Ai tifosi del Messina e agli opinionisti che hanno ancora nostalgia di Mariano Fabiani consigliamo una attenta lettura delle cronache genoane di questi giorni. Sì, perché sotto la Lanterna ligure volano insulti, minacce e dell’ex Ds del Messina dicono peste e corna. Figurarsi dei giocatori da lui ingaggiati per far grande il Grifone. C’è stata ancora tensione al campo di allenamento del Genoa a Pegli, dopo la contestazione di martedì scorso. Una trentina di ultra ha chiesto e ottenuto che la squadra di Perotti interrompesse l'allenamento per appartarsi a parlare con una delegazione di tifosi. Il colloquio è durato alcuni minuti, poi i giocatori hanno ripreso a lavorare in un clima di apparente tranquillità. I sostenitori rossoblu contestano alla squadra lo scarso impegno nella partita di San Benedetto del Tronto, persa per 2-1, che costringerà quasi certamente il Genoa a disputare i playoff, dopo avere dominato a lungo il campionato del girone A di serie C1, per poi consegnarlo allo Spezia. A inasprire gli animi ha contribuito anche il ricorso, inoltrato dalla società, contro il ritardato inizio della gara per motivi di ordine pubblico nelle Marche. Un atteggiamento che non è piaciuto a una parte della tifoseria, che ha anche espresso critiche e inviti al direttore sportivo Fabiani a dimettersi. Sul reclamo del Genoa, già rigettato dal giudice sportivo, si dovrà pronunciare domani la commissione disciplinare. Insomma, di quell’esperto gestore di spogliatoi come Fabiani, dalle parti di Genova non sanno più che farsene. Con buona pace di chi nello Stretto continua imperterrito a invocarlo. Come si fa nelle sedute spiritiche.

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