aveva parlato Pagliuca nell'audizione davanti ai Carabinieri di Roma del 5 giugno, in cui riferiva di essere stato testimone di «un arbitraggio che costantemente, nel corso di tutta la partita, ci è sembrato assolutamente ingiusto nei confronti della nostra squadra».

E da una serie di intercettazioni è emersa con chiarezza la vicinanza dello stesso Pieri all'ex d.g. della Juve. A sostegno di questa tesi, negli atti della Procura di Torino erano venute alla luce le telefonate nelle quali Moggi chiedeva a Pairetto di designare per il «Trofeo Berlusconi» proprio Pieri e raccomandava l'arbitro di Lucca al moviolista Baldas, perché lo sostenesse. E che cosa dire della telefonata nella quale Maria Grazia Fazi, che non considerava Pieri come uno del gruppo legato a Bergamo, si dimostrava particolarmente soddisfatta per un errore clamoroso capitatogli a Reggio Calabria, perché non essendo stato commesso a favore della Juve sarebbe stato a lungo sospeso? Da questo squallido intreccio di episodi, emergono tre tipi di problemi per i quali era del tutto sconsigliabile la designazione di Pieri in Atalanta-Milan, partita di per sé delicata.

Il primo: la testimonianza di Ancelotti è venuta a conoscenza di Pieri; tutti i tesserati oggetto di indagine da parte della Procura di Napoli e della Procura federale hanno infatti ottenuto gli atti. Così come i dirigenti arbitrali, direttamente dai vertici della Figc. Secondo problema: l'arbitro, che risulta indagato dalla Procura di Napoli per frode sportiva, non può essere tranquillo in questo momento, visto che si avvicina l'ora in cui i magistrati partenopei firmeranno i rinvii a giudizio e la sua posizione non pare si sia alleggerita in questi mesi di intenso lavoro da parte dei pm Narducci e Beatrice. Terzo problema: Pieri, prosciolto nell'ambito del processo alla Reggina, non è mai stato sospeso da parte degli organi di giustizia della Federcalcio o dell'Aia per i rapporti con Moggi e la Juve, quelli denunciati da Ancelotti. E dunque il contenzioso con il tecnico resta aperto. Siccome sarebbe stato troppo chiedere a Pieri di ricusare la designazione di domenica per l'evidente incapacità di essere sereno, sarebbe dovuto intervenire preventivamente Tedeschi. Il designatore però era troppo impegnato in altre questioni per scegliere una soluzione di questo tipo. Salvo svegliarsi ieri con una telefonata al fischietto di Lucca, che si è rivisto in tv.

Per gli arbitri è un momento di sbandamento tecnico e di allarmante fragilità morale. Le indicazioni regolamentari che emergono dai raduni sono confuse e in vorticoso mutamento ad ogni occasione. Il fatto che la quasi totalità degli arbitri sia riuscita a dribblare le sanzioni disciplinari, ha soltanto danneggiato la categoria, che ha interpretato il lassismo federale (a torto) come un'assoluzione da tutti i peccati, anche quelli mortali. La loro catarsi è ancora lontana.
Fabio Monti


MA IL DESIGNATORE TEDESCHI QUESTE COSE NON LE SAPEVA?

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