Il Daspo di gruppo era stato annunciato dal Viminale come uno dei punti cardine del nuovo giro di vite messo in campo nemmeno un anno fa. Daspo di gruppo significava la possibilità, da parte dei prefetti, di vietare l'accesso alle manifestazioni sportive anche per la durata di 8 anni ad un intero gruppo di ultras, colpevoli di agguati in autogrill, di esporre striscioni in una determinata zona dello stadio, di organizzare incidenti o scontri: un modo per "spezzare" quel senso di appartenenza, spesso alla base di manifestazioni di follia collettiva. Ora, quel Daspo di gruppo, appare già "annacquato", quasi nullo negli effetti. Il motivo? Il Tar di Firenze ha sospeso il provvedimento che aveva colpito 35 ultras del Brescia colpevoli di rissa all'area di servizio Chianti Ovest lo scorso 27 settembre contro i tifosi rivali del Verona. La sospensiva del Tar è arrivata perché "...i ricorrenti non sarebbero stati individuati personalmente quali partecipanti agli scontri...". La natura (e gli effetti) del Daspo di gruppo andavano proprio nella direzione non accolta dal Tar: far parte di un pullman in trasferta, con tanto di tafferugli magari durante il viaggio in una stazione di sosta, doveva essere motivo di sanzione, quantomeno amministrativa. Il Viminale crea, il Tar stoppa... (così è accaduto anche, ad esempio, per la sorte di 52 ultras del Bari, puniti con il Daspo di gruppo per gli incidenti dopo la sfida con il Frosinone, provvedimento sospeso dal tribunale amministrativo del Lazio).