Nicoletti lascia il Matera
13 Giugno 2003 - letto 896 volte MATERA Il calcio della città dei Sassi sfoglia ancora una pagina triste. Nicoletti si disimpegna dal pallone materano con decorrenza immediata. Insomma, lo sponsor principe e, nello stesso tempo, l'azionista di riferimento del sodalizio passa la mano. Eustachio Nicoletti, l'amministratore delegato del colosso del mobile imbottito e da sempre appassionato della sfera di cuoio a tinte biancazzurre, è triste, ma determinato. Parla a viso aperto al cronista. Nel suo ufficio, nella zona industriale, dove ha sede l'azienda di famiglia, rivela i motivi di questo «divorzio», sofferto, ma probabilmente inevitabile. Il giovane manager, che è in compagnia di Giuseppe Montemurro, direttore finanziario della stessa azienda e contemporaneamente socio del Matera, si presenta con lo sguardo sincero. Di colui che ha ponderato una decisione importante prima di operare una sorta di svolta. «Per noi è inusuale abbandonare. Ma quanto è accaduto qualche domenica fa, nella gara contro il Manduria, quando ci furono due lanci di oggetti in campo, il fumogeno e il bullone, è stata una pugnalata. Ha precluso poderosi sforzi economici per raggiungere l'obiettivo che ci eravamo prefissi. Mi ha suggerito, perciò, di mettermi da parte. Con tristezza, lo ammetto, ma tant'è. La stessa Inter, società con cui si era instaurato da qualche tempo un rapporto di proficua collaborazione, alla luce dei fatti di questi mesi, a cominciare dall'invasione di campo di gennaio, che ci è costata anche tre giornate di squalifica al campo, oltre ai mancati incassi, ha preferito chiamarsi fuori. L'Inter - continua Nicoletti junior - non può permettersi di perdere molto tempo su progetti già costruiti a tavolino e che prevedevano soltanto successi. Noi, del resto, siamo un'azienda di successo. Assicuriamo lavoro a 1000 famiglie e, perciò, non possiamo legare il nostro marchio a gesti di pochi sconsiderati che non vengono isolati dalla parte buona della tifoseria». L'amministratore delegato di Nicoletti spa, benchè amareggiato, non smette un attimo di snocciolare tutte le sue ragioni. «Capisco che il calcio è legato ai risultati, ma è vero anche che il Matera è sempre stato nei quartieri altissimi della classifica, centrando almeno i play off. In ogni caso - sottolinea - una città che risponde con appena 370 paganti per una gara clou, sempre quella con il Manduria, a fronte dei 300 biglietti staccati per i tifosi ospiti, la dice lunga. Poi penso anche a quel bullone che ha colpito una bambina». Insomma, speranze scaraventate alle ortiche, secondo Nicoletti. «Sono state letteralmente bruciate risorse umane e finanziarie. Cifre volutamente non ne faccio poichè, paradossalmente, rischieremmo di non essere creduti. È la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ci disimpegnamo, lo ribadisco. Il nostro nome e il nostro marchio non possono permettersi cadute di stile dopo 35 anni di sacrifici compiuti dal fondatore dell'azienda (il presidente Peppino Nicoletti, ndr). Non voglio essere io - osserva - ad opacizzare il prestigio di famiglia, soltanto perchè ci piace il calcio». L'avv. Vito Ripoli, il presidente, perde dunque, compagni di viaggio molto importanti. «Matera deve molto all'avv. Ripoli. È stato lui l'artefice nel portare in società imprenditori di spessore. Ha dato molto alla città». Spiragli per eventuali ripensamenti? ... Eustachio Nicoletti non ha voluto rispondere. Da parte sua, l'avv. Ripoli, sollecitato sull'argomento si è chiuso nel classico: «No comment». Fonte: gdmland.it Notizie correlate Matera
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