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Comunicato Curva Nord Sassari Torres 1903
15 Febbraio 2007 - letto 4183 volte
I gruppi organizzati della Curva Nord di Sassari, Nuova Guardia 89 e UTS 98, con questo documento comunicano la propria decisione di non presenziare allo stadio il prossimo 18 febbraio in occasione dell’incontro casalingo Torres-Biellese. Una scelta coerente con quanto già deciso la scorsa settimana di non recarci in trasferta a Lumezzane, dopo che per tanti anni, con sacrificio ed entusiasmo, si è stati presenti ovunque, senza far mai mancare il nostro sostegno.
Siamo arrivati a maturare questa decisione in seguito ai noti fatti accaduti a Catania che hanno portato alla morte di un ispettore della Polizia di Stato ed alla conseguente gogna mediatica a cui è stato sottoposto in maniera indiscriminata l’intero Movimento Ultras.
Si era fatto un gran parlare della necessità di fermarsi a riflettere su ciò che era accaduto, sulla situazione attuale del calcio italiano e sui suoi problemi; è bastata una sola settimana, e la macchina è già ripartita nel nome del business e del Dio denaro che muovono e governano un calcio ormai ridotto ad interessi economici sempre maggiori ed a conseguenti sporchi traffici che vi ruotano intorno.
L’unica cosa che il Governo è stato capace di fare, appoggiato dagli organi del calcio e sospinto da un’opinione pubblica giustizialista e fuorviata da un’informazione parziale, superficiale ed ipocritamente benpensante, è stato partorire un decreto legge sulla scia di quelli già emanati in passato che, anche alla luce di quanto accaduto e dei risultati ottenuti, si sono rivelati del tutto inefficaci, e anzi controproducenti.
A parte la normativa riguardante la messa a norma degli stadi, ciò che maggiormente ci riguarda e che ci preme porre in risalto sono le norme repressive sulla violenza. Tutte le pene riguardanti reati da stadio sono state inasprite all’inverosimile fino a minare il concetto stesso di libertà personale.
Il DASPO, la diffida dal recarsi alle manifestazioni sportive per un determinato periodo di tempo, provvedimento già esistente e ampiamente criticato da più parti politiche, è stato innalzato fino a sette anni prevedendo, con un delirio di abominevole accanimento giudiziario, oltre alla firma in Questura durante lo svolgimento delle gare, anche la possibilità di altri obblighi a contenuto “sociale” (pulizia dei bagni), una norma che gli stessi giuristi italiani hanno da subito ritenuto in contrasto con i principi costituzionali.
La cosa ancor più grave è che il provvedimento viene ora slegato dall’accertamento di un reato e reso preventivo sulla base anche del semplice sospetto di commissione di reati, in pratica lasciando il libero arbitrio alle Questure di decidere sulla base di loro “convinzioni” e non di reali motivazioni.
La stessa Unione delle Camere Penali ha definito tutto ciò norme pericolose e liberticide per uno Stato democratico fondato sui principi di libertà sanciti dalla Costituzione.
Parliamo di concetti che dovrebbero essere cari a ciascun cittadino, ovvero di Libertà personale, della Libertà di opinione e della Libertà di manifestare il proprio pensiero. Ricordiamo, ad esempio, che potrebbe essere passibile di diffida o incriminazione persino chi, con un atto del tutto opinabile ma libero, ha fischiato o ha voltato le spalle al campo durante il minuto di raccoglimento la scorsa domenica.
A tutt’oggi, dunque, ad essere colpiti sono solo coloro che fanno parte del Movimento Ultras (pensato come covo di delinquenti e mai analizzato in quanto fenomeno sociale con tantissimi aspetti positivi) e le curve (viste come campi di battaglia anziché come centri di aggregazione sociale senza eguali nella società odierna), ma un domani questi provvedimenti liberticidi potrebbero riguardare tutti indistintamente, in ogni luogo e circostanza del vivere sociale.
Da parte nostra, nessuno è così ipocrita da dire che le curve siano popolate da santi, così come non lo è nessun luogo di aggregazione, e nessuno chiede impunità ed immunità (prerogative di chi siede in Parlamento); chi commette un reato è giusto che venga giudicato nelle sedi opportune dagli organi competenti ed una volta accertata l’eventuale colpevolezza che venga punito, come chiunque commetta qualunque reato in qualsiasi contesto.
E’ inaccettabile che si venga criminalizzati preventivamente e preventivamente puniti e che, in quanto Ultras, non si possa godere dei diritti che sono propri di tutti i cittadini, nessun escluso.
Da qualche settimana è partita una caccia alle streghe che serve soltanto a coprire altri problemi ed altre responsabilità, ed è giunto il momento che il mondo del calcio faccia un serio ed approfondito esame di coscienza riguardo i mali che lo affliggono da ormai troppo tempo. Tutti si devono assumere le proprie responsabilità perché le colpe non sono unilaterali.
Bisogna avere rispetto per i morti, qualunque essi siano, ed in questo senso avremmo voluto che si ricordassero Colombi, Furlan, Ercolano, nomi sconosciuti ai più, che non sono stati MAI citati dai media nonostante anch’essi siano deceduti in occasione di un incontro di calcio e per cause imputabili a chi ora si ritiene unica parte lesa.
Così come sarebbe stato corretto che lo stesso fervore mediatico e “amore per il giusto” avessero accompagnato anche fatti altrettanto gravi che sono stati volutamente ignorati: Paolo di Brescia e Gianluca di Napoli, sono due tifosi entrati in coma pochi mesi fa a causa delle percosse ricevute dalla polizia. Nomi sconosciuti ai più.
Per tutti questi motivi NOI pensiamo che sia necessario fermarci a riflettere, cosa di cui non sono stati capaci i soloni del calcio e della politica. Riflettere sul momento attuale e su quello che sarà il futuro del nostro Movimento per capire se si potrà continuare a vivere la curva e l’essere Ultras come l’abbiamo fatto fino ad oggi e come lo intendiamo NOI.
Ognuno è libero di pensarla come vuole e di fare ciò che più ritiene opportuno, pretendiamo il rispetto da parte delle altre persone che popolano la nostra curva e che non fanno parte dei Gruppi ed allo stesso tempo auspichiamo che un certo tipo di riflessione avvenga anche nel resto d’Italia, dato che far finta di niente in questo momento significa mettere la testa sotto la sabbia e non capire l’estrema gravità del momento che stiamo passando.
Concludiamo dicendo che qualunque cosa decideremo di fare in futuro, qualunque cosa ci accadrà, NOI non smetteremo mai di essere quello che siamo, ULTRAS, e moriremo come tali perché nessun tipo di repressione o legge speciale ci cambierà la testa o muterà le nostre convinzioni. Fieri e consapevoli della purezza dei nostri ideali e dei nostri valori.

AVANTI ULTRAS! AVANTI CURVA NORD!
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