Dal bagno di folla a quello nella fontana. I tifosi del Brescia festeggiano così il ritorno in serie B della loro squadra del cuore. Invadendo piazza della Repubblica con bandiere rigorosamente colorate di bianco e azzurro. Tutto come promesso alla vigilia dell'ufficializzazione del ripescaggio e come già accaduto in passato per altri importanti appuntamenti, l'ultimo dei quali, datato luglio 2014, riguardava l'iscrizione del Brescia all'ultimo campionato.La curva Nord si è ritrovata al Bar Leonessa per poi riversarsi in massa in uno dei punti clou della città, lasciando esplodere la propria gioia con fumogeni e fuochi d'artificio, clacson e cori, riprendendosi così per una sera un luogo spesso «profanato» da tifosi di altre fedi calcistiche per scudetti e Champions League.I TIFOSI del Brescia - oltre un centinaio quelli che si sono ritrovati in piazza Repubblica dalle 21.20 - cantano, saltano e si abbracciano, coinvolgendo nel loro entusiasmo i passanti: pedoni e automobilisti sorridono e applaudono. Tra gli ultras c'è chi ringrazia Rinaldo Sagramola e chi invece, in maniera ironica, il bresciano Tommaso Ghirardi (ex presidente del Parma) e Giampietro Manenti, «imprenditore» che dopo aver tentato un'improbabile scalata ai vertici del Brescia ha fortemente contribuito ad incrementare il caos nella città ducale fino all'epilogo del fallimento. Una bella rivincita per il pubblico di fede biancazzurra, costretto negli ultimi mesi a sopportare gli sfottò provenienti dalle tifoserie rivali soprattutto sui social network. In «soccorso» dal web arrivano i messaggi beneauguranti di alcuni ex biancazzurri felici per la B ritrovata: dal funambolico Picci a Caldirola e Benali. Uniti ai propri ex tifosi nel liberare la soddisfazione per una giustizia che sembra aver parzialmente ricompensato una squadra che in passato ha ricevuto meno di quanto seminato, finendo spesso vittima di errori e torti mal digeriti. Chi si discosta dai festeggiamenti è il gruppo «Brescia 1911», che in un comunicato spiega le ragioni del proprio dissenso, vedendo nel Brescia una «mera pedina del sistema» come in altre precedenti occasioni che hanno visto la piazza biancazzurra penalizzata dalle decisioni dei «poteri forti».