Complotto Genoa, chiarezza subito. Smascherati alcuni giudici.
La vicenda dei bigliettini denunciata da Preziosi è una martellata sulla testa della Giustizia Sportiva. I giudici non sono superuomini, abbiamo però il dovere di verificare che siano almeno uomini. La Federazione è stata colta di sorpresa da un evento che supera peraltro la capacità di immaginazione: La sentenza era pronta a tavolino ed il complotto e' stato smascherato per l'inettitudine di alcuni magistrati che si sono fatti "beccare" come adolescenti svogliati a scrivere le loro malefatte per vantarsi; alcuni di loro sono addirittura gia' stati individuati con nome e cognome inchiodati dalle riprese a circuito chiuso dai giornalisti del Giornale, di Repubblica, della Gazzetta, del Secolo XIX ed altri; in serata non è giunto nessun intervento ufficiale e la Federazione e' completamente spiazzata. Lo aspettiamo inderogabilmente nelle prossime ore: bisogna spazzare via, alla vigilia della sentenza Genoa, qualunque dubbio possibile. Annullare immediatamente ogni giudizio e procedimento. E, a bocce ferme, ridisegnare la composizione di commissioni e istituzioni di giustizia sportiva: qualcosa non ha comunque funzionato, per esempio nel caso delle quanto meno incaute lettere di Franchini, presidente della disciplinare che ha ammesso nero su bianco di aver emesso il giudizio di condanna dopo pressioni extracalcistiche per problematiche di aziende non meglio specificate. Si annunciano tempi duri per la FIGC mentre davanti agli occhi abbiamo cortei minacciosi in varie città, incidenti, scontri con le forze dell’ordine, blocchi di traffico stradale, ferroviario, marittimo, partite bloccate e richieste di serie A. Nessuno può accendere micce in un momento come questo. Tantomeno dei giudici e magistrati disonesti che sono stati individuati ed a questo punto probabilmente anche gia' espulsi. Ma forse e' troppo tardi, "il banco e' saltato" i Genoani ormai hanno dichiarato guerra totale ed il complotto e' stato completamente smascherato di fronte a tutta l'opinione pubblica.

Fonte: Gazzetta dello sport, Secolo XIX, TG5