Catania: l'accusato dell'omicidio Raciti in comunità
24 Luglio 2007 - letto 1085 volte
La madre: "Mio figlio doveva tornare a casa"
"Oggi sono un po' più serena ma non sono contenta per la decisione di mandare mio figlio in una comunità e di non farlo tornare a casa". Così R.S., madre di A.S., commenta la decisione del Tribunale per i minorenni di Catania che ieri ha disposto la scarcerazione del giovane ma per andare in una comunità di recupero sociale.
Parla per la prima volta la donna per difendere la sua famiglia che i giudici hanno ritenuto "consapevole di avere avuto una condotta educativa a volte incoerente nell'arco degli anni, avendo perdonato alcune intemperanza del figlio", ma allo stato "non possiede la dovuta autorevolezza educativa".
"Mio figlio - contesta R.S. - ha una famiglia sana, e lo potevano portare a casa, e non in comunità". La madre di A.S. si dice "ferita dalla decisione del Tribunale per i minorenni di Catania", perché, sostiene, "non si può dire che non siamo capaci di educare un figlio".
Il provvedimento di affidamento a una comunità di recupero sociale è stato contestato dai legali del giovane: gli avvocati dello studio Lipera hanno infatti presentato questa mattina un ricorso al Tribunale per il riesame per i minorenni chiedendo la scarcerazione del loro assistito o, in subordine, la concessione della permanenza in casa, definizione tecnico-legale con la quale si definiscono gli arresti domiciliari per i minorenni. All'istanza è allegata una nuova perizia medico legale del prof. Giovanni Lo Castro, docente di Psicologia clinica dell'università di Catania.
ULTRAS LIBERI
A SOSTEGNO DI UNA FEDE