Venezia: e tra le calli e sui canali, linvasione degli ultras
11 Febbraio 2003 - letto 1735 volte
La carovana dei tifosi alabardati ha fornito uninedita coreografia per i turisti presenti ieri nella città lagunare
Limitati gli incidenti: a far la fine peggiore... gli estintori installati sulle imbarcazioni
I più allibiti sono i turisti giapponesi che non riescono a capire cosa ci facciano tutti quei poliziotti in assetto di guerra alla stazione ferroviaria allora di pranzo. Si guardano in giro con espressione incredula e comunque fotografano. Fotografano larrivo sul binario 1, alle 13.15 del treno che porta mille ultras alabardati rischiando di beccarsi qualche oggetto volante. Altri mille sostenitori della banda Rossi erano giunti in laguna già in mattinata in macchina o in pullman (quelli del Centro di coordinamento) o con altri treni. La stazione e piazzale Roma sono presidiatissimi da uomini in divisa come se dovesse arrivare in visita il presidente americano Bush. Quando scendono dai convogli i tifosi sono tutti allegri e festosi. Cantano «Venezian venezian te brusemo la Fenice e te caghemo in canal», la polizia crea loro una corsia preferenziale per imbarcarli subito su due vaporetti dove gli ultras vengono stipati come sardine. Se ne vedono di tutti i colori durante il tragitto verso lisola di SantElena nella più anomala e rischiosa trasferta dellanno. Cè chi con una buona dose di ironia si è portato dietro una bandiera nera di pirata e la piazza su una delle due boat-people che rollano in maniera inquietante. Ciambelle e palloni di salvataggio e gran parte dellequipaggiamento di bordo finiscono in acqua. Un ultras più audace riesce anche a issarsi sul tetto del vaporetto. Dalle vicine calli ogni tanto si leva un flebile bastardi: i nemici verdearancio spiano il trasferimento con discrezione. È una tattica di guerriglia? I tifosi alabardati vengono portati in una zona tranquilla dove li trasferiscono tutti sullo zatterone «San Giorgio» che li trasborderà, facendo un lunghissimo giro fino allisolotto dove cè lo scomodissimo stadio Penzo. Anche gli estintori delle imbarcazioni fanno una brutta fine: alcuni scalmanati li aprono e gli sparano in mare o verso i natanti che incrociano. Bravate ma nessun episodio di violenza. I tifosi veneziani li attendono allo scalo dove però cè un robusto cordone di sicurezza. Cercano lo scontro ma sono anche in minoranza; proprio non si possono vedere ed è anche una questione politica. Per i lagunari è come se giocassero fuori casa. Sono sovrastati dal tifo degli ospiti.
Tutto fila liscio durante la partita, i sostenitori alabardati si divertono solo a beccare il portiere Soviero, visibilmente infastidito. A fine gara sono tutti annichiliti, non hanno neanche la forza di prendersela con la curva del Venezia dopo quel gol di Rossi. Il viaggio di ritorno sullo zatterone è mesto e pochi sfogano la loro rabbia gettando tutto quello che trovano in mare.
cat.
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