Catania-Roma è una partita a "massimo livello di rischio" e per questo motivo sul neutro di Lecce sabato dovrà essere disputata a porte chiuse. Lo ha deciso l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive nella riunione tenuta stamani a Roma alla presenza del prefetto Antonio Manganelli, del presidente della federcalcio Giancarlo Abete e del numero uno della Lega Calcio, Antonio Matarrese.

In una nota del Viminale si segnala che la decisione di far disputare l'incontro a porte chiuse è arrivata in seguito ad una "anamnesi specifica compiuta dall'Osservatorio sulla storia e gli avvenimenti legati alle tifoserie" e in base alla considerazione delle "gravi responsabilità attribuite alle frange più violente della tifoseria etnea anche dall'organo di giustizia sportiva". Queste responsabilità, secondo il Viminale, "a tutt'oggi non possono ritenersi superate". L'Osservatorio ha inoltre tenuto conto dei "precedenti relativi agli episodi di violenza avvenuti in passato tra le due tifoserie".

La decisione presa oggi su Catania-Roma, estesa al prefetto di Lecce, arriva all'indomani della decisione del Tar di Catania, che ieri aveva ordinato la riapertura al pubblico degli incontri della squadra siciliana accogliendo un ricorso presentato da 82 abbonati. La giustizia sportiva aveva squalificato lo stadio 'Massimino' per tutta la stagione ordinando al Catania di giocare a porte chiuse fino al termine del campionato in seguito agli incidenti che lo scorso 2 febbraio, dopo il derby con il Palermo, portarono all'uccisione dell'ispettore di polizia Filippo Raciti.

Manganelli, aprendo la riunione odierna al Viminale, ha spiegato che "l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive coltiva il progetto di vedere costantemente uniti il mondo della sicurezza e del calcio", con la convinzione che "questo costituisca l'antidoto da iniettare per evitare la violenza negli eventi sportivi".

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