Dichiarazioni B.A.L. sui fatti di Livorno Genoa
18 Febbraio 2004 - letto 4147 volte
E' rintoccata la retorica giornalistica sugli episodi di Livorno Genoa di pochi giorni fà, sui quotidiani pare una lettera spedita dalla madre dei bambini vittime degli scontri del concitato dopopartita al questore di Livorno, che ha preso spunto per scagliare altro veleno sulla situazione della curva labronica che ha reagito d'impulso attraverso una figura di spicco delle Brigate Autonome Livornesi "accomunare indebitamente quei tristi episodi per niente condivisibili anche dal punto di vista ultras alla situazione odierna della nostra curva significa fare una conveniente retorica che spinge il pedale sul consenso delle masse che guardano con disprezzo l'atteggiamento repressivo della questura nei nostri confronti.
Anzitutto è debito dire che non è mai successo nulla di simile prima d'oggi, è ciò ha un significato specifico,lo ha anche vedere una curva senza striscioni e senza il suo gruppo trainante mutilato chirurgicamente, lasciando tutto ciò che rimane allo sbando totale,i deficenti stanno nelle curve come nelle piazze,sui posti di lavoro come nelle questure,sono un problema della società e non solo degli ultras, è comunque giusto dire (solo per l'onor della verità,in barba alle montature giornalistiche) che le scene apocalittiche descritte dai giornali non corrispondono al vero in nessun modo.
Chi ha sbagliato lo ha fatto perchè una volta vista un auto fuggire all'impazzata nella corsia opposta, spaventata (sia pure con sacrosanta ragione)da risse che conivolgevano altre auto (occupate da ragazzi ben incappucciati...), vi si è avventato ancor prima di accertare cosa vi fosse all'interno, dove i ragazzini (ai quali va il nostro primo pensiero anche se giudicabile inutile) erano accucciati e per questo invisibili, quando invece qualcuno dei presenti ha capito è intervenuto e la situazione si è bloccata.
L'ERRORE più tosto grossolano e inammissibile, stà nel confondere i ruoli, gli ultras hanno gli ultras e basta, la domenica c'è tanta gente che con tutto questo non ha a che vedere nulla,ed il compito non solo nostro, ma di tutti,stà ne non creare confusione.
COSA SIGNIFICA QUESTO?
Significa affrontare i problemi alla radice uscendo dall'ipocrisia e iniziare a dire le cose come stanno ralmente.
QUANTI COMPIONO QUESTO ERRORE?
Troppi.
Specialmente se consideriamo che l'errore in se non stà nel colpire il bambino, ma chi non fà parte del gioco.
E CHI NON FA' PARTE DEL GIOCO?
Di certo questo non è dato dall'età, un normalissimo tifoso di 30 anni che nulla ha a che vedere con gli ultras è una vittima ingiustificabile al solito modo, ma se nel caso, non crea tanto scalpore.
Gli ultras hanno gli ultras o almeno dovrebbero,quindi non nascondiamoci che molti, troppi gruppi (l'anno scorso a Genova hanno rincorso con i bastoni 4 o 5 auto mentre noi eravamo in tranquilli in treno tanto per fare un esempio...) dirottano la propria rabbia dai gruppi prinncipali, magari ben scortati e per questo scomodi, ai gruppuscoli isolati e non protetti arrivati spesso in auto.
Allo stesso modo altri gruppi che amano fare "cronaca" si nascondono furbescamente con i semplici tifosi giungendo in auto, ben vestiti e senza scorta,pronti a colpire al buio (magari con le lame) qualche malcapitato, le voci girano,la caccia alle streghe comincia ed il resto è solo pane per giornalisti.
Questi sono grossi problemi del movimento ULTRAS, più grossi di SkY, della retorica dettata dalla rivalità e di tutto il resto di stronzate che molti perbenisti usano su un movimento che deve per questo conoscere l'autocritica.
Il dovere di un gruppo è far rispettare certe regole (anche se molti se ne strafregano!) noi fino a che esistevamo lo abbiamo sempre fatto, non essendoci (come BASE) è un pò più difficoltoso di quanto lo sia già in natura,ATTENZIONE COMUNQUE A SPUTARE SENTENZE A CASO, quella domenica c'è chi, mitizzazioni a parte, si è affrontato (nonostante quello che passiamo) a VISO APERTO, magari in una giornata dove tutto, tranne ciò che è stato, poteva essere messo in preventivo.
La troppa gente di Genova arrivata in modo molto vulnerabile, colta di sorpresa da quella situazione come molti di noi, che magari fino ad un attimo prima erano ad un bar a bere una birra assieme a qualche tranquillo genoano ne sono la testimonianza.
Con ciò,non giustifichiamo esaminiamo e speriamo vivamente che niente di tutto quanto detto si ripeta MAI."
di queste parole ovviamente, nulla è stato pubblicato sui quotidiani locali mentre in una lettera apparsa sempre sul solito giornale (il Tirreno) una sedicente tifosa della curva diceva di aver cambiato idea sui diffidati (fino a quel momento difendibili) proprio dopo aver vissuto di persona e da vicino quell'esperienza, dove una donna come lei (che sarebbe stata la Madre) era urlante e piena di sangue nel viso... ma a quanto pare donne su quell'auto non ce n'erano!
COME DIRE...
giornalisti TERRORISTI!