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Serie B: "non manderemo le squadre a Catania"
24 Luglio 2003 - letto 1077 volte
Soluzione lontana, la resa dei conti rinviata all’assemblea del 28. Il ministro Urbani: rafforzeremo la giustizia sportiva
«Non manderemo le squadre a Catania»
Irremovibili le società di B: «La Lega resti a 38 club o non si gioca»

ROMA. Il governo è pronto a presentare un decreto legge che «rafforzi la giustizia sportiva» prevedendo un’ultima istanza alla giustizia ordinaria, ma il calcio deve risolvere al più presto il caos sorto con il caso Catania. Nessuna formula per la soluzione pratica della vicenda è emersa dopo la riunione con il ministro Giuliano Urbani col sottosegretario Pescante, il presidente del Coni, Petrucci, il presidente della Figc Carraro, il presidente della Lega Galliani e i vicepresidenti della Figc Mazzini e Abete.
«Il provvedimento», ha detto Urbani, «detta i criteri generali di riordino dei procedimenti della giustizia sportiva e indica i limiti di sindacalità in sede giurisdizionale delle decisioni di ultima istanza della giustizia sportiva al fine di meglio tutelarne l’autonomia e le prerogative». Ai responsabili dello sport, il ministro ha chiesto di garantire «puntuale inizio delle attività agonistiche e il regolare svolgimento dei campionati adottando tutti i provvedimenti necessari a superare l’attuale fase di stallo».
Intanto le società di A e B ribadiscono che sono 38 e 38 devono restare. La Lega Calcio, dove si è tenuta l’assemblea delle società di B, ribadisce la propria posizione e soprattutto la propria autonomia, minacciando il blocco dei campionati nel caso l’organico della Lega venisse cambiato di forza. «Qualsiasi modifica del numero di società», ha spiegato Antonio Matarrese, vicepresidente di Lega, «attiene alla volontà politica unanime della Lega. Nessuno ci può imporre niente: il motore del calcio è qui. Se il Governo attuerà un provvedimento d’urgenza significa che cade l’autonomia dello sport. E a quel punto i responsabili saranno i presidenti di Figc e Coni, non il Tar con le sue sentenze».
Le società di B hanno tenuto prima l’assemblea ufficiale, nella quale sono stati eletti i consiglieri in sostituzione di quelli uscenti (votati Spinelli, Ruggeri e Zamparini, più Cellino vicepresidente di categoria, tutti eletti all’ unanimità) presente anche il Catania.
L'IMPRESSIONE PERò è CHE LA SOCIETà ETNEA SIA CONSIDERATA DI TROPPO. I rappresentanti delle società di B si sono espressi con 18 voti su 21 (assente la Ternana, astenuti Catania e Como) per la difesa dell’organico della Lega, composto da 38 società.
Matarrese è stato chiaro: «Se ci sarà imposto un allargamento, a 21 o a 24 squadre, il campionato non parte».
«Va riconosciuta solo la legge sportiva», ha aggiunto Cellino, «il risultato del campo è l’unico che vale: SE IL CATANIA SARà INSERITO IN B NESSUNO DI NOI CI GIOCHERà CONTRO».
«Il nostro auspicio è che i campionati possano partire regolarmente il 31 agosto», ha concluso Matarrese. «Se così non sarà, non sarà certo per colpa nostra: vorrà dire che non saremo stati messi nelle condizioni di farli partire». La resa dei conti, almeno in ambito di Lega, avverrà mercoledì 30: nell’assemblea generale straordinaria delle 38 società di A e B. Si terrà a Roma, perchè nel pomeriggio dello stesso giorno si terrà una riunione del Consiglio Federale, quella che dovrà rimpiazzare la riunione saltata il 23. Resta comunque fissata anche la riunione di consiglio convocata per giovedì 31.
Infine, la Procura della Repubblica di Catania ha aperto un fascicolo sul’giallo’ sportivo dell’estate italiana: l’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo D’Agata e dal sostituto Francesco Testa.
Secondo quanto si è appreso al centro delle indagini ci sarebbero eventuali irregolarità nell’attuazione dell’ordinanza del Tar Sicilia che imponeva l’iscrizione del Catania in serie B. Oggi pomeriggio il sostituto procuratore Testa sentirà, come persona informata sui fatti, il presidente della società etnea Riccardo Gaucci. Il fascicolo è allo stato attuale aperto senza ipotesi di reato. Secondo quanto si è appreso, non è escluso che i magistrati catanesi possano sentire in qualità di testimoni in futuro anche i vertici di Coni e Federcalcio.
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