I Boys Parma tornano all'attacco:"Tardini, fermate l'assurdo"
26 Agosto 2009 - letto 2231 volte I Boys riprendono la parola sulla delicata questione Tardini e ordine pubblico con un duro comunicato in cui attaccano le scelte fatte per una presunta carenza di sicurezza dell'impianto cittadino. Pubblichiamo integralmente il comunicato dello storico gruppo ultras: "A Parma va tutto benissimo. La mafia non c'è (l'ha detto il Prefetto), e forse neppure chi trucca gli appalti, chi da le mazzette ai politici, chi spaccia, chi ruba, chi si prostituisce, chi accoltella, chi controlla i media per farsi gli affari suoi, chi toglie alla comunità per dare a sé stesso, chi vive di soprusi e di abusi. Se a Palermo il problema è il "traffico", a Parma il problema è il verde, questo almeno per la Commissione dell'Ordine Pubblico (presieduta dal prefetto e composta dal questore, dal sindaco, dal presidente della provincia, e da comandanti delle forze pubbliche). A meno di una settimana dalla prima partita in casa (Parma-Catania) arriva puntuale l'ultimatum: o si tagliano le piante o l'agibilità del Tardini sarà di soli 14.000 posti (in A gli stadi devono averne almeno 20.000)". "Ragioni di "sicurezza" (dicono loro) - prosegue il comunicato - , come per le ringhiere, le gabbie, il proibizionismo sugli alcolici (che colpirà quasi tutta la città!), la chiusura delle vie ai parmigiani (consegnate agli ospiti!), i divieti per i tifosi ciclisti, e l'incremento della videosorveglianza. Ma a Parma si può fare tutto ciò che si vuole senza rendere conto a nessuno? Addirittura radere al suolo il verde additandolo come problema? Ma allora, se invece di tagliare tre piante ne tagliassero (ad esempio) sette, la capienza salirebbe a 40.000? Qualcuno ha consegnato le chiavi della città ad Attila senza dircelo? Per altro se i giornali evitano qualsiasi analisi, critica, o semplice considerazione; se i politici girano la testa dall'altra parte; se il Parma preferisce rimanere in silenzio per paura; tutto diventa molto facile. E chi ha ricevuto l'autorità può ritenere di poter fare quello che gli pare e piace, senza render conto a nessuno. Solo noi abbiamo il coraggio di prendere posizione, che sia per questo che vogliono colpirci con la Tessera del Tifoso? Tutte queste misure chi le ha ideate e suggerite? Sembrano funzionali a creare disagio, dando linfa a chi parla di trasferire lo stadio fuori città. Per altro lo stesso Prefetto lo aveva dichiarato qualche mese fa: «Stadio da spostare», ovviamente per le solite ragioni di "sicurezza". Una sicurezza capace di generare ricchissimi appalti, quelli (magari) che in città si aggiudicano sempre i soliti noti. Ma ovviamente sarà una coincidenza... Il Parma Calcio subisce gravissime pressioni, che a pochi giorni da Parma-Catania, suonano vagamente come minacce ed eventuali rappresaglie. Proprio adesso, che le squadre di Serie A stanno esaminando la Tessera del Tifoso, quella misura repressiva invocata dal Ministro Maroni, mediante letterina a prefetti e questori. Ma ovviamente (anche questa) sarà una coincidenza... In queste ore notiamo che si sta anche cercando di far credere che ci sia tensione tra la tifoseria etnea (che domenica arriverà a Parma) e la nostra, facendo finta di non sapere che tra noi e loro non c'è alcuna ostilità, anzi: c'è rispetto. Chi è stato in trasferta a Catania (e noi ci siamo stati) può testimoniarlo. Questa opera di disinformazione sembra finalizzata a giustificare l'ingiustificabile: decisioni che sfregiano la città nascondendosi dietro la "sicurezza". O addirittura, e speriamo di no, che si vogliano fomentare incidenti come a Parma-Inter? Ma ovviamente (anche questa) sarà una coincidenza... Se si vuole parlare di Catania, magari, sarebbe il caso di domandarsi chi ha effettivamente ucciso l'ispettore Raciti, perché la "verità" diffusa nell'immediatezza degli eventi (che diede il via alla solita feroce repressione anti-ultras), non sembra affatto così certa. Tant'è che il caso, da allora, sembra esser stato dimenticato (o oscurato?)... Ma dai media, non certo da noi. Noi vogliamo sempre la verità. E magari anche giustizia. Ma invece, se un tifoso catanese fa un gesto esecrabile (un gesto!) va in galera (Parma-Catania del 15 ottobre 2007), se invece un poliziotto ammazza un ultras (18 novembre 2007) non paga neppure pegno. Vogliono delocalizzare il nostro stadio, il nostro verde, la nostra gente, i nostri diritti, la nostra passione. Ma gli unici da delocalizzare sono loro, che con le loro direttive e i loro atteggiamenti, mostrano di non avere alcun rispetto per la nostra città, per la nostra comunità, e per la nostra squadra. Parma si svegli! Ci appelliamo a tutte le persone di buona volontà. Chi dice di rappresentare la Comunità si mobiliti, i giornalisti denuncino ciò che sta accadendo, la gente dica no a questo attacco alla città. Fonte: http: Notizie correlate Parma
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