Col figlio e Capozucca: frode sportiva per le gare con Piacenza e Venezia.
«Associazione a delinquere per frode sportiva»: è questa lipotesi di reato per la quale è stato iscritto nel registro degli indagati il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, insieme al figlio Matteo e al direttore generale rossoblù, Stefano Capozucca, nellinchiesta avviata dalla Procura di Genova sulle partite Piacenza-Genoa (2-2, giocata il 5 giugno scorso) e Genoa-Venezia (3-2, 11 giugno), questultima decisiva per la promozione in serie A dei rossoblù dopo dieci anni.
Ieri, il pubblico ministero Alberto Lari ha completato la prima fase degli interrogatori a Venezia, rientrando a Genova nel pomeriggio, dove ha fatto il punto della situazione con il collega contitolare dellinchiesta, il sostituto procuratore Giovanni Arena. Il quale, ieri, ha interrogato a Piacenza tre dei sette tesserati biancorossi che risultano persone informate dei fatti per Piacenza Genoa. Sulla base, pare, della frase pronunciata dal giocatore emiliano Abbate, che accusò i rossoblù di aver sollecitato nel prepartita lui ed i compagni a non impegnarsi in campo. Gli altri quattro piacentini, già in vacanza, verranno ascoltati entro i prossimi giorni, al pari di alcuni tesserati del Genoa.
Il colpo di scena martedì scorso, con il fermo da parte dei carabinieri dellauto guidata da Giuseppe Pagliara, agente Fifa e collaboratore del presidente del Venezia, Luigi Gallo, mentre usciva dal cancello di via delle Primule 5, a Cogliate, in provincia di Milano, dove ha sede la Giochi Preziosi S. p. A. A bordo, una valigetta con 250 mila euro in contanti.
Secondo indiscrezioni, Pagliara avrebbe prima spiegato di essere solito viaggiare con ingenti quantitativi di contante e che, comunque, quella cifra era un acconto sulla cessione di Maldonado al Genoa, esibendo anche un contratto del giocatore retrodatato al 20 maggio scorso. Il fatto curioso è che lo stesso difensore, della sua cessione al Genoa, si dice alloscuro: «So solo che sto partendo per le vacanze e me ne torno in Paraguay».
Preziosi si è affidato per la difesa allo studio dellonorevole Alfredo Biondi, penalista di grido e tifoso genoano di antica data, ed allavvocato Mattia Grassani, altro nome illustre, consulente legale per la parte sportiva e protagonista lanno scorso di unaltra vicenda simile, quando aveva tutelato il Modena salvando il suo presidente Amadei dagli addebiti più gravi. Stavolta la vicenda è più complessa, ma Grassani chiarisce subito che «il presidente Preziosi è estraneo a ogni addebito».
Il Genoa e' nei guai. Il paresidente Preziosi e suo figlio Matteo sono stati iscritti nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta avviata dai pm di Genova. Con loro il direttore generale del club, Stefano Capozzucca, anche lui coinvolto nell'ipotesi di 'associazione a delinquere per frode sportiva'. La pietra dello scandalo sono quei 250 mila euro in contanti trovati nella valigetta di Pino Pagliara, agente Fifa e stretto collaboratore del Venezia, appena uscito dagli uffici di Preziosi in Lombardia. "Quei soldi erano l'acconto per la cessione di Maldonado al Genoa, e servivano ad appianare le pendenze con i giocatori e a risolvere una vertenza con l'erario".Una giustificazione che non convince gli inquirenti, decisi ad andare in fondo alla vicenda. A insospettire i pm, il fatto che Maldonado fosse all'oscuro della sua cessione al Genoa: "So solo che sto partendo per le vacanze e me ne torno in Paraguay". Tra pochi giorni si attivera' anche l'Ufficio Indagini della Federcalcio, che ha gia' aperto un fascicolo. Genova rossoblu trema, la serie A e' realmente a rischio.
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