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Il viaggio dei romanisti per Parma... (ma sul treno c'erano solo cani sciolti o no?)
01 Marzo 2004 - letto 5613 volte
Quattro ore e mezza per arrivare a Parma con il “cuore” della Sud Un coro: Sensi vattene
«Che strani, ’sti russi»

In treno con gli ultrà: «Loro petrolieri? Allora noi siamo astronauti»
dal nostro inviato
MARCO DE MARTINO
PARMA - Alba romana e romanista, ore 8 del mattino, una domenica non proprio come tante. Alla stazione Termini nevica, fa un freddo fulminante, ci sono tifosi, tifose, uomini della Digos e tanta polizia, tutti aspettano l’Intercity numero 582 che macinando chilometri e superando gli ostacoli - tanti ostacoli - porterà il popolo della Maggica fino a Parma. Il treno è in ritardo, il binario 8 già scoppia e dall’alto il colpo d’occhio è abbagliante: un profluvio di bandiere, striscioni, sciarpe e zuccotti giallorossi spuntano da un immenso groviglio umano accalcato sulla pensilina, la polizia delimita, i cori salgono, i giapponesi fotografano, il biglietto di seconda classe andata e ritorno con lo sconto costa 40 euro e stavolta non si scappa perchè i controllori delle ferrovie marcano stretto. Professione tifoso: sul mercato uno degli ultimi mestieri fissi rimasti. Saranno mille ma sembrano molti di più i legionari delle armate di Roma Felix pronte al rito pagano della trasferta.
Si aspetta. Fa freddo. Un’ora di ritardo. Un’ora e mezzo. I giornali parlano dei russi, i tifosi non parlano d’altro, le certezze sono poche, il lungo papato di Sensi vacilla, «finalmente vacilla» aggiunge qualcuno, intanto i soldi dei russi abbacinano, si sogna anche a vanvera, da Vieri a Davids, ma le certezze non esistono e questa strana situazione alla lunga confonde e rende meno felici. Come diceva Onassis, se proprio bisogna essere infelici meglio esserlo sui sedili di una Rolls Royce che sulla panchina di un tram. E così molti tifosi della Roma, quando finalmente arriva il treno, si accomodano almeno sulle poltrone di prima classe. Il minimo, dopo l’attesa.
Surreale ma bello, il treno farà solo dieci fermate: Orte, Orvieto, Chiusi, Arezzo, Firenze, Prato, Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma. Più lento di Dellas. L’orario indica arrivo a Parma ore 13.34 dopo quattro ore e 44 minuti di viaggio, ma il ritardo per la neve rischia di far arrivare tutti al pelo, anzi di non arrivare proprio. Seguono proteste e consigli al capostazione: «Metti le catene al treno». Ancora: «Mettece più carbone». Non se la passeranno meglio quelli dei pullman. I Boys di Paolo Zappavigna avevano appuntamento a piazzale delle Province alle 6.30 ma per non rischiare pare abbiano anticipato alle 5.45.
I Boys sui nuovi presunti padroni russi hanno una posizione dura, come se il nuovo corso fosse uno schiaffo alla Storia. Il treno ospita anche altri gruppi, Fedayn e Tradizione e Distinzione che storicamente non parlano, più tantissimi tifosi indipendenti. Luigi C., a meno tre gradi vestito con la maglia di Totti a mezze maniche, sembra uno che ha seguito dall’inizio la vicenda. «Se quel tipo russo fa il petroliere io faccio l’astronauta. E poi guardi l’organigramma, è pieno di ballerine, cubiste, danzatrici del palo, Anastasia, Natalia, sembra un bordello, anzi un film di James Bond. Una buffonata». A Firenze la discussione si anima. A Prato cominciano ad arrivare sui telefonini i primi messaggi: i russi sono spariti, ritirati, evaporizzati. O altri sms, più prudenti: sono in attesa. Addio soldi. Addio acquisti. E giù discussioni.
A Bologna il popolo giallorosso è confuso. E soprattutto in ritardo clamoroso. Improvvisamente il finestrino a un passo dal nostro naso fa sbrang, colpito da una bottigliata. Come ai tempi del Far West e del grande cavallo d’acciaio che attraversava le praterie, gli indiani sono i tifosi del Milan (tifosi, ehm ehm...) che stanno andando a Roma per la partita con la Lazio, che sono fermi due binari più in là e che hanno riconosciuto i nemici in trasferta. In totale cinque vetri rotti da sassi e bottiglie. Poi dicono dei tifosi della Roma... Il capostazione fa ripartire il treno al volo, ora gli spruzzi di neve arrivano dentro, finalmente alle 14.45 stò cavolo di diligenza attracca a Parma. Segue corsa con scorta di polizia fino allo stadio dove si entra finalmente al 15° del primo tempo, in tempo per vedere lo striscione «Nè russi nè americani, Sensi vattene» firmato Boys. Sarà comunque una gran partita.
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