A Catania gli abbonamenti più cari d'Italia per il 3° anno di fila
16 Luglio 2008 - letto 1968 volte
Etempo di campagne abbonamenti nellItalia calcistica. Già 16 squadre su 20 della massima serie (escluso Chievo, Palermo, Lecce e Torino, ndr), hanno fissato le quote delle tessere e hanno o stanno per dare il via alla vendita ai tifosi.
Settore, posto, prezzo. 16 squadre, quote varie, differenti progetti, singolari ambizioni e strutture. Partiamo la nostra carrellata tariffaria dallArtemio Franchi di Siena, lo stadio più economico dItalia: 110 euro per la curva Robur, 210 per la Tribuna: un vero affare per i tifosi bianconeri.
Per quanto riguarda il settore più popolare, oltre a Siena, solo altre due squadre restano con lordine dei cento: la gradinata del Granillo di Reggio Calabria (150, Tribuna 400) e la curva del Friuli di Udine(160) .
Per il resto, le curve dItalia vanno dai 200 euro in su. Stessi prezzi per le genovesi del Ferrarsi, Genoa e Sampdoria (200 euro); nel derby romano, invece Roma batte Lazio, 235 euro la curva giallorosa, 220 quella biancoceleste.
Atalanta, Bologna e Cagliari si mantengono sui 200 euro anchesse, mentre aumentando il blasone della squadra, il prezzo comincia a lievitare: 220 euro per labbonamento alla curva del San Paolo di Napoli, rispettivamente 250 e 255 per i settori meno cari di Juventus e Fiorentina, fresche entrambe di qualificazione in Champions League.
E il Catania? Sta lì, a comandare imbattuto questa particolare classifica a quota 265, al quale vi è da aggiungere il prezzo della Giornata No Abbonato(30 euro) per un totale di 295 euro, impropriamente chiamata Rossazzurra, abolita da tutte le società di A a scanso di qualche eccezione, coma la Juventus.
Duecentosessantacinque euro per un posto in Curva Nord o in Curva Sud, prezzi invariati rispetto alla scorsa stagione, quando con le stesse cifre il Massimino era sempre lo stadio dItalia più caro ai suoi tifosi.
Prelazione per gli ex abbonati dal 16 luglio, dal 7 agosto la vendita libera: la caccia al posto al Massimino sta per partire.
Cè chi regala magliette, chi posti omaggio per amichevoli e coppe, chi da abbonamenti a prezzi stracciati per la famiglia o per gli abbonati di vecchia data, chi spedisce le tessere fino a casa, chi taglia le code con sottoscrizioni via internet, dalle più varie alle eventuali.
Il Catania ha scelto di mantenersi tradizionale. La società parla di un grande sforzo nel mantenere tali prezzi, e dal punto di vista gestionale trattasi di decisione ineccepibile, spazio da riempire, che a prescindere dal costo si riempirà, a volte meglio se con tifosi da biglietto che da abbonamento, equazione che porta più soldi in cassa.
E quindi il tifoso chiude gli occhi, borbotta, ma tifa e tiferà, come sempre ha fatto, nei limiti delle regole, della Legge, e della società. Il costo oggettivamente sproporzionato rispetto alla media di tutti gli altri stadi di Serie A, viene archiviato come Non beneficenza, ma opere di bene. Tifosi del Catania che già pagano 150 euro mediamente per ogni trasferta.
Al buon cuore di chi, tanti soldi, dovrà gestirli, siano tutti per il bene di Catania.
Ma la passione, quella vera, quella dentro ognuno di noi, non ha prezzo...
In calce a questo articolo: nessuna polemica, nessun attacco personale, ma solo una constatazione oggettiva dei fatti, a libera interpretazione di chi legge.