Ci si può impegnare in tutti i modi, ma non è possibile cambiare il proprio destino. Alla luce della rocambolesca ammissione al massimo campionato dei bianconeri, che torneranno a disputare la serie A a distanza di 13 lunghissimi anni, tale teoria viene ulteriormente rafforzata. Le pagine della nostra storia sono già scritte, pronte a verificarsi, ma noi continuiamo per la nostra strada coccolandoci una beata ignoranza che ci permette comunque di vivere in serenità. Per noi quei fogli già riempiti è come se non lo fossero, non possiamo leggerli in anteprima ma ne apprendiamo il contenuto giorno per giorno. Così abbiamo scoperto gradualmente che quella timida speranza di essere invitati al banchetto degli aristocratici prendeva una consistenza sempre maggiore, fino a diventare una certezza assoluta.
Non si può cambiare il proprio destino: serie A doveva essere, serie A sarà. Abbiamo atteso in religioso silenzio, a differenza di tanti altri, che la giustizia - sportiva e amministrativa - compiesse il suo corso. Osservando con tranquillità l'evolversi degli eventi, senza mai pronunciare una parola fuori luogo. Le infamanti e infondate accuse di Napoli e Verona, sostenute da politici intenzionati a darsi un pizzico di notorietà, si sono commentate da sole. Per noi hanno parlato documenti e libri contabili. Chi voleva sparare nel mucchio ha sbagliato bersaglio e strategia, ora giustamente ne paga le conseguenze. Già sconfitti sul campo, non sono bastati dei pretestuosi ricorsi per evitare un'altra sonora batosta.
Ora che tutto è finito, ridiamoci su. Nel mese di maggio su internet impazzava una profezia che si riferiva alla possibilità di una incredibile serie di coincidenze incentrate su eventi verificatisi nell'anno 1978. Inizialmente accolta come una barzelletta, il puntuale verificarsi dei pronostici ha avuto persino una ribalta su alcuni quotidiani a tiratura nazionale. Esaminiamoli singolarmente. Nel 1978 è morto il Papa, anzi due. Il 2 aprile 2005 muore Papa Giovanni Paolo II. La Juventus, espugnando il campo del Milan nello scontro diretto, ipoteca quello scudetto che conquisterà una decina di giorni più tardi. Juve campione d'Italia, come nel '78. Il Liverpool, sotto di tre reti all'intervallo, compie un'incredibile rimonta nella finale col Milan e si aggiudica la Champions' League, già Coppa dei Campioni che aveva vinto ventisette anni prima. L'Ascoli dei record targata Mimmo Renna nel '78 maramaldeggiava nel torneo cadetto, conquistando una meritatissima promozione varcando la soglia dei 71 punti, traguardo mai raggiunto da nessuna squadra. Ulteriore curiosità: l'ultima gara di quel campionato fu vinta sul campo del Modena, proprio l'avversario dei bianconeri nello scontro fratricida dell'11 giugno 2005 che avrebbe deciso la quarta squadra ammessa ai play-off. In un catino bollente come ai vecchi tempi, il gol di Roby Colacone consegnava ai bianconeri la chiave d'accesso agli spareggi promozione. Il successivo trionfo dell'Inter in Coppa Italia, proprio come nel '78, convinse anche i più scettici: le coincidenze erano troppe per sembrare fortuite. L'Ascoli avrebbe vinto i play-off. Ma i legni della porta di Sorrentino, timbrati per ben tre volte in due partite, negarono la qualificazione alla finale col Perugia. Il Toro era alle corde, ma respinse gli assalti del Picchio. La catena di eventi si era incredibilmente spezzata. Ma solo in apparenza.
Avete mai sentito parlare di universo reale e universo tangente? Chi ha visto il film "Donnie Darko" capisce a cosa mi riferisco. Ebbene, ecco una spiegazione alla più infuocata ed ingarbugliata estate calcistica che la mente umana si ricordi. L'Ascoli, predestinato alla promozione, per una serie di coincidenze sfortunate non era riuscito a centrare l'obiettivo. Nell'universo reale, l'Ascoli avrebbe dovuto giocare in serie A nella stagione 2005/2006. I pali di Bucchi e Antonelli, oltre alle parate di Sorrentino, hanno creato una situazione paradossale modificando la trama delle pagine già scritte nel libro del destino. In questo modo il cammino del mondo del calcio è stato deviato dal suo percorso naturale, prendendo una via alternativa che non era stata contemplata in principio. Questo scompenso avrebbe portato delle conseguenze catastrofiche nell'universo tangente (ossia quello creatosi a seguito della mancata promozione del Picchio), rendendolo altamente instabile e destinato alla distruzione. I viventi manipolati, ossia tutti i protagonisti dell'universo tangente, sono inclini ad un comportamento irrazionale, mirato a ripristinare la situazione che avrebbe dovuto realizzarsi nell'universo reale per evitarne il collasso. Così tutti i gradi di giudizio sarebbero stati incentrati sulla volontà di riportare il destino sulla retta via. La porta temporale (in grado di consentire un ritorno nel passato) che avrebbe permesso di riportare tutto alla normalità si sarebbe aperta solamente durante il Consiglio Federale con all'ordine del giorno la composizione dei calendari. L'Ascoli doveva essere iscritto alla serie A per scongiurare l'inevitabile collasso del sistema calcio. Anche perché il sacrificio (nel rispetto delle regole che il calcio ha deciso inderogabilmente di darsi) di club blasonati e con forti pressioni politiche alle spalle per consegnare una promozione a tavolino a due piccole realtà come Ascoli e Treviso è senza dubbio un segnale forte. Troppe volte in passato è stata adottata la politica del permissivismo alla faccia delle norme dell'etica sportiva. E' giunto il momento di voltare pagina. Quella giusta.
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