La verità sul caso catania: leggetelo!
08 Luglio 2003 - letto 1247 volte Questo articolo è tratto dal sito Vesport.it. Due punti a tavolino, tra protervia e dignità di Franco Bacciolo Quando si fanno affermazioni secche bisognerebbe, con altrettanta forza, argomentarle. Il giovin rampollo Gaucci Riccardo, presidente del Catania per volontà paterna, dice che tutta l’Italia sta dando ragione alla sua società per la faccendaccia che sta angosciando il mondo del calcio nazionale. In parte, forse, non ha torto. Perché sono in molti a dire che se il Tar di Catania gli ha dato ragione è perché giuridicamente il Tribunale Amministrativo ha accertato che la Caf, nell’ordinamento calcistico, è l’ultimo organo di appello e la Corte Federale non poteva emettere una successiva decisione che superava il deliberato della Caf stessa. Dal punto di vista formale, quindi, Riccardo Gaucci potrebbe avere ragione a ritenere che tutta l’Italia è con lui. Dal punto di vista del fatto scatenante, in sé, sfidiamo chiunque a trovare uno sportivo qualsiasi, non coinvolto nella vicenda, a dare ragione a Gaucci. Il Catania ha fatto ricorso (e ottenuto i due punti) in quanto un giocatore del Siena che era stato squalificato non ha giocato (come giusto) la partita del turno successivo col Napoli, però è andato a farsi una partita del torneo primavera nella stessa giornata. La domenica successiva, ritenendo di aver scontato la squalifica, Martinelli ha giocato contro il Catania. Da qui il ricorso e l’inizio del tormentone. Come dimostrato ampiamente dalla giustizia sportiva il dubbio interpretativo del regolamento era ed è forte. Tant’è vero che il primo giudizio del Giudice Sportivo è stato di bocciatura del ricorso. Ma anche la Caf che ha dato ragione agli etnei qualche bel dubbio lo deve avere avuto se il suo presidente, non più tardi di due giorni fa, ha dichiarato di essersi sbagliato. Quindi, caro Gaucci, il Catania quei due punti che si ritrova in più in classifica non li ha fatti sul campo, ma dentro ad un’aula di un Tribunale, per di più, sfruttando un fortissimo dubbio, che tuttora permane, sulla corretta interpretazione del regolamento. E qui ci dica, signor Gaucci, se tutta l’Italia è ancora con lei. Poi, se vogliamo dirla tutta, potrebbe spiegarci perchè, signor Gaucci, si è fatto un baffo della cosidetta clausola compromissoria che vieta il ricorso alla giustizia ordinaria se non autorizzato? A ben vedere, quindi, l'unica certezza assoluta in questo affaraccio è che lei non ha rispettato i regolamenti. Tutto il resto è dubbio e opinabile. In questa partita in cui ogni giorno si registrano, più che vincitori, pareggi da zero a zero ci sono tanti cartellini rossi da estrarre e, comunque, tanti sconfitti. Lo è Riccardo Gaucci per la protervia e arroganza con cui sfida un po’ tutti facendosi forte di un modesto mezzuccio architettato per tenere a galla i suoi interessi. Lo è Antonio Matarrese che, cogliendo l’occasione per far suonare la grancassa attorno alla sua figura che si stava sbiadendo, ha attaccato Lega e Figc di cui lui stesso è uno dei più elevati esponenti. Lo è il presidente del Tar di Catania che, dalla posizione di vincente, è passato inopinatamente a quella di sconfitto quando ha voluto eccedere inviando una lettera a giornali, enti e società (Napoli e Venezia) per dettare conclusioni (anche gradite a Napoli e Venezia) e sostenendo che Coni e Figc oltre ad applicare la sua sentenza (come puntualmente avvenuto) devono anche sospendere immediatamente ogni arbitrato in corso che riguardi la faccenda (intromettendosi quindi in questioni non di sua competenza). Lo è il Coni che non solo non ha sostenuto con forza che lo sport deve essere autonomo nella propria gestione sportiva, ma ha addirittura attaccato la Figc perché questa autonomia l’ha difesa ad oltranza. Lo è, soprattutto, il calcio quello vero. Quello che piace agli sportivi veri. Quello che si gioca 11 contro 11 e che registra il risultato solo in conseguenza del numero di gol segnati. Ma c’è anche qualche silenzioso vincitore in questo guazzabuglio. Lo sono il Napoli e il Venezia che, da primi danneggiati teorici, escono a testa alta proprio per aver tenuto toni…bassi fin dal primo momento ed equilibrio negli atteggiamenti. Lo è il tanto bistrattato Carraro, presidente della Figc, che ha voluto in tutti i modi salvaguardare lo sport da interferenze non ammessibili (ma inopinatamente subite). Il tormentone è ben lungi dall’essere concluso, ma almeno, per noi che raccontiamo le cose di casa nostra, il Venezia potrà dire che la Serie B se l’è guadagnata con pieno merito sul campo visto che, sul campo, ha fatto un punto in più del Catania. Ma soprattutto perché ha vinto su un campo più verde ancora di quello di un campo da calcio: quello del decoro e della dignità. Fonte: tratto da: vesport.it Notizie correlate Catania
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