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Como-Catania vista da Lele
13 Settembre 2003 - letto 2545 volte
Sia per il Como sia per il Catania è la seconda giornata di campionato, essendo state tra le quattro uniche squadre scese in campo domenica scorsa.
La cosa non è piaciuta affatto agli ultras lariani, che chiamano la tifoseria ad un gesto di protesta contro “un calcio in cui le emozioni non contano più nulla” e per contestare appunto la decisione di scendere in campo presa a Napoli dall’ormai indesiderato e detestato Preziosi, anche perchè ha costretto i più a rinunciare ad una trasferta che avrebbero invece fatto molto volentieri (al S.Paolo alla fine ci sono andati in una dozzina).
“NOI RESTIAMO FUORI… VOI BUTTATELA DENTRO”, è dunque il titolo del volantino distribuito fuori dallo stadio, con cui si chiede ai tifosi di non entrare allo stadio o comunque di non tifare, rimandando alla prossima partita il massimo di sostegno all’undici di Fascetti.
Dentro lo stadio la curva di casa espone due striscioni: uno con lo stesso slogan del volantino, l’altro con l’ormai collaudato “Questo calcio ci fa sky-fo”. Non si può dire che la curva sia deserta: di gente ce n’è abbastanza, per lo più sparsa e seduta, ma nessuno si azzarda ad occupare i due angoli in basso al centro, laddove normalmente si colloca lo “zoccolo duro”. E’ già di per se’ un fatto quasi positivo, considerato quanto burrascosi erano stati sul finire della scorsa stagione i rapporti tra la “massa” e, appunto, lo “zoccolo duro”.
La curva ospite non esiste, o meglio è di nuovo sottosopra per lavori di completamento che la renderanno indisponibile penso ancora per svariate partite, con buona pace probabilmente di chi, anche dentro “palazzi” lariani, non ha pianto troppo per la rapida conclusione della nuova esperienza in serie A. Inutile chiedersi, quindi, quali problemi avrebbe creato questo stadio a metà se il Como non fosse retrocesso…
Non mancano invece i supporters catanesi, collocati nei distinti e presenti in numero onorevole considerato il giorno feriale e la doccia fredda dello 0-3 casalingo patito col Cagliari: al fischio d’inizio saranno all’incirca già duecento abbondanti, con in bella mostra la presenza di ANR ed Irriducibili. La scena del tifo è tutta loro ed le cose si fanno ancora più facili considerato il fulmineo vantaggio dei siciliani e, dopo non molto, addirittura il raddoppio. Il Catania gioca con scioltezza e rivela un’ottima intesa collettiva, mentre il Como fa davvero fatica a riprendersi dal doppio colpo.
Tra una torcia e l’altra, tra un goal e l’altro, c’è possibilità per gli ospiti di sfoggiare un buon repertorio vocale, spesso accompagnato da lenti ed ampi battimani ritmati. E’ chiaro che i presenti non sono arrivati direttamente da Catania, eppure la partecipazione ed il coinvolgimento della gente è quasi completo, anche durante i cori più elaborati. Non manca, né poteva mancare, qualche dedica velenosa ai rivali palermitani ed a Franco Carraro, così come non stona l’urlo “Presidenti Falsi Ribelli” che si alza sul finire del primo tempo.
La ripresa vede in campo un Como decisamente più incisivo, o quantomeno più vivace, e dalla curva parte ogni tanto qualche coro raffazzonato. Nel frattempo arrivano altri ultras etnei, un piccolo gruppo sfuggito al blocco che un’ottantina di loro ha subito a Roma nel pomeriggio: tutti senza biglietto del treno, quindi tutti rispediti verso casa… perché gli ultras devono pagare (tutto e caro) al minimo sgarro…
Ad alcuni, appunto, è riuscito chissà quale gioco di prestigio e, una volta sfuggiti dalle mani della (?) giustizia, optano per continuare il viaggio verso il profondo nord con un’auto a noleggio: per loro alla fine 45 minuti di calcio costeranno la bellezza di circa 48 ore di trasferta, ma alla fine riescono ad appendere il loro “A SOSTEGNO DI UNA FEDE” e possono gustarsi altri due goal, uno dei quali realizzato con un delizioso colpo di tacco dall’intramontabile Lulù Oliveira.
I cori continuano forti e rimbalzano contro la tribuna centrale, il monologo è interrotto solo negli ultimi dieci minuti, allorché i tifosi lariani rimasti fuori entrano, si piazzano ai posti di combattimento e ci danno dentro fino alla fine. Nel volgere di pochi minuti accade addirittura che rimangono quasi da soli in curva, dato che chi già c’era pensa bene di lasciare lo stadio anzitempo, subito dopo il quarto goal degli ospiti.
Forse unica pecca della gioiosa serata dei catanesi è il poco entusiasmo con cui pochi giocatori si spingono sotto i distinti a salutare i propri tifosi. Anche questa freddezza è calcio moderno…

PS Per vedere il fotoservizio della partita visita il sito www.weareultras.com
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