Tafferugli al Dall'Ara per Bologna-Juventus: assolti otto tifosi rossoblù
20 Luglio 2016 - letto 3317 volte
Sono stati tutti assolti gli otto tifosi del Bologna Calcio imputati per i tafferugli con le forze dell'ordine allo stadio Dall'Ara, scoppiati durante la partita con la Juventus il 16 marzo 2013. Erano a processo a vario titolo per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale per gli scontri con Polizia e Carabinieri, impegnati ad impedire il contatto tra le due tifoserie, e per danneggiamento aggravato, per aver forzato la cancellata divisoria nel tunnel tra la curva 'Bulgarelli' e il settore dei Distinti, occupato dai sostenitori bianconeri.
Il giudice del tribunale di Bologna Paola Passerone ha pronunciato assoluzioni per i vari capi di imputazione con le formule perché il fatto non sussiste, per non aver commesso il fatto e perché il fatto non costituisce reato. Sette tifosi erano difesi dall'avvocato Gabriele Bordoni, uno dall'avvocato Simone Sabattini. Le indagini e le denunce erano state della Digos e la citazione a giudizio era stata fatta dal Pm Antonella Scandellari. La tesi difensiva dell'avvocato Bordoni ha preso spunto anche dalle relazioni di servizio della Questura e ha osservato ad esempio che nessuna delle persone che forzarono il cancello è mai stato identificato: gli imputati lo trovarono completamente aperto e, in assenza di agenti di Polizia o steward a presidio, entrarono nel tunnel tra la curva e i Distinti, senza danneggiare nulla.
Rispetto agli scontri, durati circa un minuto e che coinvolsero 70-80 tifosi a volto coperto, arrivati a contatto con il battaglione dei Carabinieri, per la difesa non è emerso dalle testimonianze che tra i 'facinorosi' ci fossero gli imputati. Gli stessi, interrogati, hanno infatti spiegato bene cosa stavano facendo e hanno evidenziato che le immagini li riprendono fermi e non armati; per la difesa è quindi logico supporre che gli imputati siano stati riconosciuti nella videoregistrazione fatta solo dopo gli scontri, in quanto conosciuti alla Digos come frequentatori della curva. Anche per le lesioni ad un funzionario, che ricevette una prognosi di 27 giorni, non sarebbe stato possibile riconoscere con certezza l'autore: l'illuminazione era scarsa, la vittima piegata in avanti mentre veniva presa a calci nella schiena. Non è emersa in sostanza la prova oltre ogni ragionevole dubbio, per la difesa, che il responsabile sia quello indicato dalle indagini. Il giudice depositerà le motivazioni della decisione entro 90 giorni.
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