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Accuse a Macalli via e-mail tifoso genoano assolto
26 Gennaio 2009 - letto 1770 volte
L’ira dei tifosi del Genoa, sebbene lontana ormai oltre tre anni dalla drammatica retrocessione in serie C, è entrata in un’aula di giustizia. È accaduto a Firenze nel confronto-scontro che vedeva l’uno contro l’altro schierati un cinquantenne genovese dal cuore rossolbù e nientemeno che il presidente della Lega Pro (l’ex serie C) Mario Macalli.

Il tifoso era accusato di diffamazione, per aver scaricato in una email tutta la frustrazione per quello che ai suoi occhi (e a quelli di molti altri sportivi) appariva come un ingiusto accanimento nei confronti della società di Enrico Preziosi. Difeso dall’avvocato Mauro Morabito, è stato assolto perché ha esercitato un legittimo diritto di critica, «riconosciuto a tutti i cittadini, anche ai tifosi» scrive il giudice di pace fiorentino, e perché, anche in presenza di insulti diretti alla persona, non poteva immaginare che la missiva digitale sarebbe stata letta da terze persone (elemento essenziale perché sia configurata la diffamazione).

La e-mail, spedita via internet all’indirizzo della Federazione italiana giuoco calcio il 3 giugno 2006, contestava un presunto “doppiopesismo” dei vertici della lega nei confronti della società. Diceva testualmente, a proposito «delle tante, troppe società che si sono iscritte al campionato senza presentare le fideiussioni» che il miracolo «è riuscito a moltissime squadre Salernitana compresa (ma chi è ai vertici della Lega di serie C avrebbe comunque il dovere di controllare. Grazie ragionier Macalli per aver controllato tutto, ma proprio tutto! E soprattutto per quel che riguardava il Genova. Si dimetta, che è meglio)».

Il giudice ha accolto in gran parte le tesi difensive dell’avvocato genovese Mauro Morabito: «Chi si dota di posta elettronica deve considerarla alla stregua della posta cartacea - scrive il giudice di pace - Nel momento in cui riceve delle comunicazioni via e-mail, deve organizzarsi affinché queste ultime possano avere la stessa riservatezza di una lettera cartacea. Al soggetto che la invia non possono essere addebitati comportamenti che, se effettuati nei confronti di una comunicazione cartacea, sarebbero inconcepibili». Come una lettura furtiva del contenuto da parte di terze persone. Eventualità che non è dipesa dalla volontà del tifoso «ma dalla scarsa organizzazione della Figc - Lega professionisti di serie C». Senza contare il fatto che, quanto scritto dal genovese «è più vicino a un critica che a una diffamazione».
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