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Chievo-Sampdoria soprusi delle forze dell'ordine sui tifosi doriani
05 Aprile 2010 - letto 2733 volte
Oggi è stata una di quelle giornate che forse non avremmo mai voluto vivere, probabilmente la certezza che ci mancava per capire che allo stadio non ci vogliono più. Un discorso che non riguarda solamente quei ragazzi che fanno parte dei gruppi, ma tutti: dal tifoso moderato alle famiglie che in pompa magna le società e l’osservatorio volevano riportare allo stadio. Quel che abbiamo vissuto oggi a Verona difficilmente lo dimenticheremo, una partita come Chievo-Sampdoria è notoriamente una giornata tranquilla che solitamente invoglia parecchi sampdoriani a percorrere pochi chilometri di macchina. Arrivati al Bentegodi veniamo accolti al parcheggio dagli amici veronesi che per i più svariati motivi non han potuto seguire la loro squadra a Marcianise. Ci avviamo verso lo stadio e ci accorgiamo subito dello scarso buon senso che hanno gli steward e i capoccia di turno: niente bandiere con aste sopra i 125cm, niente bandiere anche senza aste, però uno steward ci rassicura: “Tranquilli le sciarpe le potete tenere…”. Dopo alcuni mesi di quiete in cui sembrava che tutto pian piano potesse tornare alla normalità, in cui le bandiere e bandieroni entravano senza particolari restrizioni, ecco ritornare l’applicazione rigida di ottusissime leggi promulgate da ottusissimi politici di tutti i colori. A tutti ricordiamo: biglietto nominativo di un ministro del Pdl, divieto di esposizione di striscioni,tamburi,coreografie,megafoni etc da un ministro del centrosinistra, tessera del tifoso da un ministro leghista. La repressione non ha colori politici, come non ha e non avrà mai colori la lotta contro chi cerca di eliminarci. Quest’anno siamo riusciti a portare i nostri colori e i simboli del nostro gruppo in tutti gli stadi d’italia, le nostre aste sono entrate ovunque così come le nostre bandiere, ma a Verona la legge è diversa, questo non ci stupisce più di tanto perché eravamo già a conoscenza della rigidità dei controlli ma non digeriamo il fatto di non poter portare ciò che ci rappresenta come sampdoriani e come gruppo dentro lo stadio in cui gioca la Sampdoria. Come si suol dire al peggio non c’è mai fine e nel giro di pochi minuti la situazione si surriscalda senza alcun motivo; infatti mentre alcuni ragazzi chiedono spiegazioni riguardo al divieto di entrata di uno striscione, i “tutori della legge” rispondono a suon di manganellate colpendo senza nessuna pietà e con assoluta cattiveria. Dopo questo episodio l’entrata allo stadio viene sbarrata per 10 minuti, di fatto non ci fanno entrare e un cordone di “tutori della legge” ci sbarra la strada con scudi e manganelli impedendo alla metà dei sampdoriani presenti di entrare allo stadio. Come se non bastasse quando decidono di farci rientrare gli steward sbarrano la strada ad un padre di famiglia con due bambini alti meno di un metro, il problema è che i bambini non hanno il biglietto nominativo ma come fanno ad averlo se non hanno la carta d’identità? Dopo varie discussioni e proteste di tutti i presenti finalmente il padre e i bambini riescono ad entrare, ecco come vengono tutelate le famiglie che vogliono tornare allo stadio…VERGOGNA! Finalmente al 15’ del primo tempo riusciamo ad entrare allo stadio e con il resto dei gruppi ci compattiamo al centro del settore ospiti dando vita ad un tifo davvero di alta qualità, cori contro la repressione e la tessera del tifoso che si protrarranno fino alle fine del primo tempo. Precisiamo che per noi è una sofferenza non tifare per i nostri colori, è stata una sofferenza non cantare per la maglia nei primi 45 minuti ma a volte come in questa giornata ci sono dei principi di libertà da difendere. Nel secondo tempo viene presa la decisione di metterci a lato del settore ospiti, per dimostrare a tutti già da ora cosa vorrà dire una Sud senza tifo e senza gruppi. Torniamo a intonare i cori per il Doria e ancora alcuni contro la tessera, tanti battimani e cori potenti che rimbombano nel silenzio del Bentegodi. Una giornata che sicuramente non dimenticheremo, sia per gli episodi iniziali sia per l’orgoglio, l’amore e il senso di appartenenza che si è respirato nel settore ospiti da parte di quei ragazzi che hanno a cuore la sorte del nostro futuro negli stadi italiani al seguito della Sampdoria. Lasciamo spazio ad una riflessione: ci sono delle persone pagate da noi che vengono chiamate “tutori della legge” ma che come a Verona conoscono un solo modo di comunicare ovvero coi manganelli, siamo davvero noi che dobbiamo essere preventivamente schedati dalla questura con la Tessera del Tifoso? Noi la risposta la conosciamo e speriamo che dopo Verona anche molti di voi si convincano di come la Tessera del Tifoso sia solamente un nuovo espediente per reprimere la nostra libertà personale, la nostra passione e l’amore verso la Sampdoria. Noi vogliamo seguire la Sampdoria ovunque e il timore che un domani tutto questo non possa esserci più ci addolora profondamente e manterremo fino alla fine il nostro atteggiamento di rifiuto. Dopo la vittoria contro il Chievo, sabato pomeriggio l’appuntamento è a Bogliasco, un’importante occasione per parlare della Tessera del Tifoso e per incitare la squadra prima del derby di domenica.

“…Anche repressi combatteremo, in ogni stadio sempre con te…Sampdoria alè Sampdoria al腔
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