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Il racconto di un tifoso viola della trasferta di Catania: "Un viaggio surreale"
27 Settembre 2007 - letto 9068 volte
Ci sono momenti in cui il risultato della partita passa in secondo piano, in cui la felicità per un'importante vittoria in un campo difficile soddisfa il giusto, e in cui l'unica conclusione auspicabile è che al peggio, all'assurdo e all'insensato non c'è mai fine.
Andare in trasferta, si sa, non è mai una passeggiata, e per chi non è abituato a simili imprese, fare più di 2000 km tra andata e ritorno per seguire la propria squadra -specie dopo la lunga trasferta di giovedì a Groningen, anch'essa in macchina- potrebbe sembrare un gesto proibitivo, sconsiderato e degno di una persona insana di mente. Io non la penso così, ma quando mi capita di assistere a fatti del genere, beh....per motivi di netiquette, preferisco auto-censurarmi. Comunque, bando alle ciance, vi racconto l'accaduto.
Come già detto, io e 2 miei amici, dopo la lunga passeggiata europea da 3000 km, s'è deciso di non far mancare il nostro appoggio e la nostra voce alla squadra e di affrontare nella stessa maniera la lunga e difficile trasferta in Sicilia, a Catania, in quello stesso stadio all'esterno del quale perse la vita, come tutti sanno, l'ispettore di polizia Filippo Raciti.
Noi si sapeva perfettamente che la tifoseria etnea, per natura, non è mai stata tra le più ospitali e non ha mai nutrito simpatie nei confronti della nostra amata città, ma questo non è un problema, perchè in Italia, chi più chi meno e spesso per assurdi motivi, prova astio verso Firenze.
Dopo i fatti di Catania-Palermo che tutti sapete, ci si aspettava che le misure di sicurezza dello stadio Massimino e i controlli da parte delle forze dell'ordine sarebbero stati decisamente più severi, e che la tanto discussa legge amato-melandri -volutamente minuscolo-, in questo contesto, sarebbe stata più che mai applicata alla lettera.
Il costo del biglietto del settore ospiti -30 euro- avrebbe dovuto far pensare a uno stadio completamente ristrutturato, comodo, ospitale, accogliente e soprattutto sicuro. Invece è soltanto una tra le tante dimostrazioni del fatto che a Catania, a quanto pare, i tifosi ospiti sono indesiderati.
Il raduno per noi tifosi -sia in macchina che in aereo- era fissato all'aeroporto di Catania, dal quale poi, come accade a ogni trasferta in cui non ci s'ha pullman organizzati, gli uomini della questura locale ci avrebbero fatto salire su autobus-navetta locali per poi scortarci allo stadio e venire a riprenderci alla fine della partita.
Invece, appena arrivati all'aeroporto, io e i miei amici si apprese la "lieta" notizia che le forze dell'ordine della città etnea non ci avrebbero dotato di nessun autobus e di nessuna scorta per raggiungere lo stadio -secondo fonti ufficiali, per via di un'imprevisto organizzativo- e che l'unico modo per andare a vedere la partita era prendere il taxi e raggiungere le ultime centinaia di metri dalla strada al nostro settore a nostro rischio e pericolo. Il percorso che va dall'aeroporto allo stadio non è decisamente tra i più sicuri, e da quelle parti -ma anche all'aeroporto- si sarebbe corso il rischio -come in effetti è stato- di imbatterci in qualche tifoso catanese dalle intenzioni non troppo pacifiche; poichè ogni taxi trasportava al massimo cinque persone, fu quindi impossibile raggiungere lo stadio tutti insieme, e in caso di scontri avremmo avuto sicuramente la peggio.
Così, dopo dubbi e ripensamenti, io e i miei amici si decise di raggiungere lo stadio a partita in corso, in maniera tale che la probabilità di fare brutti incontri, vista la situazione, sarebbe stata più bassa.
Lungo il tragitto dall'aeroporto allo stadio, le strette e tortuose stradine del centro di Catania erano completamente deserte, in un'atmosfera degradata, sinistra e nel silenzio assordante della calma che potrebbe precedere la tempesta; nelle vicinanze dello stadio, niente prefiltraggio, niente recinzioni alte 2 metri come a Firenze, niente steward e poliziotti a separare le tifoserie e tifosi catanesi liberi di scorrazzare in lungo e in largo. L'unica maniera per evitare il contatto fu cercare di non farsi notare e proseguire spediti verso il settore ospiti, e così fu, anche se gli ultimi metri percorsi dal taxi -trasformato per l'occasione dal tassista in un'auto privata, senza scritte nè insegne- all'ingresso dello stadio sembravano non finire mai. Quando s'entrò, la partita era cominciata da circa cinque minuti e la Fiorentina era già in vantaggio con Mutu...il rammarico per essere entrati a gara in corso e senza aver visto il gol, fu forte, ma in un'atmosfera di tensione e di nervosismo, il sollievo per essere riusciti ad entrare e uscire indenni dallo stadio fu maggiore della gioia per un gol della nostra squadra e per una sofferta e importante vittoria su un campo difficile come il Massimino. La curva del Catania cantava assordantemente per novanta minuti e il nostro tifo, vista la situazione e la presenza di sole 62 unità, non fu quello delle grandi occasioni: nessuno aveva voglia di cantare e s'era tutti tesi, preoccupati e sconcertati per l'assurdo e immeritato trattamento riservatoci dalle autorità catanesi, dal servizio d'ordine dello stadio e dalle assurde leggi che nella nostra città vengono applicate rigidamente e alla lettera, ma che ognuno fa funzionare a proprio uso e consumo, senza nulla di scritto e di concreto e secondo la propria personale opinione.
Finita la partita, il problema di allontanarsi dallo stadio fu risolto alla stessa maniera dell'andata: ognuno, a gruppi di 4-5, raggiunse l'aeroporto col suo taxi e a spese proprie.
Nel giro di 2 ore l' "accogliente" settore ospiti del Massimino fu finalmente liberato dalle indesiderate presenze di noialtri incalliti delinquenti, rifiuti della società e insani di mente che non crediamo nelle idee dei perbenisti e dei politici, proviamo odio eterno per i principi del calcio moderno e preferiamo fare migliaia di chilometri per seguire la nostra squadra invece di stare a sedere davanti a una poltrona e a sky come vorrebbe la maggior parte della gente. Terminata la trasferta senza altri imprevisti e a mente lucida, io mi domando dove s'andrà a finire di questo passo: l'incredibile e l'assurdo, come già detto, a quanto pare non hanno limiti. La tragedia di Catania-Palermo non ha insegnato nulla a nessuno? Perchè l'opinione pubblica continua a ostracizzare la nostra categoria e a pensare che basti un tornello per rendere più sicuro uno stadio e basti far chetare noi tifosi, far sparire ogni suono e ogni colore dagli spalti e schedare ognuno di noi come il peggio criminale per sperare di rendere gli stadi più sicuri? Perchè si continua a rifiutare ogni dialogo e a sostituirlo con la mera repressione e a ragionare con l'assurda politica del "colpirne uno per educarne cento"? Perchè alcuni fondamentali diritti del cittadino come la libertà di parola, di pensiero e di espressione, il diritto alla privacy e quello di essere tutelato -e non maltrattato- dalle forze dell'ordine in caso di bisogno scompaiono completamente quando s'entra allo stadio e ogni tifoso sembra trasformarsi inevitabilmente uno strumento nelle mani di un simil-regime?
Per quanto riguarda la cronaca e i commenti sulla partita, rimando alle pagine dei vari quotidiani sportivi. Invito tutti coloro che s'identifichino nelle mie parole -ma anche chi la pensa in maniera diversa, ci mancherebbe!- a esprimere la propria opinione in proposito e a proporre idee e soluzioni, perchè non è possibile continuare a chinare il capo e far finta di nulla di fronte all'ennesima ingiustizia.
Aggiungo che questo non è un comunicato da parte di un gruppo, nè un ennesimo messaggio di protesta, bensì un semplice resoconto secondo la personale opinione di un ragazzo normale, un tifoso come tanti, non iscritto nè appartenente a nessun Viola Club e a nessun gruppo di tifo organizzato e presente domenica nel settore ospiti dello stadio Massimino.
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