Lo sciopero dei tifosi genoani: «Voltiamo le spalle ai capricci»
02 Settembre 2011 - letto 4073 volte Spalle voltate. Messaggio chiaro. Per togliere ogni dubbio basta leggere undici parole seguite da un punto esclamativo in cima al comunicato: Noi voltiamo le spalle ai vostri capricci, mai alla nostra fede. In neretto, perché il concetto esca subito chiaro. Firmato: la Tifoseria Organizzata del Genoa. Comunicato numero due. Il primo datato 26 agosto, venerdì scorso, per esprimere il parere comune sulla decisione di fermare il calcio. Il secondo, di ieri, per rispondere con i fatti allo «pseudo sciopero dei calciatori di serie A». Non solo voltando le spalle. Anche presentandosi allo stadio di Marassi, domenica 11 settembre, «senza gli storici vessilli rossoblù». E restando in silenzio per tutto il primo tempo. Effetto chiaro, per chi è abituato a sentire il tuono della Nord: un silenzio assordante. «Dietro a ogni striscione appeso cè storia, passione e tanto sacrificio, parole che con i calciatori di oggi non centrano nulla», spiegano quelli della TO, la tifoseria organizzata rossoblù. Che meno di una settimana fa aveva aperto il suo primo comunicato sulla decisione di incrociare le gambe con un interrogativo retorico: «Ma in che mondo vivete?». «Lo stadio rimarrà spoglio come la coscienza di chi protesta per guadagnare sempre di più alle spalle degli italiani martoriati da mutui, bollette e stipendi fermi da ventanni», sta scritto ancora nel volantino-manifesto-documento di ieri. E le parole dei rappresentanti del calcio? Tommasi che invita a distinguere, capire, Ulivieri che sottolinea («È stata una serrata, non è uno sciopero. È una faccenda di potere»), Buffon che chiede di non fermarsi alla punta delliceberg: «Lo sciopero fa comodo a tutti. Se la prendono con i calciatori viziati per coprire tutto quello che non va e che questi politici non sanno risolvere». Che ne pensa la Tifosera Organizzata del Genoa di tutto questo? Un anno fa, quando si era iniziato a discutere di contratto collettivo, di clausole e a ventilare lipotesi di blocco del calcio, la TO aveva coniato unetichetta: «Gli sciagurati del pallone». Ieri, nel comunicato che chiama alla protesta collettiva fra dieci giorni nello stadio così amato, si sottolinea un distacco. Fra la componente sana - i tifosi - e il carrozzone dorato: «Senza il tifo organizzato, tutto il bel mondo dei calciatori e delle società di calcio, fatto di milioni e di veline, non esisterebbe, e allora sì che quei giovanotti in pantaloncini si renderebbero conto del vero significato della parola lavoro». Un minuto con le spalle al campo, uno stadio stinto di rosso e blu, 45 lunghissimi minuti di sciopero delle ugole. Obiettivo sempre loro? Roberto Scotto, uno degli storici leader di gradinata, mette i puntini sulle i. «Ma la nostra protesta, che è una protesta civile - nessuno ha mai fatto qualcosa del genere - e che credo sarà seguita da tanta gente, perché sono in tanti che fanno i conti ogni giorno con i soldi che entrano in casa, beh, dicevo, la nostra protesta non è contro i calciatori. È contro questo calcio. Contro i presidenti che fanno le manfrine per non pagare loro la tassa. Contro le società, la Lega, la Federcalcio. Soprattutto contro chi comanda in questo calcio. Perché ti devono schedare, ti vogliono far prendere la tessera, vietano a noi di andare a Napoli con cui siamo fratelli da trentanni, tolgono il calcio alle famiglie, impediscono che sia un pretesto o la molla per fare una gita. Ecco, io mi domando se chi decide tutto questo ha mai giocato una partita in un campo di calcio? Sa cosa vuole dire?». Ancora il comunicato siglato TO: «Siamo arrivati al punto di non ritorno, ragazzi milionari che parlano di diritti negati e società di calcio che non trovano nuovi stratagemmi per non pagare le tasse... Oggi il calcio è solo business fatto di sponsor e scommesse. Lunica parte sana rimasta in questo sport è la tifoseria, siamo noi tifosi». Prima dellappello finale («La TO invita tutti i genoani a voltarsi di spalle da quando le squadre entrano in campo al fischio dinizio»), un riferimento, ancora, alla tessera del tifoso: «Noi tifosi siamo ostaggi di leggi incostituzionali, siamo indignati, ma sempre presenti con la nostra passione per il nostro blasone». Presenti, ma critici. I tifosi dellAtalanta lo hanno scritto sui muri dello stadio di Bergamo: Voi in villa a scioperare, noi in cantiere a lavorare. Quelli dellInter si sono radunati davanti a San Siro vuoto. Sette anni fa, i tifosi del Genoa avevano protestato così contro la serie B al sabato: niente striscioni e un minuto di silenzio. Tifosi sì, rassegnati mai. Fonte: ilsecoloXIX.it Notizie correlate Genoa
Altre notizie ![]() 29 Ottobre 2020 - Cosa significa essere ultras?
Essere ULTRAS significa essere a difesa della città, in ogni Suo aspetto e sfaccettatura.
Essere... ![]() 27 Ottobre 2020 - “Avete distrutto la pescaresità...Fuori da questa città”. Recita così uno striscione della tifoseria... ![]() 27 Ottobre 2020 - Non è un periodo semplice per la Cavese. Dopo la sconfitta contro il Monopoli per 0-1, alcuni esponenti della tifoseria si sono... ![]() 22 Ottobre 2020 - Ancora una volta siamo costretti ad alzare la voce.
Ancora una volta in questa Città è difficile investire o fare sport.... ![]() 16 Ottobre 2020 - Curva Nord Ancona comunica che, viste e considerate le nuove normative di accesso allo stadio uscite nell'ultimo decreto, ha deciso di... ![]() 15 Ottobre 2020 - Un momento non facile per l'Arezzo, che in campionato non sembra aver ancora trovato la giusta quadra: un solo punto in quattro gare e... ![]() 13 Ottobre 2020 - Nonostante la vittoria con il Potenza, alcuni ultras rossoneri hanno manifestato davanti al comune l’attuale società.... |
Stai ascoltando
![]() Onair
|