Manette per dodici ultras genoani cui vengono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata in relazione alla partita Genoa-Siena del 22 aprile scorso.

Gli arrestati scavalcarono le recninzioni e furono autori materiali dell'interruzione della partita quando si era sullo 0-4 in favore della squadra toscana, ponendo in condizione di "soggezione psicologica i giocatori" e costringendoli a togliere le maglie in quanto ritenuti indegni di indossarle. Per la ripresa della partita fu fondamentale la mediazione di Beppe Sculli.

Secondo quanto scrive il pubblico ministero Biagio Mazzeo nella richiesta di ordinanza di custodia cautelare a carico degli ultrà del Genoa arrestati i supoorters si muovevano in un quadro "di omertà che induce le persone offese ad astenersi dal denunciare i torti e persino a negare i fatti". Elementi assai verosimili che spiegano anche le vessazioni e il clima intimidatorio vigente al Ferraris e al Centro sportivo Pio XII 'Gianluca Signorini'.

Tra gli individui finiti in manette ci sono indagati anche nell'ambito delle indagini per il calcioscommesse.

Per sette ultras sono scattati i domiciliari, mentre tre sono sottoposti all'obbligo di dimora.

Per gli episodi di Genoa-Siena sono un centinaio in tutto i tifosi rossoblù iscritti nel registro degli indagati, mentre i Daspo, i divieti di accedere a manifestazioni sportive firmati dal questore sono stati in tutto 120.

Fonte: sport.virgilio.it