Curve&Tifosi: Il gemellaggio tra Genoa e Napoli alla prova del nove, quella del "Mors tua, vita mea"
04 Giugno 2007 - letto 5002 volte In vista dello scontro decisivo di domenica c'è chi teme per le sorti del gemellaggio ultraventennale. Beffardo, malefico, sadico: etichettatelo a vostro piacimento il fato che ha disegnato questo finale di Serie B. Emozionante e avvincente per chi lo segue dall'esterno, certo, ma provate a mettervi nei panni dei tifosi di Genoa e Napoli. Fino a ieri era più che concreta la possibilità di poter assitere ad una grande festa a Marassi in occasione dell'ultima di campionato, resa ancora più dolce dal gemellaggio tra le due tifoserie, legate dal lontano 1982 e dalla voglia di riemergere dopo anni vissuti ai margini, lontano dai fasti di un passato glorioso per entrambe. Tutti speravano nella passerella trionfale tra sette giorni: basti pensare all'enorme quantitativo di sciarpe azzurro-rossoblu presenti sugli spalti del San Paolo, piccolo sintomo di quanto fosse forte il desiderio di gioire assieme ai fratelli genoani. Ma domenica, con ogni probabilità, sul treno diretto per quel paradiso chiamato Serie A ci sarà posto solo per una delle due compagini. Ghignano di gusto i maligni: il gemellaggio sarà messo a dura prova. Per quanto possa essere saldo il legame tra le due piazze, infatti, le fortune della propria squadra vengono anteposte a tutto. Una considerazione che vale sia per i ragazzi delle curve, dove i gemellaggi sono più sentiti, sia per i tifosi meno attenti a certe dinamiche. Le prime microscopiche crepe, se così le vogliamo definire, possono già intravedersi sul web, teatro virtuale che ha ospitato i commenti a caldo di grifoni e partenopei sull'effimera domenica vissuta tra il San Paolo e il Martelli, con un orecchio alla radiolina. Proprio lei, la radiolina, vera protagonista di giornata, è al centro dell'equivoco che ha scatenato qualche malumore sull'asse Genova-Napoli. E' successo tutto nell'immediata coda di Napoli-Lecce. I 60mila del San Paolo, frastornati dall'altalena di emozioni vissuta fino a quel momento, accolgono la rete di Tarana per il Mantova come se avesse pareggiato il Vicenza, con un boato inspiegabile frutto dell'errato e frettoloso passaparola dei tifosi muniti di radiolina. Pochi istanti, il tempo di capire realmente cosa fosse accaduto, e sull'impianto di Fuorigrotta cala il gelo: contro il Genova sarà uno spareggio, una finale. La sfida che nessuno voleva giocare, lo scontro fratricida apparentemente inevitabile alcuni mesi fa, ma che sarebbe potuto diventare una formalità alla luce dei risultati delle ultime settimane, si farà. Un passo falso del Piacenza regalerebbe la Serie A ad entrambe, ma nessuno, sia a Genova che a Napoli, ha più voglia di vivere di illusioni, appesi ad un filo, in subordine alle disgrazie altrui: a Marassi sarà partita vera. Difficile prevedere cosa succederà sugli spalti, come la vivranno i tifosi, amici da sempre, rivali nel giorno più importante. Una sola riflessione appare scontata: se il gemellaggio tra Genoa e Napoli dovesse resistere a quest'interminabile settimana di passione, statene certi, nessuno oserà più mettere in discussione il valore di un'amicizia sfidata dal destino nella prova più dura, quella del "Mors tua, vita mea". Fonte: goal.com Notizie correlate Genoa
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