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Brescia-Como vista da Lele
27 Ottobre 2002 - letto 5643 volte
Torno a vedere una partita a Brescia dopo quasi 4 anni, l’ultima volta fu per una sfida col Verona che vide i gialloblù espugnare trionfalmente il Rigamonti: scaligeri in grande spolvero anche sugli spalti (nell’occasione commemorarono la recente scomparsa di Guidotti, il presidente dello scudetto) e “ovvia” appendice di scontri tra Bresciani e polizia fuori dallo stadio.
In effetti si trattava di un’era completamente diversa per il tifo delle rondinelle, a quei tempi ancora interamente collocato in curva, anche se già abbondavano gli striscioni contro il presidente Corioni. In questi anni la tifoseria bresciana mi era sembrata notevolmente migliorata, rappresentando forse l’unica eccezione alla regola che le divisioni interne alle curve le portano sulla via dello sfascio: qui invece, soprattutto quantitativamente, la tendenza mi era sembrata esattamente opposta, ma volevo constatare di persona come i Bresciani fossero tra le mura amiche, dato che finora li avevo visti solo in trasferta a Bergamo e a Como in Coppa Italia (in entrambi i casi buoni ma nulla di più).
Sono circa le due meno un quarto quando arrivo dalle parti dello stadio e già scopro un’atmosfera molto diversa da quella che mi ricordavo, nel complesso assai tranquilla nonostante si tratti comunque di un derby discretamente sentito: su tutti restano famosi gli incidenti a Brescia il 28 ottobre 1979, sia perché i Comaschi usarono pistole lanciarazzi (e, mi disse uno di loro che c’era quel giorno, per puro caso riuscirono a scampare l’assalto dei Bresciani), sia perché si verificarono lo stesso giorno in cui morì Vincenzo Paparelli prima del derby di Roma. Nonostante tutto da un primo sguardo mi pare che la polizia in giro sia pochina e comunque arguisco dell’arrivo dei comaschi solo per un lontano vociare e per un paio di giri di sirena, per il resto non accade praticamente nulla.
Prima di entrare riesco a scambiare qualche parola con un amico della curva bresciana, il tempo per parlarmi del loro buon momento, dei soliti problemi con le diffide “tattiche”, dei rapporti sempre pessimi con la società e di quelli di convivenza “forzata” con i tifosi della gradinata.
Dentro lo stadio la prima cosa che noto è uno striscione in curva con scritto (mi pare) “SPEGNI LA TELEVISIONE, ACCENDI LA PASSIONE. TUTTI A TORINO!”, anticipando quella che sarà la coreografia di inizio partita e, soprattutto, integrando fattivamente l’iniziativa “Noi la faccia non la mettiamo” promossa dal Progetto Ultrà contro le pay-TV (per info: www.progettoultra.it) e che ha visto proprio la curva bresciana tra le prime ad aderire.
I Comaschi sono circa 400 (ad occhio mi sembrano tutti solo ultras) e riempiono la parte centrale del settore ospite. Ai lati noto che le barriere di separazione dalla curva sud e dalla tribuna sono coperte da dei teloni bianchi: mi sembra un’intuizione tanto semplice quanto geniale che, impedendo ai tifosi avversari di vedersi, li tiene anche più tranquilli. O comunque mi risparmia quei penosi siparietti a colpi di gestacci e lancio di oggetti.
Appesi i consueti stendardi dei lariani ed un inequivocabile striscione “MERCENARI, FUORI LE PALLE”, a conferma che la figuraccia in Coppa Italia con la Triestina è stata messa un attimo da parte ma di sicuro non è dimenticata. Tuttavia il momento è così difficile che ancora una volta prevale il cuore, ragion per cui già dal pre-partita partono cori a ripetizione, sia per spronare la squadra, sia per insultare i Bresciani.
Buono il colpo d’occhio anche da parte bresciana: piena la curva e compatto anche il gruppo della gradinata, che prima del fischio d’inizio espone uno striscione in ricordo di Desiree, la povera ragazza uccisa proprio nella provincia bresciana (un altro verrà esposto dalla curva ad inizio secondo tempo).
All’ingresso delle squadre nella curva di casa si alzano dei grandi cartoncini (poi ridotti a pezzetti ed usati per una coriandolata) mentre i comaschi ai “due aste” aggiungono alcune torce per colorare il loro settore. Comincio a seguire la partita posizionato sotto la curva ospite, da cui prosegue un tifo decisamente ben organizzato (sono in tre che, sistemati alla giusta distanza tra loro, si alternano a lanciare i cori): “Noi vogliamo questa vittoria!” resta l’urlo più graffiante ed ossessivo, mentre proprio da censurare sono gli ululati che partono da un piccolo gruppetto ogni volta che il giocatore nero del Brescia Appiah tocca palla (risultato: alle offese non si aggiunge praticamente nessuno ed Appiah alla fine sarà uno dei migliori in campo).
Dalla mia posizione arriva ancora udibile, con un sottofondo ossessionante di rullanti, il tifo della curva, anche se si nota che ai due lati sono in pochi a cantare. E’ invece praticamente del tutto inesistente quell’effetto “stereo” che pensavo fosse frutto del doppio incitamento di curva e gradinata: non solo spesso i cori che si alzano sono diversi tra di loro, ma soprattutto mi sembra proprio debole il sostegno che arriva dalla gradinata.
Dopo qualche sprazzo di buon gioco ad inizio partita, il match va avanti in modo piuttosto soporifero, per cui verso la mezz’ora mi avventuro verso la curva opposta e la sensazione che avevo avuto fino a quel momento si ribalta: più mi avvicino alla Nord e più il tifo di casa diventa impetuoso, oltrettutto fortuna vuole che proprio in quei 5 minuti di esplorazione mi trovo davanti ad un bellissimo mare di sciarpe (la gradinata si manterrà invece sempre su livelli a mio giudizio deludenti). Da sotto la curva di casa i Comaschi praticamente non si sentono più anche se li si vede in inesauribile sbattimento: curioso insomma pensare che nonostante il buon tifo di entrambi, ciascuno dell’altro avrà pensato “CHE MERDE!”.
La ripresa comincia con un Brescia tambureggiante e nei primi minuti il clima è quasi quello di un assedio, anche grazie all’apporto del pubblico che capisce la situazione e spontaneamente cerca di trasmettere la propria voglia di vittoria: a tratti, pur essendo ritornato vicino al settore ospite, faccio fatica a sentire i tifosi lariani. Verso il ventesimo il Brescia cala vistosamente sul piano fisico e consente al Como di guadagnare stabilmente dei metri di manovra preziosi che lo portano con più scioltezza verso l’area avversaria. Subito dopo una bella sciarpata dei propri tifosi, alla mezz’ora arriva addirittura il goal del Como: calibratissima punizione di Allegretti dal limite, deviazione sulla traversa del portiere che la toglie dal “sette” ed infine botta in rete di Padalino. Il settore esplode e si accende di nuove torce, poi è grande entusiasmo per un risultato che va inaspettatamente nella direzione sperata. Gelo invece nel resto dello stadio, ma il godimento degli ospiti dura poco più di 5 minuti e culminerà con un orgasmo finale: da un contrasto “volante” in area tra il portiere Brunner ed un giocatore bresciano nasce un più che discutibile rigore che consente a Baggio (scialba la sua quattrocentesima partita in serie A) di pareggiare.Il risultato è certamente più equo ma quel rigore non va proprio giù, tanto che in sala stampa il presidente Preziosi chiederà esplicitamente le scuse dell’arbitro.
Fino al fischio finale non accade più nulla di rilevante, mentre per i tifosi ospiti c’è un supplemento di incazzatura dato che sono solo due o tre i giocatori che si ricordano di loro prima di infilarsi negli spogliatoi…



PS Per foto ed audiotifo dei comaschi: gvlele@libero.it
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