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Quando il Catania fu radiato e i Cavalieri dell'Apolicasse erano tre
08 Agosto 2003 - letto 3446 volte
Catania. «Dovevamo difendere gli interessi dei tifosi». Con questa scusa, il 31 luglio di 10 anni fa, Antonio Matarrese, presidente della Figc, commenta la revoca dell'affiliazione, quindi la radiazione, del Catania Calcio di Angelo Massimino. Dieci anni dopo, lo stesso Matarrese, non più presidente della Federcalcio, ma vicepresidente della Lega, si esprime in altro modo. Sentite: «Non possiamo perdere una piazza importante come quella partenopea. Il Napoli non può scomparire». Si è evoluto il pensiero-Matarrese? Macché. Il personaggio buono per tutte le stagioni lancia il salvagente al Napoli, ma non al Catania, perché, pur ammettendo come sia «difficile punire chi difende i propri interessi economici, noi (chi? lui e chi altro?) abbiamo il dovere di difendere la storia del Napoli». Bene, benissimo. Matarrese il bis lo ha già concesso...
Dunque, Matarrese oggi si fa garante del Napoli. Dieci anni fa, non aveva voluto sentire ragioni, facendo scattare la scure federale sul collo del Catania perché Massimino non aveva rispettato i termini del 31 luglio per presentare le garanzie richieste. Massimino, infatti, consegnò con 48 ore di ritardo le fideiussioni, in quanto pensava di potere dilazionare i tempi del pagamento degli arretrati Irpef in base alla legge pro terremoto disposta dal Governo per la Sicilia. E restò fermo sulla sua decisione anche dopo un incontro con la delegazione catanese, guidata dal sindaco Enzo Bianco.
Il vulcanico presidente del Catania fece quindi ricorso al Coni contro l'esclusione dal calcio professionistico e la Giunta del Comitato olimpico, il 20 agosto, dopo nove ore di discussione, respinse l'istanza. E non servì a nulla il fatto che Massimino si presentasse con una mazzetta di venti assegni circolari di 100 milioni ciascuno come disponibilità liquida delle fideiussioni garantite. La motivazione? «Abbiamo esaminato il ricorso del Catania in termini esclusivi di legittimità... La decisione federale, anche se molto severa, non si presta a censura. Il Catania è radiato». Di chi è il commento? Del presidente del Coni, Mario Pescante (toh, chi si rivede), oggi riciclatosi in sottosegretario del Governo Berlusconi, nominato commissario ad acta con il compito di fare eseguire i provvedimenti del Tar ma che tra una scusa e l'altra non solo ha fatto perdere tempo prezioso al Catania ma se ne è anche lavato le mani abbandonando il ruolo di commissario. Pescante allora evidenziò come il parere della Covisoc fosse vincolante. Ma perché l'organo di controllo contabile non volle sentire ragioni? «Il ricorso non è ammissibile tecnicamente, perché la fideiussione non copre l'aumento di capitale e i liquidi sono arrivati in ritardo? Il Catania dice che i termini non devono essere perentori? Ma i calendari devono pure uscire», sottolineò il segretario Gabriele Turchetti, sì lo stesso che avrebbe consigliato Roma e Napoli a rivolgersi alla Sbc, la società delle fideiussioni fantasma.
Dunque il mancato rispetto dei termini di tempo vincolanti per presentare le garanzie economiche (vedrete che ora i tempi saranno elastici, molto elastici), costringe Massimino a rivolgersi al Tar, e i giudici amministrativi, il 14 settembre, ammettono con riserva il Catania in C1. Ma il campionato è già partito, e i giudici riscrivono il calendario a 19 squadre omologando i risultati degli incontri disputati. Per il calendario della Figc si deve giocare Avellino-Giarre, per quello del commissario Catania-Giarre. Finisce che gli amici giarresi stanno alla larga dal Cibali e di fronte alle denunce del commissario, Matarrese decide di rinviare Casarano-Giarre e Potenza.Nola che il Tar ha sostituito con Casarano-Catania e Catania-Nola. I commenti allora erano pacati. Uno per tutti? «Non c'è conflitto tra le due giustizie in quanto la Figc ha votato provvedimenti in ottemperanza a quanto prescritto dalle legge 91 sul professionismo e su questa base è stata decisa la radiazione della società dalla giunta esecutiva del Coni. Legittimo quindi appellarsi al Tar e obbligatorio attendere il ricorso al Cga». Chiaro? Poi, con 11 giorni d'anticipo rispetto alla data fissata, il 9 ottobre il Cga dà un colpo al cerchio e uno alla botte: la radiazione del Catania è illegittima, sta però alla Federcalcio stabilire dove deve giocare. E il Consiglio federale - bontà sua - getta il Catania in... Eccellenza. Così il 4 novembre, in notturna al Cibali, davanti a 7 mila spettatori, i rossazzurri debuttano pareggiando 0-0 con il Paternò... Ah, dimenticavamo di riferirvi chi è il personaggio che dieci anni fa affermava che era legittimo rivolgersi al Tar: l'ex presidente del Coni, ex membro italiano del Cio e attuale presidente della Federcalcio, Franco Carraro. I cavalieri dell'Apocalisse allora erano tre. Mancava Petrucci. Ora sono tornati tutti e quattro....
Fonte: LA SICILIA
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