Lega in pezzi per il caso Catania
23 Luglio 2003 - letto 759 volte Le società di B: "L'assemblea odierna non è valida". Domani vertice dal ministro Urbani: si va verso le 24 squadre? E Fini: "Carraro si dimetta". MILANO, 22 luglio 2003 - Dovrà passare la "nuttata", ma forse non basterà. Di sicuro le prossime ore saranno decisive per le sorti del calcio italiano che rischia d'implodere sotto i colpi giudiziari nati dopo il caso Catania. L'ultimo terremoto arriva dalla Lega Calcio che si è spaccata in modo clamoroso dopo che il presidente Adriano Galliani aveva comunicato ufficialmente l'esito dell'esame per l'iscrizione ai prossimi campionati di serie A e B, escludendo per il momento Roma e Napoli. A quel punto i presidenti dei club di serie B si sono rivoltati dopo che avevano chiesto di rinviare il consiglio in modo da eleggere i propri tre consiglieri e il vice presidente ma, in modo "illegittimo" secondo quanto sostengono, l'ufficio di presidenza della Lega ha rimandato l'assemblea di categoria. Per questo motivo ritengono l'assemblea non valida. Chiaro, in questo senso, il messaggio lanciato dal patron del Cagliari, Massimo Cellino. "Non ci sono più leggi né sceriffi. Le decisioni prese oggi non sono valide, né per quanto riguarda l'esclusione di Roma e Napoli né per l'iscrizione del Catania in B. C'è un disegno per separare la A dalla B, e noi a questo ci opponiamo". Da che cosa nasce questa preoccupazione? La risposta è probabilmente da ricercare nel probabile allargamento della cadetteria a 24 squadre. Galliani, lasciando la sede della Lega, ha ribadito di avere avuto un mandato ristrettissimo per una serie B a 21 formazioni. Con questa proposta si presenterà domani nell'ufficio del ministro dei Beni Culturali con delega allo Sport Giuliano Urbani insieme con il presidente federale Franco Carraro e del Coni, Gianni Petrucci. Da questa riunione dovrebbe uscire la panacea per mettere la parola fine al tormentone Catania. Nonostante le convinzioni di Galliani la soluzione più probabile sembra quella di un decreto governativo che bloccherebbe le retrocessioni di Catania, Genoa, Cosenza e Salernitana. E che la partita sia anche una questione politica lo si capisce da una forte dichiarazione del vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini. "C'è una persona che prima se ne va e meglio è per tutti: i fatti sono sotto gli occhi di tutti, non parlo da tifoso del Catania o del Venezia né da vicepresidente del Consiglio: questa persona è Carraro". Insomma, molto probabilmente il ministro Urbani chiederà ai rappresentanti dello sport di accettare una B a 24 squadre nonostante la forte contrarietà espressa da tutti gli altri presidenti che si vedono costretti a dividere la torta dei contributi con altre quattro società (ma forse su questo punto potrebbero esserci delle novità tese a soddisfare ogni punto di vista). Inoltre allo stato dei fatti non ci sono molti altri margini di manovra. Anche se il vicepresidente della Lega, Antonio Matarrese, ipotizza "uno spareggio tra Napoli e Venezia, che sarebbe anche il male minore". Se, invece, si optasse per la sola riammissione del Catania, il rischio concreto è di restare impantanati in altri ricorsi al Tar da parte delle tre retrocesse. Per questo domani insieme con il blocco delle retrocessioni dovrebbe arrivare anche un provvedimento (avallato dal governo) che garantirebbe l'autonomia sportiva per il futuro. E' questo il compromesso che dovrebbe permettere l'uscita da una impasse nata con il caso Martinelli e proseguita a colpi di sentenze e cavilli. Il presidente del Catania Riccardo Gaucci sembra tranquillo, Preziosi (Genoa), Mazzotta (Cosenza) e Aliberti (Salernitana) trattengono a stento la loro gioia. Insomma, la telenovela potrebbe davvero essere vicina alla conclusione. Sarà davvero così? Fonte: gazzetta.it Notizie correlate Catania
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