Catania-Avellino ore 15:00. Ingresso tifosi ospiti ore 15:36. Chi e cosa rovina il calcio?
01 Aprile 2015 - letto 1058 volte ![]() Le immagini diffuse dalla Questura di Catania, relative all’ingresso dei tifosi dell’Avellino allo Stadio Massimino, le hanno viste praticamente tutti, dopotutto, il sito dell’Ansa e altri portali siciliani non si sono posti il problema. Le abbiamo viste più volte anche noi e sinceramente non ci indigna un’aggressione che non c’è stata (quel che abbiamo visto noi è qualche spintarella e nulla di più) nei confronti di uno steward decisamente lento e spiegheremo il perché. Non ci indigna nemmeno il tentativo di quel ragazzo, cerchiato più volte con il rosso nei frame successivi, che prova ad agevolare l’ingresso dei tifosi ai tornelli e spiegheremo il perché. Quello che ci indigna profondamente è l’orario in cui avvengono i fatti volutamente provocati. Sono le 15:36, Catania e Avellino stanno giocando da trentasei minuti e gli oltre quattrocento supporters irpini, superati i contrilli della Digos ad Avellino, a Villa San Giovanni, a Messina e, infine, a Catania, sono ancora all’esterno dello stadio Massimino. Sono all’esterno dello stadio nonostante una partenza avvenuta dodici ore prima, nonostante un primo ritardo forzato sul traghetto che da Villa San Giovanni li ha portati a Messina, nonostante l’arrivo all’area Anas di Catania più di un’ora prima dell’inizio del match. E’ lì, nell’area Anas, che comincia la domenica da deportati dei tifosi dell’Avellino, quella che ogni sabato e ogni domenica decine di tifoserie sono costretti a subire senza poter batter ciglio. Gli uomini del Questore Marcello Cadorna sono stati impeccabili: perquisizioni personali, sequestri di cibo e bevande, accurati controlli antidroga, controllo di biglietti e fotografia singola tifoso per tifoso. Tutto perfetto, peccato che ci abbiano messo un po’ troppo tempo incuranti dei circa 600 chilometri sulle spalle e della partita, unico motivo della traversata dei 200, che, nel frattempo, stava per cominciare. Qual è il problema, dopotutto, i tifosi in trasferta sono il male del calcio da debellare. Impossibile ribellarsi, quindi arrivare al "Massimino" con oltre trenta minuti di ritardo è normale, così come è normale, nonostante perquisizioni e controllo biglietti, trovare varchi chiusi e steward che fanno il possibile per rallentare le operazioni di ingresso. Impossibile anche spazientirsi. Ma si può sempre accettare tutto senza poter batter ciglio? Si possono veder violati i propri diritti di cittadini italiani e non provare un senso di disgusto? In Italia, per quanto riguarda il tifo organizzato, non è consentito. E chi ci cade viene arrestato anche in flagranza differita. Esattamente quello che è successo ad Avellino: due ai ragazzi ai domiciliari. Un’esperienza di poche ore revocata immediatamente dal Pm Cecilia De Angelis che, una volta preso contezza degli atti, si è reso conto dell’insussistenza dei reati di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Di fatto, la non convalida del fermo, ha evidenziato tutta la superficialità della decisione presa dal reparto catanese. L’otto aprile ci sarà un ulteriore passaggio in Tribunale che probabilmente non farà altro che confermare la decisione del Pm De Angelis. Quello che il tribunale non può evitare è il D.A.SPO. (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) per i due giovani arrestati. A questi si aggiunge quello già emesso e confermato, più altri due in arrivo. Per i cinque si prevede, tra le altre cose, una punizione molto lunga e molto severa. Giusto così, i tifosi, si sa, sono il male del calcio. Fonte: orticalab.it Notizie correlate Catania
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