Spalletti: «La festa dei tifosi la cosa più bella»
12 Marzo 2007 - letto 1313 volte «Erano in 500 all'aeroporto, peccato non averli visti. Ma bisogna fare di tutto per ripagare questo affetto». Ci sono possibilità che questo gruppo rimanga insieme anche in futuro per gettare le basi per un grande progetto? «Le intenzioni sono sempre quelle di confermare i giocatori che hanno propositi corretti, hanno propositi giusti, hanno qualità, che dimostrano poi disponibilità alla nostra causa. Però poi c'è sempre un confronto diretto, bisogna andare sempre in profondità di quello che sono le trattative, di quello che sono le situazioni di mercato che possono capitare, perché questo può essere poi interessante per la società, ma anche per gli stessi calciatori di andare a vedere quello che genera poi nel mercato il movimento dei calciatori». Nella doppia sfida di Champions, la Roma è stata sfortunata con il direttore di gara. Che ne pensa? «Se i giocatori non protestano è meglio, eppure ho sentito dire magari alla radio o alla tv che Totti e De Rossi non hanno protestato per presunte ingiustizie e dovevano farlo. Mettiamoci d'accordo. Prima sbagliavano a farlo e ora sbagliano a non farlo? Gli errori arbitrali possono esserci, ma se la squadra vuole giocare riesce a determinare nonostante decisioni sbagliate. Come nel caso di Lione». Quali emozioni prova ad incontrare l'Udinese che è stata la sua squadra? «Incontro dei ragazzi che mi hanno dato moltissimo, un ambiente dove sono stato benissimo, che mi ha dato la possibilità di esprimermi, mettendomi a disposizioni delle ottime individualità. E' un bel ricordo quel periodo di Udine. A parte quanto ho detto di Pozzo a cui non ce l'ho fatta a non reagire: mi aveva detto due o tre cose e allora ho risposto ma poi è sbagliato perché, come ho detto, intervenendo ad una televisione privata, io da Pozzo ho imparato tantissime cose, lui sabato sera veniva sempre a cena con me». La cosa che l'ha colpita di più in questi giorni? «La cosa che mi ha fatto piacere è quella che non ho visto: che ci sono stati 500 tifosi ad aspettare la squadra all'aeroporto, quando siamo rientrati (da Lione, ndr). Il nostro pubblico è un pubblico passionale, che ti avvolge. E allora viene fatto tutto per ridargli qualcosa. Sapere che hanno gioito, che sono stati bene, hanno passato una bella trasferta, è la cosa più importante». Le dà fastidio chi ha ridimensionato il valore del Lione, dopo la vittoria della Roma? «Non so a chi si riferisce, qualche giornalista, qualche tifoso, qualche operatore di calcio... In tutti i settori che sono i cosiddetti "bastian contrari". Il Lione è una squadra fatta bene, costruita negli anni, società fortissima. I calciatori del Lione sono quelli che vogliono tutti e si è visto quanto siano forti. Facendo così andrei a sconfinare in quel modo di commentare ciò che è avvenuto come hanno fatto loro. Degli episodi sono successi, però io devo rafforzare i buoni comportamenti dei calciatori. Non me ne vorrà Chivu, nel commentare il giorno dopo la partita siamo andati direttamente sull'episodio della gomitata. Chivu lì si è preso una randellata in faccia, hanno visto tutti quella che è stata la violenza di questa botta, non so se l'avete visto Chivu com'è in faccia. Se lo guardate, fa impressione. E' rientrato in campo e nei palloni che gli sono capitati dopo aver preso quella randellata lì, è andato a tirare di testa ugualmente come se non avesse avuto niente. Ha messo la testa in due-tre situazioni. Non è andato alla ricerca di vendicarsi. Se invece si fa a ricordare quello che ha fatto in Supercoppa, che ha lasciato la squadra in dieci senza che ce ne fosse il bisogno, quella è la differenza». Possibile che Pizarro a fine partita non sapeva di essere diffidato? «Un problema suo se non lo sapeva, perché noi li attacchiamo sempre i diffidati prima di andare a giocare una partita. In tutte le cose bisogna sempre migliorare, anche in questo. Se ne accorgerà quando si giocherà in casa con il Manchester e lui vedrà la partita dalla tribuna». Fonte: Goal.com Notizie correlate Spal
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