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A Marassi spettacolo genoano
11 Maggio 2004 - letto 2160 volte
Tratto dal n° 18 di Sport People, settimanale digitale sul mondo ultrà scaricabile gratuitamente dal sito www.sportpeople.net

A MARASSI SPETTACOLO GENOANO
Dopo questa serata posso proprio affermare che chi è solito descrivere il Luigi Ferraris di Genova come lo stadio italiano che per struttura, caratteristiche - con gli spalti così a ridosso del terreno di gioco - si avvicina maggiormente agli impianti d'oltremanica, ha perfettamente ragione.
Mi era già capitato diverse volte di presenziare a Marassi in veste di sostenitore ospite ma l'impressione che mi ero creato dalla "tetra gabbia" in cui vengono sistemate le tifoserie avversarie era tutt'altro che positiva. Più che uno stadio mi sembrava un carcere: un lungo e stretto labirinto prima di entrare nel settore ospite, da dove poi si cercava di immaginare quello che accade in campo (è uno stadio, poter osservar per qualche istante l'incontro non sarebbe certo un'opportunità malvagia...). Senza poi dire che ogni tipo di contatto (nel senso più appropriato del termine) all'interno dello stadio con gli adiacenti spettatori restava un'utopia: a Genova gli ospiti è come se fossero in un loro mondo, come racchiusi in una campana di vetro, dove anche l'acustica risulta pessima.
In pratica, pressochè impossibile farsi sentire dalla gradinata opposta, per non parlare di alzare striscioni visibili a chi sta di fronte o far coreografie.
Diametralmente opposta è la sensazione che si vive stando sul terreno di gioco: uno stadio-gioiello dove l'incitamento degli ultras darebbe una carica immensa anche al più distaccato e svogliato degli undici.
Nonostante abbia girato i principali stadi italiani a fatica ricordo un rapporto capienza, maestosità dello stadio/possibile incidenza del fattore campo: Marassi, con le gradinate gremite e urlanti s'intende, sembrerebbe a misura di Genoa e Sampdoria.
Nel caso specifico se ieri avessi indossato la casacca rossoblù avrei avuto i brividi sin dall'entrata per il riscaldamento.
La Gradinata Nord si riempie poco prima del fischio d'inizio, sia nella parte bassa che nell'anello superiore dove campeggia il leggendario striscione "FORZA VECCHIO CUORE ROSSOBLU'".
Ai lati, appese alle due torri laterali, oltre ad innumerevoli pezze, molte delle quali rappresentative piccoli paesi della riviera o anche più semplicemente di quartieri e strade genovesi, noto 2 grandissimi bandieroni: uno con la croce di Sant'Andrea e la scritta Genoa Fc 1983 e l'altro con rappresentato il grifone, simbolo del club.
All'entrata in campo, una quindicina di torce vengono accese proprio a ridosso della porta, nascondendo però in parte bandiere e bandierine sventolate sempre nella parte bassa, tra le quali una molto bella della Brigata Speloncia; a completare quest'effetto scenico una decina di bandiere di medio-grandi dimensioni che spuntano dalla transenna dell'anello superiore, tra le quali spicca quella col faccione del "Che" che s'innalzerà più e più volte nel corso del match.
L'ambientazione è da pelle d'oca, ma il bello deve ancora venire: l'apporto vocale della Gradinata Nord è qualcosa di unico.
A parte un sistema di amplificazione dei cori di una potenza da far invidia a una discoteca, ciò che colpisce è la continuità del tifo, raramente sento solo il ragazzo col microfono e ancor più raramente solo i 6/7 tamburi appesi accanto allo striscione/stendardo dei Vecchi Orsi.
Lo sventolio di bandiere è continuo: alcune sono anche di grande dimensione, alla faccia di quelli che si lamentano per la visuale (in curva si va NON per veder la partita!!!). Da segnalare anche 2 o 3 sciarpate in contemporanea col coro (stupendo) "PER TE, PER, TE PER TE, IO CANTO PER TE, OVUNQUE TU SARAI NON TI LASCERO' MAI".
Come curiosità vanno poi citati 2 striscioni rivolti a quella Serena, neovincitrice di un affermato (purtroppo) reality-show televisivo, di dichiarata fede genoana: "SERENA ORGOGLIO ROSSOBLU'" è appeso al 2° anello poco sopra quello dell'Ottavio Barbieri, e un più ironico gioco di parole "MEGLIO SERENA SCALZA CHE WALTER NUDO", in riferimento ad un altro personaggio televisivo, sostenitore blucerchiato protagonista di un programma più o meno analogo.
La "gabbia" in cui sono collocati i Messinesi non è gremitissima, spazi vuoti soprattutto nelle ultime file.
Come detto a inizio articolo, nel primo tempo, stando sotto la gradinata Nord, non ho modo di sentirli: li intravedo sventolare continuamente delle bandiere, che capirò essere per la quasi totalità bandierine della Gioventù Giallorossa.
A occhio e croce non mi sembrano più di 70/80 i ragazzi provenienti da Messina, mentre gli altri ho la netta sensazione siano residenti a Genova o comunque nel Nord Italia.
Testi Fracidi e Gioventù Giallorossa sono decisamente i gruppi più rappresentati.
L'impressione che ho osservandoli da vicino non si discosta da quella che mi ero fatto sotto la Nord: bello sventolio di bandiere per quasi tutta la partita, discreti qualche stendardo ed il materiale (soprattutto quello dei Testi Fracidi) ma il tifo, nonostante l'impegno dei lanciatori, è di debole intensità e praticamente impossibile da udire dalla gradinata Rossoblù.
La partita? Chi l'ha vista!
Marassi visto "da dentro"... dal vivo... la Nord... ho ben poco da raccontare se non un pareggio che sembra non scontentare nessuno se non il principale protagonista della serata: LA GRADINATA NORD.

Alberto Cornalba


In questo numero 39 pagine di fotoservizi su: Milan-Roma, Modena-Samp, Genoa-Messina, Torino-Verona, Venezia-Como, Avellino-Piacenza, Chievo-Modena, Palermo-Genoa, Chieti-Samb, Benevento-Teramo, Taranto-Paternò, Teramo-Sora
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