Sono da poco passate le dieci e mezza di sera quando Marcello Lippi comunica in sala stampa la calmorosa decisione di abbandonare l'incarico di allenatore della Juventus e inizia lo sgomento per i diciotto milioni di tifosi sparsi per la penisola . Subissati di gioco e di reti dal Parma che solo nel '90 ha conosciuto la serie A e che non aveva mai vinto a Torino nella sua storia , criticati apertamente e abbandonati anche dal pubblico del Delle Alpi che proprio qui, solo tre anni e mezzo fa , aveva festeggiato il tricolore più bello degli ultimi anni , proprio infliggendo un sonoro 4-0 al Parma rivale diretto nella corsa al titolo. Cosi il cigno ha cantato per l'ultima, triste ,sconsolata volta. La partita non ha molto da raccontare : a Torino la fiducia nella squadra è crollata, ci sono solo duemila miseri paganti , in grna parte provenienti dalla città ducale. I tifosi ospiti. In settimana Lippi era arrivato a quel triste stadio finale di quando dici , in queste situazioni, frasi come "non guarderò più in faccia a nessuno , d'ora in poi giocherà solo chi è più in forma " alludendo a qualche giocatore che potesse battere la fiacca o lesinare impegno . Hanno pagato Deschamps (che non ha mai lesinato una goccia di sudore e ultimamente paga i trentadue anni di età più che l'imborghesimento da vittoria del campionato del mondo ) e l'incolpevole capitano Antonio Conte , famoso proprio per l'attaccamento alla squadra. Dentro un inguardabile Mirkovic e Tacchinardi, al quale si da fiducia un po come prova per vedere se sarà pronto per la gestione Ancelotti. Dopo un quarto d'ora in cui incredibilmente la Juve non prende gol (è successo già quattro volte nelle ultime cinque partite ) al primo affondo passiamo in vantaggio, proprio con Tacchinardi che indovina l'angolo alto dai venti metri con un tiro tanto bello quanto irripetibile. E' solo un 'illusione perchè la sola squadra in campo è purtroppo il Parma. La Juve non riesce a gestire la partita , prova solo a chiuderla e Fonseca prima ed Esnaider poi hanno due matchball piuttosto clamorosi, ma li sciupano incredibilmente . Chissà cosa avrà pensato Lippi , con le braccia alzate al cielo dalla rabbia. Gli avrebbero sicuramente salvato la panchina . Ma il calcio, si sa, è beffardo e cinico. E il Parma , che comincia a schiacciarci in area, si avvicina al gol con Veron (il migliore in campo ) e meritatamente pareggia quando Chiesa evita Tudor (subentrato a Pessotto infortunatosi) sulla destra e crossa per Crespo che anticipa Montero e Peruzzi e insacca di piatto destro. La reazione Juve non esiste, la Juve è già sotto la doccia dopo il fallito raddoppio. Quattro minuti e una disattenzione imperdonabile, di livello oratoriale, di un Montero irriconoscibile , regala a Chiesa il pallone del raddoppio su un piatto d'argento . E cominciano veementi i giusti fischi su Montero e sul suo probabile futuro interista. (Le curve cantano forte "Marcello portalo a Milano " con un'ironia piuttosto graffiante ). Altri sessanta secondi e il match si chiude : bravo Benarrivo a sgusciare via sulla destra e al cross per Crespo che anticipa ancora Montero per la terza volta e firma il 3-1. Il rientro negli spogliatoi è mesto e denso di fischi dal pubblico juventino, stufo di vedere una squadra senza mordente. Nel secondo tempo Lippi effettua gli ultimi cambi della sua lunga militanza sulla panchina bianconera , togliendo Esnaider (evanescente) e il "match-loser" Montero per Henry e Conte. Ma a nulla servono perchè Crespo ne fa un altro , e di tacco, beffando il sonnecchiante Tudor e l'incolpevole Peruzzi. Lo stadio è una polveriera di fischi e insulti alla squadra, personalmente sono rimasto esterrefatto dal sentire questo astio verso una squadra che in questi anni ha vinto quasi tutto quello che c'era da vincere. Comprensibile però la delusione di chi paga e soffre per vedere una squadra che ,al cospetto del pur bravo Parma di Malesani quarto in classifica, sembra una provinciale al cospetto del Real al Bernabeu. La partita non ha storia, molti tifosi lasciano lo stadio e le curve continuano nella loro protesta con cori più o meno beneauguranti come " resteremo in serie A " o "andate a lavorare ". Il finale è 4-2 perchè Zidane scodella un pregevole esterno destro a Fonseca che insacca con un altrettanto godibile lob su Buffon in travolgente (e dissennata, perchè anche con Vieri ha fatto la stessa brutta cosa ) e inutile uscita. Lo stadio teatro della festa per l'ultimo scudetto solo otto mesi fa è semi vuoto , silente e malinconico ; il match si trascina fino al termine e non cambia più. Troppo divario tra un Parma grintoso, concentrato, fisicamente tonico , compatto e ben orchestrato in regia da Veron e una Juve spenta , sfiduciata, allungata nei reparti, senza gioco e convinzione, sterile in attacco e fragile in retroguardia. Una lezione di calcio che pone fine al ciclo Lippi, che è durato quattro stagioni con tre scudetti , tre competizioni nazionali e tre internazionali (più le due finali perse di Champions League che tornano maledettamente alla mente ) e rimane e rimarrà sempre nella nobile storia del sodalizio torinese. Però la fine peggiore si sperava di evitarla , di chiudere nell'anonimato ma non nel buio totale. Personalmente , seppure ci lascia nella bufera per andare all'odiata Inter che ha lanciato strali a più riprese contro le nostre vittorie cioè quelle di Lippi , non provo alcun risentimento verso il tecnico. Lippi ha condotto la squadra ad un ciclo di trionfi paragonabile solo a quello dei primi anni ottanta con Trap in panchina e Platini e sei campioni del mondo in campo. La sua bravura è indiscutibile. Discutibile semmai la disastrosa filosofia gestionale della triade umbertiana che per il bilancio ha sacrificato le esigenze della squadra, dimostrando per una volta una miopia ingiustificabile. Non è tempo e luogo per fare i processi perchè si faranno a fine stagione , comunque più che l'addio di Lippi , alla Juve ha fatto male la campagna acquisti completamente sbagliata e la sfortuna derivante dagli infortuni importanti gravi a catena che hanno costellato questa metà stagione , primo tra tutti quello di Del Piero, e poi quelli attuali di Inzaghi e di Ferrara, pedine nazionali ed insostituibili. Non cito volutamente tutti gli episodi di denigrazione , diffamazione e danneggiamenti arbitrali di cui siamo stati vittime ,perchè alla Juve non si è abituati a gestire queste situazioni con la cultura del lamento come da altre parti . Bisogna guardare avanti e salvare il salvabile di questa tragica annata. C'è da finire il campionato tra le prime sei per consegnare a Ancelotti una Juve con vista sull'Europa e c'è da difendere quantomeno l'onore in Champions League, dando almeno il massimo per lasciarla nel modo meno traumatico possibile . In giornata il c.d.a. della Juve deciderà il successore del "tecnico delle vittorie" , chiunque sia merita un sincero augurio di buona fortuna . RAG DOLL
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